Mentre i motori delle Superbike si sono accesi lunedì e martedì in quel di Phillip Island, per l'ultima tornata di test, quelli che tradizionalmente precedono di qualche giorno l'inizio della nuova stagione (questo il calendario completo) e che prenderà il via proprio sul tracciato australiano, DORNA e FIM hanno ufficializzato i regimi di rotazione delle nuove moto che correranno nel 2019.
Come noto, l'attuale regolamento, aggiornato all'inizio dell'anno scorso, prevede che il regime massimo di rotazione dei motori delle WSBK sia pari al valore del limitatore della moto di serie, maggiorato del 3% o, in alternativa, sia dato dal regime di potenza massima aumentato di 1100 giri.
Sulla base di questo, l'organizzatore e la Federazione Internazionale hanno stabilito che la nuova Ducati Panigale V4R potrà raggiungere un regime massimo di rotazione pari a 16350 giri (i 15250 giri della moto acquistabile in concessionaria più 1100 giri), un valore ampiamente superiore a tutta la concorrenza.
La moto che più si potrà avvicinare alla quattro cilindri di Borgo Panigale è la BMW S 1000 RR, il cui limitatore è stato stabilito che sarà a quota 14900 (13800 di serie più gli ormai soliti 1100 giri). E la Kawasaki? Il marchio di Akashi, che da quattro anni domina, con Jonathan Rea, la serie, ad EICMA 2018 ha presentato una versione evoluta del suo quattro cilindri in linea dotata, tra le altre, di bielle in titanio della Pankl in grado di raggiungere 500 giri in più dell'unità 2018 (13500 anziché 13000).
Questa configurazione consentirà alla Ninja di Rea ed Haslam di arrivare a 14600 giri, vale a dire 1750 giri in meno di quella che, anche alla luce dei risultati degli ultimi test invernali ottenuti da Alvaro Bautista, rookie di lusso della categoria, sembra essere la sua rivale più accreditata nella corsa al titolo, la Ducati.
La cosa non ha mancato di sollevare polemiche negli ambienti della tifoseria, con alcuni detrattori del brand di Borgo Panigale che accusano la casa bolognese di beneficiare di un aiuto da parte di DORNA per riportare in Emilia Romagna un titolo Superbike che manca ormai dal 2011. La realtà è però molto diversa.
Occorre partire dal fatto che il tutto rappresenta solo la mera applicazione di una regola peraltro già presente nel regolamento Superbike all'inizio dello scorso campionato. Inoltre, sulla base dei valori massimi di rotazione delle moto di serie maggiorati (per tutti) di 1100 giri, non si può far altro che riconoscere a Ducati il merito di aver realizzato una moto omologata per l'uso stradale in grado di raggiungere regimi di rotazione che nessuna derivata di serie impegnata nel mondiale può avvicinare.
A Borgo Panigale hanno quindi semplicemente realizzato una moto già di base estremamente performante, esasperando la tendenza che negli anni scorsi aveva visto crescere le prestazioni dei modelli stradali per contrastare le sempre più stringenti norme imposte dal regolamento Superbike. Nessun aiuto più o meno velato dunque, al marchio italo-tedesco.
Il brand emiliano sarà inoltre l'unico costruttore a portare in gara una moto con le appendici aerodinamiche, già presenti sulla versione acquistabile in concessionaria. In ultimo, le case potranno utilizzare i limiti del regime di rotazione stabiliti ma, non per questo, saranno tenuti a raggiungere obbligatoriamente tale soglia, pertanto i 1750 giri di differenza tra V4R e ZX-10RR potrebbero essere parecchi meno, con il divario che è verosimile possa essere di 900-1000 giri.