Alzi la mano chi, di voi, ha comprato una moto e l'ha lasciata totalmente originale. Che sia un qualcosa di minimo o altro di più importante, tra esigenze di utilizzo e gusto estetico, il mondo degli accessori è un ramo estremamente importante del mercato legato alle due ruote. Come in ogni settore ci sono piccoli artigiani e grandi aziende, ognuno con il proprio know-how, ma tutti normalmente accomunati dalla passione.
Ed è proprio la passione il "motore" di Herbert Schwarz, fondatore di Touratech ed oggi responsabile marketing e PR di Wunderlich, brand premium dell'accessoristica moto. L'azienda, nata come fornitore di parti per la gloriosa Yamaha XT 500, è poi "sbarcata" nel mondo BMW, prima per il solo modello GS, estendo poi la sua gamma di prodotti all'intera line-up del marchio bavarese.
Herbert è un manager quindi, ma d'assalto, perché è anche e soprattutto un motociclista, grande viaggiatore, endurista e tester che prova in prima persona i prototipi dei nuovi prodotti che sta sviluppando l'azienda per cui lavora. Per usare una frase fatta, è uno di noi, un appassionato vero, che si può incontrare in stand ad EICMA come è successo a me e, senza averlo mai visto prima, ritrovarsi a parlare di moto a 360 gradi, di viaggi e quant'altro per più di un'ora come se lo si conoscesse da sempre.
Il suo grande know-how nell'ambito delle due ruote ha così fatto nascere l'idea di una intervista, in cui fare una fotografia non solo alla realtà in cui opera, ma a tutto l'universo moto. Ci siamo sentiti ed abbiamo organizzato una call, da cui ne è uscita, come sempre, una piacevole chiacchierata con una persona che ha una esperienza del settore davvero importante.
D: Herbert, tu hai una grande esperienza nel settore moto. Parlaci di Wunderlich e di come è cambiato, secondo te il mercato degli accessori, quello nel quale opera Wunderlich, nel corso del tempo?
R: Sì, è tanto tempo che sono nel settore. Ho iniziato ad andare in moto nei primi anni '80 e, da allora, è cambiato davvero molto. Abbiamo iniziato nel 1985 con la produzione di accessori per migliorare le prestazioni delle Yamaha XT 500. Cinque anni dopo, Erich Wunderlich puntò su BMW e fu un successo. All'epoca viaggiavo, principalmente con il GS (anche se non solo con quella) e non c'era tutta la varietà di accessori di oggi, ma iniziava a farsi sentire la richiesta. Questa è la ragione per la quale sono nate aziende come Wunderlich, con l'obiettivo di realizzare equipaggiamento per chi viaggia in moto. Oggi il nostro main business resta sulla BMW GS, ma abbiamo anche diversificato ed il processo è appena all'inizio. La grande richiesta di questo tipo di prodotti è certamente il segno più evidente del cambiamento rispetto a quasi 40 anni fa quando è iniziata l'avventura.
D: Tu pensi che la migrazione dai motori endotermici all'elettrico potrà cambiare in modo sostanziale il mercato degli accessori moto?
R: Fondamentalmente penso che dipenda tutto dal range di autonomia che avranno le moto elettriche che verranno sviluppate nel prossimo futuro. Al momento sono fondamentalmente appetibili solo nell'uso cittadino o poco più, limitatamente cioè a distanze di 100-150 km, troppi brevi, per un viaggiatore. Se l'autonomia crescerà a 300, 400 o anche 500 km o se le ricariche diverranno realmente rapide, le moto elettriche diverranno anch'esse oggetto di attenzioni da parte dei produttori di accessori. Accessori che, fondamentalmente, resteranno gli stessi di oggi come tipologia.
D: Il mercato moto si è evoluto molto, ancora più di recente con l'arrivo in massa, in Europa, di molti costruttori provenienti da Oriente, dalla Cina in particolare. Pensi che possa accadere la stessa cosa per quanto riguarda gli accessori?
R: Sta già accadendo. Se si guarda su Alibaba o AliExpress, si trova una enorme quantità di prodotti copiati da tutte le aziende più importanti, Wunderlich compresa, ovviamente. Il problema di questi prodotti è che sono economici e spesso di bassa qualità. Questi produttori hanno il vantaggio di non avere costi di sviluppo, oltre che un costo del lavoro inferiore, questo è il vero problema. Questo però non ci preoccupa. Dobbiamo essere ancora più veloci e più creativi di quanto siamo stati finora e d il futuro sarà per noi radioso. Tutti i componenti il mio dipartimento, come ovviamente quelli dello sviluppo, sono viaggiatori e, quando siamo su strada, il pensiero è focalizzato sulle necessità di cui sentiamo il bisogno, che sono poi anche quelle di tutti i nostri clienti. Andiamo volontariamente a cercare condizioni difficili (per meteo, strade ed ambiente circostante) e sviluppiamo prodotti che solo dopo vengono copiati dai cinesi. Questo è ciò che è successo, specie negli ultimi due anni, a fronte di questo nostro questo approccio, che ci consente di avere un vantaggio considerevole su chi copia. Fortunatamente i cinesi lavorano bene, sono precisi, ma non sono molto creativi. Questo è il nostro punto di forza, che sono certo ci aiuterà anche nel futuro.
D: Che cos'è la nuova divisione Adventure di Wunderlich, che ti coinvolge direttamente e qual'è il suo scopo?
R: L'idea che c'è dietro riguarda una crescita dell'azienda. Dopo aver consolidato la nostra produzione per BMW, ci siamo chiesti cosa potevamo fare di altro. La risposta a questa domanda è stato espandere la nostra offerta a moto di altri brand, sempre rimanendo nel segmento adventure, ovviamente. Abbiamo così iniziato da Harley Davidson e dalla Pan America perché c'è sostanzialmente una mancanza di accessori per quel modello. e c'è un mercato molto importante, addirittura maggiore di quello che riguarda la moto stessa. La nostra analisi si è rivelata corretta perché stiamo vendendo davvero molto. Un altro marchio di cui abbiamo iniziato a sviluppare prodotti è Ducati, un brand che personalmente amo molto, focalizzandoci sulla DesertX, che è per me l'evoluzione delle rally-bike degli anni '80 con cui ho iniziato la mia esperienza, come ad esempio la Cagiva Elefant ed ovviamente sulla Multistrada. Già in passato abbiamo avuto delle collaborazioni con Ducati e c'è spazio per fare delle cose molto interessanti, ma non solo con loro. Per dare una risposta secca alla domanda, la divisione Adventure di Wunderlich si occupa di tutti gli accessori che non sono destinati alle moto di BMW, ma per il futuro le cose potrebbero cambiare e potremmo occuparci anche del marchio bavarese, restando sempre focalizzati sul nostro brand.
D: Come riesce, una azienda come la vostra, a combinare l'esigenza di dover creare un prodotto industriale (pur se di alta qualità) che è però allo stesso stempo, più vicino possibile ai desiderata del singolo utente?
R: Fondamentalmente noi partiamo dall'esigenza che ravvisiamo i motociclisti abbiano, di un dato prodotto, lo realizziamo e poi lo industrializziamo, focalizzandoci non su grandissime quantità, quanto piuttosto sull'offrire una gamma realmente completa. Abbiamo ad esempio tre o quattro diversi riser per manubri per poter soddisfare al meglio le esigenze del singolo.
D: Quali sono le varie fasi del processo che porta poi all'introduzione sul mercato di un nuovo prodotto?
R: Il punto di partenza è ovviamente l'idea. Con questa in mente io o un mio collega andiamo nel reparto di sviluppo e ne discutiamo con loro, quindi si realizza un prototipo, lo si prova su strada, in condizioni reali, lo si industrializza per la produzione in volumi e se ne richiede l'omologazione. Quest'ultimo è un processo che, nell'Unione Europea, a volte richiede parecchio tempo. Alla fine di tutti questi step, il componente va in produzione. Noi siamo molto rapidi. Nel momento in cui mi viene una idea, posso provarne il prototipo già dopo due o tre giorni. Questo perché in azienda abbiamo tutto quello che ci serve per prototipare, dalla progettazione su computer alla realizzazione fisica dell'oggetto.
D: Molte delle vostre press release contengono la frase "Made in Germany" riferita alla realizzazione di un vostro componente. Quanto è importante mantenere la produzione nel paese di appartenenza dell'azienda?
R: Prima di tutto io vivo nel''Unione Europea e mi sento Europeo. Penso che non abbia importanza se un oggetto viene prodotto in Germania, Italia, Francia, Spagna, Repubblica Ceca o in un altro paese comunitario. La nostra ricerca di partner per la produzione inizia, com'è logico, nei dintorni dell'azienda. Nel caso non si trovi la combinazione giusta, guardiamo ad aziende dell'UE e, in segutio a realtà fuori dai confini europei. Ad esempio è molto difficile trovare manodopera specializzata per la fabbricazione di borse-serbatoio a causa della crisi del tessile. Nella città dove vivevo prima c'erano circa diecimila persone impiegate in quel settore, adesso sono alcune centinaia. La dicitura Made in Germany serve principalmente come identificazione ma, come principio generale, sono contento quando la produzione resta in Europa perché il denaro circola e viene ridistribuito nei paesi dell'Unione.
D: Prima ci raccontavi di come BMW sia diventato il vostro core business fin dagli anni '80 e, recentemente, si sta espandendo verso altri marchi come Ducati ed HD. Nel futuro ci saranno altri brand di cui realizzerete accessori?
R: Guarderemo ad ogni uscita di una nuova adventure bike e per le più meritevoli di attenzioni non mancheremo di sviluppare prodotti. Come motociclista ho guidato ripetutamente per un elevato numero di chilometri una moto appartenente al segmento delle adv tourer di media cilindrata e grande protagonista del mercato, la Yamaha Teneré 700 ma, dal momento che è già sul mercato da alcuni anni, abbiamo deciso di non dedicarci a quello specifico modello. Se però Yamaha dovesse realizzare, invento, una Teneré 900, molto probabilmente creeremmo una linea completa di nostri accessori per quella moto.
D: Ci sono molti vostri competitor che sono anch'essi tedeschi. C'è una ragione specifica per questo, secondo te?
R: Penso che negli anni '80, quando è nato il movimento dei produttori di accessori moto, c'erano molti viaggiatori tedeschi, con le varie XT 500, Teneré e BMW. Tra questi, in molti come me e come Erich Wunderlich iniziarono l'attività di produttori di accessori perché allora non esistevano. Oggi in realtà lo scenario è diverso, dal momento che i nostri competitor arrivano da Stati Uniti, dal Sudafrica, dalla Repubblica Ceca ed anche dall'Italia. Nel vostro paese c'è una grande tradizione di motoviaggiatori, oltre che grande creatività.
D: Cosa ci puoi dire della collaborazione che avete con Hepco&Becker, un marchio che, su certi prodotti, è in realtà un vostro concorrente diretto?
R: Hepco&Becker oggi vanta un'ottima attrezzatura e produce in una regione delle Germania dove i costi sono un po' inferiori. Siamo in ottimi rapporti, con loro, che sono in grado di produrre molto rapidamente e con qualità gli oggetti che noi abbiamo sviluppato. Abbiamo un accordo che prevede che loro non copino i nostri prodotti. Possono sviluppare autonomamente prodotti per le stesse moto per le quali realizzano oggetti per noi, ma devono essere diversi dai nostri. C'è davvero una grande collaborazione, tra le due aziende e siamo contenti di lavorare con loro.