Ducati Panigale V4R: test a Misano

Davide Polo

A volte succedono cose inaspettate e bellissime, come provare la prima Ducati Panigale V4R consegnata in Italia e trovare pure bel tempo a Misano a Febbraio e con pochissima gente a girare.

Quindi grazie alla disponibilità di Ducati Ancona Brothers Moto, lunedì siamo stati in super anteprima a provare la moto da cui Ducati ha tirato fuori il missile terra aria che ha portato Alvaro Bautista ad una incredibile triplete al debutto assoluto (Moto e Pilota) in WSBK.

Ormai tutti sanno tutto della Panigale V4R, i dati e le foto girano prepotentemente sul web già da Eicma 2018,ma, dal vivo come è e come va?

Esteticamente la moto si fa ovviamente guardare, il monoposto, il serbatoio in alluminio a vista e le alette in carbonio sicuramente appagano la vista e danno quell'effetto RACE che più di così non si può.

Salendo da fermi, la differenza più evidente con la V4S (1100) è sicuramente la posizione di guida, cioè ci si trova decisamente più in alto col sedere e più caricati sugli avambracci.

Il modello testato era dotato di scarico originale, non racing, ma già al minimo e dalle prime sgasate per riscaldarla si nota un sound diverso,e soprattutto, si, si sente quel sound che divide gli appassionati, i non ducatisti lo chiamano rumore di ferri, i ducatisti, melodia da Frizione a secco. Che nel caso dell'esemplare testato sul circuito dedicato a Marco Simoncelli, è pure dotato di carter aperto di Spyder, quindi ancora più accentuato. Rumore di casa.

Ok, veniamo all'arrosto. Il meccanico mi porta la moto in pitlane già accesa, salgo, qualche secondo per capire posizione di leve e pedane, ok si va.

Già dai primi metri si percepisce l'estrema agilità e sensibilità della moto allo spostamento del peso del pilota in sella (come si diceva prima per l'altezza maggiore nel retrotreno) e anche il peso sui polsi e gli avambracci conseguente.

Primo giro di riscaldamento e di saratoga antiruggine e poi VIA, apriamo, vediamo come va.

Parlando di erogazione del motore.. Moto da corsa, prima marcia lunghissima, erogazione molto ampia, pare quasi un 2 tempi 4 cilindri. Strana, bella.  La lancetta si capisce subito che si trovi meglio in posizione alta, dagli 8-8500 giri in su, per poi spararsi verso un limitatore che è davvero lontanissimo e che ogni tanto ti fa pensare 'così tanto ancora'? Perchè a orecchio e sensazione sicuramente ti verrebbe da buttar dentro il rapporto successivo almeno 2-3mila giri prima di quello che la moto chiama davvero. Erogazione molto fluida, poco brutale ma dopo qualche giro gli avambraccie le mani ti fanno capire che la moto trainava bella forte andando in avanti.

Ricordando che la moto era strettamete di serie come rapportatura finale, c'è da dire che per le curve del Rio (per chi conosce il circuito romagnolo) la moto si trovava più a suo agio in prima che in seconda, però i giri salgono veloci e non dovendo cercare numeri particolari sul cronometro ma cercando di capire la moto, non dà fastidio quel rassicurante effetto di 'ok, non ti mando in tribuna', d'altro canto l'elettronica già sopraffina della cuginona V4 1100 lavorava benissimo nelle varie situazioni e questa naturalmente non è da meno, anzi.

Frizione, SI, si sente la differenza, e specialmente quando chuidi e riapri piegato nelle curve a destra, ti da quel breve piacere di moto da corsa, che non ti basta mai.

Reparto freni, per chi ha guidato Ducati, sa che sono sempre un fiore all'occhiello, in questa V4R complici anche pastiglie freno più morbide, si può osare molto, anche confidenti dell'ABS sulla ruota anteriore (e con le sempre fiduciose pirelli) sempre attivo anche in mappa Race con cui giravamo.

Quindi, questa V4R vale i quasi 40mila euro a listino? E i 10mila euro in più rispetto alla pur validissima e velocissima Panigale V4S 1100?

Certamente si, ovviamente però utilizzandola nel suo ambiente, la pista. Sicuramente avessero cambiato la carena rispetto alla V4S a tanti potrebbe essere spacciata per una moto completamente diversa.

Le ALETTE, alettano? Se vi dicessi di aver sentito differenze rispetto alla V4S non alettata, non direi la verità, sicuramente anche quelle, come poi del resto la V4R in sè, è naturalmente un mezzo votato si alla pista, ma anche al pilota, sicuramente l'unico che può davvero apprezzare la bontà del pacchetto di Borgo Panigale. Anzi, in attesa di una comparativa al Mugello (a breve) penso che per l'utente normale ( 99% di chi acquista una Panigale V4) la 1100 sia meno affaticante e impegnativa, almeno dal punto di vista fisico di chi la guida.

 

Abbigliamento utilizzato:

Tuta: Dainese Mugello D-Air

Casco: Dainese Airstream Mugello

 

Ringraziamenti a:

Braghi Racing, organizzatore della giornata

Cesare Casale di SnapShot Riccione per le immagini

Ducati Ancona Brothers Moto nella persona di Ivan Mignaniello

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