Francesco "Cecco" Cecchini, un nome che non ha bisogno di presentazioni nel panorama delle moto e del Flat Track. Figlio d'arte di quello che è il capotecnico storico del Motomondiale del Team Gresini, Fabrizio Cecchini, "Cecco" sceglie il Flat Track come disciplina incline per fare la differenza aggiudicandosi Campionati italiani e Mondiali come un asso piglia tutto, implacabile, e con una tale facilità che ti fa pensare di poter salire in moto e replicare le sue azioni in un attimo.
Il 2018 incorona "Cecco" Campione Italiano e Campione del Mondo, a distanza di una settimana l'una dall'altra, da Terenzano (UD) a Misano (RN), portandolo a quota 2 Campionati Italiani vinti ed a ben 5 Mondiali firmati nel suo palmares. Un Talento Azzurro di cui sicuramente potrà gioie la FMI.
Un 5° Mondiale aggiudicato in maniera particolare, in un'unica gara secca davanti al pubblico di casa, in cocomintanza con la tappa del Motomondiale a Misano, battagliando con oltre 20 piloti tra le eccellenze presenti provenienti da diverse parti del mondo come Austria, Finlandia, Spagna, Repubblica Ceca, Francia e Olanda.
"Questo weekend è andato tutto benissimo. Ci aspettavamo che andasse così e lo è stato. Sono super contento per com'è andata tutta la stagione e voglio ringraziare tutti quelli che mi hanno dato una mano, ma la dedica di questo Italiano va senza ombra di dubbio a Marco Buzzi, un mio amico che purtroppo è scomparso in un allenamento con me. Sono molto contento di tutto quello che è stato fatto quest'anno."
2018 che vede Francesco anche nel doppio incarico di collaudatore per la Zaeta, unico prototipo in pista nell'italiano, oltre ad un assaggio del ruolo di Team Manager della Cecchini Racing Team. Andiamo a conoscerlo meglio.
Pilota, Collaudatore e Team Manager. Come ti senti in questi ruoli?
In questo doppio ruolo di pilota e Team Manager mi sento molto bene perchè ho il mio babbo ed il mio meccanico che mi aiutano molto e mi tolgono dal peso dell'organizzazione che c'è dietro, cercandomi di farmi concentrare per lo più sulle gare. Non è facile fare il tester ed il pilota, bisogna lavorare molto anche a casa, non solo in pista, su quella che è la moto e bisogna saper dare le indicazioni giuste per procedere con lo sviluppo. Sono molto contento della Zaeta e che abbiano deciso di puntare su di me.
Perchè hai scelto proprio il Flat Track come discipina?
Ho scelto il flat track perché è stata la disciplina dove sono riuscito meglio da subito. Ho capito che avevo talento ed era l'unica disciplina che si poteva fare "più tranquillamente" perché con le altre moto ci sono più spese ed il mio babbo era spesso via per le gare del mondiale. Quando sei minorenne fai fatica a fare quello che vuoi e devi anche un po' adattarti. Forse tornassi indietro avrei potuto anche fare altro, ma ora sono qui mi sono appassionato a questo sport e non lo cambio.
Quando hai iniziato a correre in moto? Da dove nasce la tua passione?
La passione per le moto nasce inesorabilmente dal mio babbo. Sapevo che lavoro faceva e questo mi ha da sempre appassionato. Ho iniziato subito a girare a tre anni con la minimoto e nel 2013 sono passato al Flat Track.
Qual'è il rapporto hai con tuo padre? Cosa è per te fondamentale in un weekend di gara?
Il rapporto con mio babbo fuori dalle gare è il classico tra padre e figlio, in pista invece andiamo molto d'accordo perchè sappiamo che comunque sia non è una cosa da sottovalutare salire in moto. Proprio per questo per me è fondamentale la tranquillità quando si è in pista e di avere una squadra unita. Mio padre è un punto di riferimento per me alle gare, mi da molta sicurezza, ma quando non c'è per fortuna ho delle persone vicino che mi permettono di avere una traquillità simile.
Progetti futuri?
Sicuramente l'America. Correre in America è il prossimo step e poi, non lo so, questo mondo è molto vario e le cose cambiano improvvisamente nelle moto, ma quello che è sicuro è rimanere all'interno di questo mondo.
"Cecco" ora sogna l'America dove questo sport ebbe inizio tra la cenere. Il Flat Track è nato negli USA ed arrivato in Italia negli anni '70 mantenendo l'atmosfera cordiale dove la passione è alla base, come la volontà di passare un weekend in famiglia e con gli amici. Si corre per divertirsi ma quando è il momento di scendere in pista e si indossa il casco poi nessuno scherza.