Superbike: dieci domande a Manuel Cappelletti (Triple M Honda)

Gianluca Salina

Manuel Cappelletti, team manager di Triple M, squadra approdata con Honda in Superbike all’inizio della stagione, ci ha parlato della sua squadra, degli obiettivi, della stagione in corso e del futuro, grazie all’ambizioso progetto messo in campo dal proprietario della struttura, l’imprenditore tedesco Matthias Moser.

Siamo andati a trovare Manuel Cappelletti, team manager di Triple M Racing, la squadra di proprietà del magnate Matthias Moser approdata in Superbike con una Honda CBR 1000 RR SP2 all'inizio di questa stagione in corso dopo l'apprendistato, nelle stagioni dal 2015 al 2017, in Superstock con la Ducati Panigale R. Il manager piemontese ci ha accolti nella sede della squadra, a Villastellone, in provincia di Torino.

Con Manuel, grande appassionato di due ruote, si è parlato ovviamente della sua squadra, del trattamento ricevuto da Honda, dei piani futuri e del campionato Superbike in generale, che quest'anno ha visto importanti modifiche regolamentari volte a limitare lo strapotere di Jonathan Rea e della Kawasaki, ma che ad oggi non hanno sortito il risultato sperato.

D: "Manuel, raccontaci qualcosa di Triple M"
R: "La squadra è nata per volere di Matthias Moser, un grande investitore tedesco appassionato di motori che ha trasferito questa sua passione anche al figlio Marc, uno dei piloti della squadra Superstock. Il reparto corse ha la sua sede qui a Villastellone. Dopo tre anni passati in Superstock, abbiamo fatto il grande salto in Superbike. Un passo importante, ma ragionato, sulla base del progetto voluto da Moser, che riguarda un impegno iniziale a medio termine, come è stato anche confermato in sede di accordo con Honda quando siamo diventati loro team satellite, cosa avvenuta ad EICMA 2017 dopo dei contatti precedenti. Per essere espliciti, la nostra prima parte di cammino in Superbike è prevista su base triennale, dopodiché, di concerto con Honda e con gli sponsor, faremo le nostre valutazioni".

D: "Come giudichi la vostra stagione fino ad oggi?"
R: "Diciamo che ha due facce. Dal punto di vista del team sono molto soddisfatto, perché abbiamo firmato con Honda per diventare un loro team satellite. Sul piano dei risultati pensavamo onestamente di fare un po' meglio, ma alcune problematiche ed un po' di sfortuna ci hanno impedito di raggiungere i risultati che ci eravamo prefissati".

D: "Quali sono, questi obiettivi che vi siete prefissati?"
R: "Non siamo andati in Superbike per fare numero. Matthias Moser ha messo in piedi un progetto che mira in alto, perché ogni cosa che lui fa, è per primeggiare. I nostri obiettivi sono quelli di stare stabilmente in top-10, per puntare, nel futuro a breve termine, alla top-5, un qualcosa di molto ambizioso, se si pensa alla competitività di Kawasaki, Ducati e Yamaha, ma che è alla nostra portata".

D: "Triple M é uno dei due team che oggi utilizzano le Fireblade di Honda. Qual'è la vostra posizione nei confronti della casa dell'ala dorata, se la si rapporta a quella della squadra storica, quella di Ten Kate, oggi Red Bull Honda Racing?"
R: "Siamo sullo stesso piano di Ten Kate. Il materiale che abbiamo è lo stesso e con loro c'è un ottimo rapporto, che riguarda anche la condivisione di informazioni relative allo sviluppo della moto".

D: "Tra i due team però, Honda ha scelto di affidare a voi il test della centralina Magneti Marelli, che verrà probabilmente poi adottata anche dalla squadra di Camier e Gagne. In questo possiamo leggere una preferenza della casa giapponese per voi e/o una indicazione su quelle che saranno, nel futuro, le gerarchie tra i team satellite di Honda stessa?".
R: "Non so quale tipo di valutazione possano aver fatto in Honda. Per noi è motivo di orgoglio l'essere stati il primo team Honda ad aver testato la centralina Marelli che è poi stata adottata anche dall'altro team satellite. Dal canto nostro possiamo garantire il massimo impegno e supporto alle attività di sviluppo per il presente ed il futuro".

D: "Parliamo di futuro. Siamo al 20 Luglio, quindi nella pausa estiva, ma le squadre stanno già guardando al 2019. Voi, per il prossimo anno, come vi muoverete?"
R: "La nostra intenzione è quella di schierare, per la stagione 2019, due moto. Avremo ovviamente bisogno di Honda per il supporto, ma siamo confidenti che tutto andrà in porto".

D: "PJ Jacobsen rimarrà con voi?"
R: "Il discorso piloti è quello forse più indietro, tra quelli che riguardano la prossima stagione, anche se il mercato si è già mosso. L'obiettivo è di continuare a lavorare con patrick, affiancandogli un altro pilota con la seconda moto, ma non abbiamo ancora definito chi, anche se una rosa di possibili candidati ovviamente ce l'abbiamo".

D: "Cosa ne pensi, della lunga fermata estiva che fa la Superbike, che voci di corridoio indicano ridotta a 4 o 5 settimane per il prossimo anno?"
R: "Una pausa ragionevolmente lunga secondo me ci sta. Se tu pensi che in pratica, la Superbike non si ferma mai. In MotoGP c'è una vera pausa invernale, che dura due mesi, mentre noi, dopo il Qatar a fine Ottobre/prima metà di Novembre, abbiamo subito i test, poi si preparano le moto. Poco dopo Natale, a Gennaio, siamo al lavoro sulle moto, perché di lì a breve ricominciano i test e a metà mese si spediscono le casse in Australia, per il primo round del campionato."

D: "Si parla spesso di vita idilliaca, per chi fa parte del circus, ma sappiamo bene che in realtà la stagione delle corse viene vissuta da voi quasi a mo' di nomadismo. Stessa cosa dicasi per il materiale. Dopo aver spedito tutto in Australia, quand'è che ritornate e ritorna tutto nel reparto corse, dove poter fare sviluppo e/o applicare quello fatto al materiale che si utilizza in gara?".
R: "Ricollegandomi a quanto dicevo prima sulle pause del campionato, occorre pensare che dopo Phillip Island il materiale viene spedito direttamente in Thailandia e poi ad Aragon, quindi ad Assen. Questo significa che fino ad Aprile le moto non vengono in pratica toccate, perché i camion non fanno ritorno nelle rispettive sedi delle squadre. Poi stanno fermi un mese, quindi si ricomincia con Imola e, di nuovo, fino a Misano, il materiale non fa più ritorno al reparto corse."

D: "Per concludere, un pronostico da addetto ai lavori su chi vincerà il campionato 2018."
R: "Fare previsioni non è mai facile, perché gare e campionati si vincono allo sventolare dell'ultima bandiera a scacchi e fino a quel punto può succedere di tutto. In ogni caso ed anche se potrà sembrare scontata come risposta, secondo me il mondiale lo vincerà Rea. Lui e la Kawasaki al momento rappresentano un binomio quasi imbattibile, con Johnny che ha modificato il suo stile di guida per adattarsi al mutato carattere della Ninja".

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