Ecco perché Aprilia, Honda, Suzuki e KTM contestano lo spoiler della Ducati

Edoardo Scepi

La stagione 2019 del motomondiale è appena iniziata con il gran premio del Qatar e già il "pacchetto" polemiche/ricorsi si è conquistato una bella fetta del panorama. Vediamo come proseguiranno il resto delle gare in calendario. Di seguito una breve spiegazione di come sono andate le cose fino ad ora.

Mentre la Ducati difende la legalità dell'appendice montata sul forcellone delle sue moto, chi ha presentato il reclamo pensa di avere modo di dimostare che questa genera downforce, qualcosa che è proibito dal regolamento.

In primo luogo, vale la pena ricordare che il promotore della protesta è stato Massimo Rivola, nuovo amministratore delegato di Aprilia Racing e uomo che ha più di 20 anni d'esperienza nel paddock della Formula 1, dove ha lavorato con Minardi e Toro Rosso prima di approdare alla Ferrari.

All'inizio di marzo, pochi giorni prima dell'inizio del campionato, Danny Aldridge, direttore tecnico della MotoGP, ha inviato un allegato alle squadre nel quale ha cercato di approfondire l'uso di questo tipo di appendici.

Nella prima versione del regolamento era chiaro che questo deflettore poteva essere utilizzato solamente in caso di pioggia, visto che la sua funzione principale era quella di ridurre la portata dell'acqua sulla ruota posteriore, aumentando la sicurezza per il pilota.

Tuttavia, questa nuova aggiunta ha aperto la porta al suo utilizzo anche con l'asciutto, dopo che la Ducati ha spiegato che, nel suo caso, lo scopo di questo dispositivo era quello di raffreddare la gomma posteriore.

Per gli altri costruttori – esclusa la Yamaha, che è rimasta in disparte, avendo utilizzato a sua volta questo dispositivo a Valencia – il vantaggio aerodinamico offerto da questo pezzo però è evidente. Dunque, lo hanno reso noto alla Race Direction, con il supporto di un ampio dossier tecnico preparato da Rivola, che ha evidenziato il carico aerodinamico generato dal componente.

"Qualche settimana fa, la Ducati ha presentato al Direttore Tecnico un'appendice per il forcellone posteriore ed una copertura per la ruota anteriore, sostenendo che la loro funzione principale fosse quella di abbassare la temperatura della gomma posteriore. Il direttore tecnico ha dato la sua approvazione ed ha inviato le nuove linee guida ai team il 4 marzo" spiega Davide Brivio, team manager della Suzuki.

Prima di presentare il reclamo formale come stabilito dal protocollo, cioè una volta iniziata la gara, Rivola e Brivio hanno contattato Gigi Dall'Igna, direttore generale di Ducati Corse, per fargli sapere che se una delle sue moto avesse montato questo dispositivo, sarebbe scattato il reclamo. E lo hanno fatto sapendo che l'ambiguità del regolamento avrebbe portato il collegio dei commissari a respingerlo in prima istanza, con la convizione che quindi la decisione sarebbe stata presa dalla Corte d'Appello della FIM, a Ginevra. E in effetti, sarà così.

"La Ducati ha equipaggiato la moto di tre dei suoi piloti (Dovizioso, Petrucci e Miller) con le nuove appendici e questo ha scatenato la protesta. L'abbiamo fatto per chiarire una volta per tutte la situazione" ha aggiunto Brivio.

Per Aprilia, Suzuki, Honda e KTM, l'argomentazione della Ducati non è solo falsa, ma anche piena di contraddizioni. Ad esempio, il fatto che il team bolognese sostiene che la funzione principale era quella di raffreddare la gomma posteriore, quando in Qatar la temperatura dell'asfalto non raggiungeva i 25 gradi, quindi in teoria non dovevano esserci problemi di surriscaldamento. E citano anche una massima della F1: quella che dice che ogni grammo che può essere risparmiato, è il benvenuto.

 

 

 

 

 

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