Aprilia ha i riflettori puntati su di sé, sia per i risultati sportivi che sta ottenendo in MotoGP, dove Aleix Espargaro è secondo in campionato, sia per la ventata di rinnovamento a livello di prodotto che ha introdotto con la piattaforma 660. In entrambi i comparti il new deal è un frutto recente, annunciato dal management dell'azienda, la quale ha lavorato senza sosta, tenendo costantemente un basso profilo.
Il tutto ha avuto inizio nella II metà della scorsa decade quando, da un lato, c'è stata la discesa in campo in forma ufficiale nel Motomondiale con il progetto RS-GP e, dall'altro la presentazione, avvenuta nel 2018, del concept della RS 660 divenuta poi modello commerciale ad inizio dello scorso anno. Il resto è storia ancora più fresca, con il bicilindrico di Noale che ha dato vita, nel 2021, alla Tuono 660 (questa la nostra prova Test Aprilia Tuono 660, a Noale ne hanno combinata un’altra) e, quest'anno, alla Tuareg 660.
Fermo restando che sia probabile che il 2 cilindri in linea veneto possa dare ancora vita a qualche ulteriore modello come la Pegaso (qui qualche considerazione al riguardo Aprilia: dopo RS, Tuono e Tuareg 660, anche una Pegaso?) o altro ancora, magari in chiave scrambler/neo-retrò, gli estimatori del marchio si stanno certamente chiedendo cosa stia bollendo in pentola da parte del brand di punta del Gruppo Piaggio.
Per rispondere a questa domanda, visto che a Noale le bocche sono sempre e comprensibilmente cucite sull'argomento, occorre fare un esercizio a metà tra la considerazione del certo ed alcune ipotesi che, per quanto potenzialmente con un proprio senso, non hanno al momento fondamento. Al certo appartiene il fatto che l'attuale offerta dell'azienda veneta presenta due modelli premium che sono le 4 cilindri 1100 (RSV4 e Tuono V4), la già citata piattaforma 660 ed i modelli 125 riservati ai sedicenni.
La fotografia restituisce il quadro di una gamma che, considerando il solo ambito moto, avrebbe spazio per almeno due segmenti oggi strategici, quello delle cilindrate medio-piccole, tipicamente 250-400 cc, appetibili anche e soprattutto sui mercati emergenti e quello delle cubature medio-alte o, come le definisce qualcuno, supermedie, vale a dire nel range 800-1000 cc. In questa sede il focus sarà su questo secondo segmento.
Avendo rinnovato di recente, sia nell'estetica, con linee derivate dalle 660, che nella ciclistica (forcellone nuovo) le maxi e posto per inciso che in molti attendono una CapoNord V4 (ma questa è un'altra storia di cui si parlerà in un altro articolo), appare quasi scontato che, nel brevissimo periodo questi due modelli resteranno invariati. Tutto ciò lascerebbe quindi ipoteticamente spazio e risorse per dedicarsi ad altro.
Per capire quali potrebbero essere (il condizionale è d'obbligo) viene in aiuto una moto che di recente è stata fotografata in Cina durante le fasi di collaudo. Anche se reca il marchio Gilera sui carter, è evidente come si tratti della Shiver 900, uscita di produzione nel 2020 perchè dotata di un motore Euro 4. Al netto del fatto che la sua presenza sul mercato cinese (dovrebbe debuttare in autunno) sia positiva perché segna il ritorno del marchio Gilera, ci potrebbe essere anche dell'altro.
Partendo dal presupposto che l'attuale normativa anti-inquinamento in vigore all'ombra della Grande Muraglia non sia molto distante dal nostro Euro 5, un eventuale sbarco anche nel Vecchio Continente non è poi una ipotesi troppo peregrina. Qui entra in ballo il secondo aiuto. A darlo è stato il noto designer italiano Oberdan Bezzi che, sul suo blog e sulle sue pagine social, ha postato i rendering di alcuni modelli Aprilia sviluppati sulla base di telaio e motore della Shiver.
In due di questi sketch si legge, sulle fiancate, 750 e non 900, perché alcuni rendering risalgono al 2014, ma la sostanza non cambia. I due motori hanno infatti ingombri identici, visto che differiscono unicamente nella corsa (56,4 mm per il primo e 67.4 mm per il secondo). La partenza è con il botto, dal modello forse più emozionale, la sportiva, che Bezzi ha ipotizzato di chiamare SSV2 ma, tutto sommato, che avrebbe un senso anche se si chiamasse RSV2 900.
Il concept identifica una supersport in stile Ducati omonima più che una supersportiva pura. Il filone seguito è quello dei semimanubri, ma messi su una moto demi-faired, non troppo estrema quindi e, per questo, più vicina come filosofia alla RS 660 che non alla RSV4. Il principio è quello di un mezzo fruibile dal più ampio range possibile di persone, nato per la strada ma che non disdegna di mettere le ruote sui cordoli.
Snocciolando qualche numero, nella sua versione originaria il motore 900 cc di Shiver e Dorsoduro erogava 95 cv. Il valore fu dato da una scelta precisa di Aprilia di realizzare una unica motorizzazione che rientrasse anche nei parametri imposti per i mezzi destinati ai possessori di patente A2, senza la necessità di realizzare una doppia versione. Senza eventuali vincoli di questo tipo è lecito pensare che l'unità possa veder crescere la sua potenza, ma molto difficilmente oltre i 120 cv.
La quota rappresenterebbe comunque il 20% in più della RS 660, un valore sufficiente ad evitare sovrapposizioni tra le due moto, indipendentemente dal posizionamento a livello di prezzi. La seconda proposta virtuale di Bezzi, declinata in più livree, è la Tuareg 900. Se mai divenisse realtà, si troverebbe a dover sgomitare in un segmento parecchio agguerrito, popolato dalle varie BMW F850GS, Ducati Multistrada 950, KTM 890 Adventure, Honda Africa Twin 1100, Suzuki V-Strom 1050, Triumph Tiger 900 ecc.
Analogamente a quanto fatto per la Tuareg 660, una diversa fasatura del motore, atta ad "ingentilirne" l'erogazione rispetto alla sportiva, potrebbe donare all'adv tourer di Noale una potenza dell'ordine dei 105 cavalli, sostanzialmente allineata alla concorrenza. La versione rally potrebbe differenziarsi dalla standard per la presenza di un pneumatico da 21" all'anteriore e da 18" al posteriore invece della accoppiata più stradale 19"-17".
La visione di Bezzi non si è però limitata a questi due modelli. Il designer con base a Riccione ha anche pensato ad una viaggiatrice prettamente votata ai percorsi asfaltati ed ha così immaginato la Pegaso, dove due cerchi da 17 pollici svelano una indole da macina chilometri. In questo caso la configurazione del motore sarebbe verosimilmente analoga a quella della Tuareg.
Stessa cosa dicasi per la X-Ramster 900, rivisitazione in chiave scrambler della piattaforma 900 Aprilia che si andrebbe a scontrare con le Ducati Scrambler 800 e 1100, oltre che con la Triumph Street Scrambler 900. Last but not least, la cafè racer (da qui la sigla CF 900), che segnerebbe un ritorno di Aprilia nel mondo neo-retrò dopo la non fortunata esperienza fatta con la Motò 6.5 progettata da Philippe Starck.
Per completare ulteriormente una gamma che già così sarebbe sufficientemente completa occorrerebbe però forse aggiungere ancora un modello, Tuono 900. La ragione di questo va anche ricercata in un mercato che, dopo le adv tourer, premia le naked, specialmente le medie cilindrate. Il nome Tuono è impegnativo da portare, ma un 900 cc con 115-120 cv e 90-95 Nm di coppia avrebbe le carte in regola per poter sfidare le varie BMW F900R, Ducati Monster 937, Kawasaki Z900, KTM 890 Duke, Triumph Street Triple e Yamaha MT-09.
Siamo così arrivati alla fine di questa a tratti fantasiosa dissertazione ispirata dalle idee e l'estro di un designer come Oberdan Bezzi. Chissà che in Aprilia qualcuno stia già valutando di percorrere una strada simile? Vista la consuetudine, da parte di Noale, di portare ai saloni le novità che arriveranno nel futuro prossimo, non resta che mettere in agenda EICMA 2022.
Si ringrazia Oberdan Bezzi (Motosketches, Deviantart, Facebook) per l'autorizzazione ad utilizzare le sue creazioni.