Da quando, 2 anni fa, ho iniziato a mettere le ruote in Africa, viaggiando per 3.500km in Marocco, il richiamo di questo continente non mi ha più abbandonato. A lungo ho pensato di tornare, ricostruendomi un itinerario contando i luoghi che al primo passaggio non ho potuto vedere, e riassaporando quelli che mi hanno lasciato i ricordi più belli.
Un pomeriggio autunnale, con la pioggerellina tipica milanese, ricevo una telefonata da Massimo, della 77Roads, che mi racconta il suo prossimo viaggio in Tunisia, che si sarebbe svolto nella primavera 2019, durante i lunghi ponti di Pasqua e week end annessi. Circa 2.000 km in 7 gg, con partenza ed arrivo a Genova, insieme ad un gruppo di 7-9 persone, obiettivo il sud della Tunisia, passando per i laghi salati, gli altipiani, i siti storici, i luoghi che sono stati set delle riprese di Star Wars e tanta, tanta strada come lui sa organizzare.
Diciamo che ha fatto poca fatica con me… Il fascino dell’Africa chiama e sapevo che con lui sarei andato sul sicuro. Il loro modo di viaggiare è molto semplice ed è quello che preferisco. Ogni partecipante ha un Roadbook sul quale è segnata la strada, i punti di interesse, le svolte e le deviazioni, il tutto corredato da coordinate GPS precise. Ognuno è libero di viaggiare a suo modo, secondo i suoi tempi, fermandosi quando vuole per foto e visite, oppure aggregandosi a qualche altro motociclista se non si vuole viaggiare da soli. Massima libertà, contando che dietro è sempre presente il furgone dell’organizzazione, per ogni evenienza e per portare valigie ed attrezzatura nel caso uno voglia viaggiare leggero. Massima libertà, ma in sicurezza. E’ questo ciò che cerco in un viaggio che deve appagare anche la voglia di un po’ di avventura.
Cosi accetto il suo invito e parto alla volta di Genova, dove ci attende il traghetto per una lunga traversata fino alla Tunisia, in un piovoso giorno di fine maggio 2019 (la pioggia sarà una costante in territorio italiano anche durante il rientro da Genova 9 giorni dopo, ndr.). Parto leggero, con abbigliamento Dainese estivo ed un completo antipioggia della Spidi, con cui ormai viaggio da tempo; all’occorrenza, se dovesse abbassarsi la temperatura, mi equipaggio con maglie termiche ed antivento.
Il ritrovo è fissato per le 15 del pomeriggio al porto di Genova, dove arrivo sotto l’acqua ma asciutto ed iniziano le formalità doganali, biglietti, cabina e documenti da compilare per la dogana all’arrivo a Tunisi. L’imbarco procede svelto e dopo poco sono già in cabina a sistemarmi. Il viaggio durerà circa 22h, per cui c’è tempo per conoscere gli altri e studiarsi il percorso.
Il giorno in nave passa veloce, tra giri sul ponte, chiacchiere e qualcosa da bere. Arrivo verso le 16 a Tunisi, scendo ed inizio le formalità doganali. È uno dei varchi più efficienti di tutta l’Africa ma… siamo pur sempre in questo particolare continente e la cultura ed i tempi assumono un significato diverso da quello che siamo soliti pensare noi italiani.
Si inizia con dei documenti da compilare ed un impiegato della dogana, aiuta i turisti stranieri nella compilazione dei fogli che sono solo in arabo e francese, dietro elargizione di una mancetta, diciamo per snellire l’impiccio, bene cosi. Poi qualche altro timbro, fogli scritti sempre in arabo e francese, allo sportello dell’assicurazione RC per 20 gg al costo di circa 15€ (purtroppo accettano solo dinari per cui occorre prima cambiare qualcosa). In circa 2h sono fuori, senza troppi problemi, ed onestamente rimango anche sorpreso dalla cordialità delle persone e dalla “particolare” efficienza delle procedure, contando gli innumerevoli documenti passati di mano.
Cosi parto con tal Marco, un altro avventuriero del nostro gruppo, verso l’hotel dove alloggeremo per le prime 2 notti, tenendo presente che il giorno dopo ci sarà la visita alla medina di Tunisi, ovvero l’affascinante città vecchia (in tunisino “medina” significa proprio questo), ed al Museo del Bardo, che contiene, tra l’altro, la più grande collezione di mosaici romani del mondo.
Ci troviamo la mattina presto (ma non troppo…) per visitare la Medina, che, come tutti si possono immaginare, è un miscuglio ed un tripudio di colori, odori, sapori, usanze ed atmosfere particolari. Devo dire che la cosa che mi ha più colpito all’inizio, è stata la forte occidentalizzazione delle donne tunisine, che scelgono tra abbigliamento tradizionale ed occidentale, per cui può capitare di vedere una donna con il volto coperto oppure delle donne con outfit molto più occidentali e sbarazzini quasi da “riviera romagnola” (ci siamo capiti…)
Considerazioni folcloristiche a parte, la Medina è una specie di labirinto di infinite vie che si snodano ed intersecano all’interno del centro storico, con innumerevoli bancarelle, negozi e venditori (principalmente per turisti), dove il fascino della contrattazione sul prezzo prende il sopravvento sulla razionalità di quello che si sta comprando.
Anche perché per questo paese, come per molti altri paesi africani, è nella loro cultura il rito del contrattare quando si acquista. Non essendo molto avvezzo a questo tipo di approccio culturale sulla compravendita, da bravo turista al primo acquisto, non contratto a sufficienza e non faccio un buon affare comprando delle confezioni di spezie, souvenir e altra oggettistica. Ma mi ravvedo subito, cambio modalità di acquisto da occidentale a nord-africano ed entro in modalità “contratto qualsiasi cosa” aggiungendo di volta in volta, anche con qualche gustoso siparietto in cui fingo di andarmene se il prezzo non scende a dovere!
Il Museo del Bardo mi accoglie nel pomeriggio e mi lascia decisamente di stucco; è un museo archeologico che contiene, fra le altre, la più ricca collezione di mosaici romani del mondo, tutti in perfetto stato di conservazione. Ci si può perdere letteralmente tra i suoi corridoi e si rimane estasiati dall’organizzazione, che si sviluppa in sei dipartimenti che riflettono le tappe archeologiche del paese: il periodo preistorico, punico, romano, cristiano, arabo-islamico e quello relativo all' archeologia sottomarina.
Il 18 marzo 2015 il museo ha subito un attacco terroristico che ha causato 25 morti, molti dei quali erano turisti. Sono ancora visibili i segni dei proiettili di kalashnikov lasciati intatti sui muri, un senso di brivido mi sale da dietro la schiena pensando a come possono essersi svolti quei tragici momenti.
Mosaici, statue, sculture, e tra le altre cose vengo rapito da questa rappresentazione della Chimera Mitologica che, a quanto ci dice la guida, rappresenta Satana nella cultura tunisina.
La storica città punica di Cartagine si trova nei dintorni di Tunisi, a 16 chilometri a nord-est della capitale. L'antica città punica, fiorente in età antica, distrutta e ricostruita dai Romani, è oggi un ricco sobborgo della città. Possiede numerosi siti archeologici, per la maggior parte romani, ma anche punici. Il 27 luglio 1979 è stata classificata come patrimonio dell'umanità dell'UNESCO. Rimango affascinato dalla varietà di reperti e dalla vista sul golfo, che si scorge dalla sommità della collina.
È giunta l’ora di tornare in albergo e preparare la tappa del primo vero giorno di tour, oltre che approfittare della cucina tunisina ed immergersi in prelibatezze tipiche della zona.
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