Lorenzo Savadori, classe 1993 e pupillo Aprilia, la prossima stagione scenderà in pista con i colori del Team britannico Milwaukee, ex BMW. Dopo uno strabiliante debutto in Superbike, il 23enne di Cesena, parla della stagione e delle sue prospettive future, ma non solo. Tra le sue qualità spiccano l’umiltà, la riservatezza e la diplomazia che si rispecchiano anche all’interno della nostra intervista.
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Iniziamo subito col parlare della prossima stagione: a Jerez hai avuto una prima presa di contatto col 2017. Quali erano le tue aspettative e quali sono state le tue sensazioni col nuovo Team?
Mi sono trovato da subito molto bene con il Team e sono contento di continuare insieme ad Aprilia. Il tempo nella tre giorni di test purtroppo non ha aiutato, la pioggia ha intralciato un po’ i nostri piani, ma sicuramente è stato un inizio positivo; c’è la voglia di far bene e io non vedo l’ora di iniziare.
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Quali sono i tuoi obiettivi per la prossima stagione?
Sicuramente stare nelle posizioni che contano. Il prossimo anno si farà fatica perché il livello si alzerà ancora di più con l’arrivo di altri piloti. Per essere competitivi sarà importante continuare questa crescita e cercare di migliorare. Se devo dare dei numeri diciamo che l’obiettivo è quello di rientrare nei primi cinque.
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Che cosa pensi del tuo nuovo compagno di squadra E. Laverty?
Eugene l’ho conosciuto per la prima volta a Jerez. Non lo conoscevo personalmente prima, ma solo come pilota perché è senza dubbio fortissimo. Lui ha molta esperienza e conosce bene la moto. Bisogna ricordare che nel 2013 è stato vicecampione del mondo e ha vinto nove manche con Aprilia. Ci sarà veramente tanto da imparare da lui e sono felicissimo di averlo come compagno di squadra.
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Quest’anno sei riuscito a convincere Aprilia a rimanere in SBK e in pista ha visibilmente ripagato la sua fiducia sfiorando il podio e conquistando il decimo posto finale. Che cosa significa per te avere una Casa che ti supporta in presa diretta e se ti senti un po’ pilota rivelazione Superbike.
Sono veramente felice di poter continuare con Aprilia. Mi trovo molto bene con loro e sono fantastici. E’ importante per me avere il loro supporto, io d’altro canto cerco sempre di fare il massimo ad ogni turno, anche perché più del massimo non si può fare, questo è un po’ il mio motto. Pilota rivelazione? Non lo so, quello che ti posso dire è che cerco di fare sempre il massimo.
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In questa stagione da rookie, qual è stato l'aspetto in cui sei maturato di più motociclisticamente parlando e se, col salto di categoria, è cambiato qualcosa nella tua preparazione psicofisica in vista di un weekend di gara.
Credo di essere cambiato soprattutto nella gestione delle gomme durante la gara. Cambiano parecchie cose da una Stock ad una Superbike, sia a livello tecnico che nei weekend di gara, con manche più lunghe e doppi round. Automaticamente la gestione dei pneumatici è fondamentale. Per quanto riguarda la preparazione fisica, mi alleno come ho sempre fatto, cercando sempre di apportare delle migliorie. L’aspetto psicologico è da non sottovalutare, è molto importante e negli ultimi anni mi sono circondato da persone differenti, che mi hanno aiutato a crescere, e che ringrazio molto.
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Qual è stato il momento più bello della stagione?
Sicuramente il weekend a Donington, dove ho conquistato la prima fila in griglia di partenza e il 4° posto in gara.
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Hai avuto la possibilità di correre in entrambi i campionati nel Motomondiale (in 125cc) e SBK, aspetti positivi e negativi dei due mondi e in quale vedi il suo futuro.
E’ difficile da dire perché nel Motomondiale ho corso quando ero piccolo ed è passato parecchio tempo. Per quanto riguarda la Superbike, invece, posso dirti che mi trovo molto bene, non trovo un aspetto negativo e per me è molto bella e agguerrita. Al momento sono concentrato sul mio percorso e sul prossimo anno, però credo che il sogno di tutti i piloti sia quello di arrivare in MotoGP.
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Come giudichi il cambiamento che riguarda l’assegnazione delle posizioni in griglia di Gara2 sulla base dei risultati di Gara1, con il 1° che parte 9° ed il 4° che parte in pole?E’ una bella novità. Ed è anche una cosa un po’ strana ma prima di dare dei giudizi bisogna aspettare per provare e vedere come sarà. Chiaramente più si parte indietro e più variabili ci sono a condizionare una gara, ma stare dietro a tutte le variabili è impossibile. Forse è più per lo spettacolo che per noi, però ripeto si fa fatica a giudicare a priori. Senza dubbio è una cosa molto particolare.
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A partire dal 2017 ci sarà una nuova classe Supersport, la 300. Pensi che in futuro possa sostituire la 600 o credi che la storica SS debba rimanere, nonostante le difficoltà di un mercato che vede i costruttori abbandonare la categoria in ambito stradale?
E’ difficile dare un giudizio, anche qui bisogna aspettare di vedere come andrà. Sicuramente è una classe interessante da tenere d’occhio. Non so se potrà mai sostituire la SS, dipenderà tutto da come si evolverà durante la stagione.
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A detta di alcuni, la WSBK è in crisi. Com’è la situazione vissuta da “dentro”?
In crisi su cosa? Quello che ti posso dire è che io la crisi sinceramente non la sento, anche perché nel paddock sono molto concentrato su quello che devo fare e non mi accorgo di queste cose, per me è un campionato molto competitivo.