ANCMA: discutibili decisioni del Governo

Valerio Garagiola

Alla luce del recente dcpm, ANCMA rilascia una dichiarazione dove vengono evidenziate le lacune organizzative e strutturali di questo ultimo decreto legislativo

Le modalità di attuazioni del nuovo dcpm sono tutt'altro che chiare; la ANCMA, così come diverse associazioni, stanno rilasciando dichiarazioni riguardo il proprio settore. Nel caso specifico, l'aspetto che lascia più attoniti è la superficalità con la quale si concendono libertà di movimento.

Ci chiediamo come sia possibile immaginare una mobilità della ripartenza contraddistinta da un maggiore ricorso all’utilizzo delle due ruote con i negozi di biciclette ancora chiusi. Da giorni, partecipiamo a tavoli e leggiamo dichiarazioni di rappresentanti delle istituzioni a livello nazionale e locale che annunciano incentivi e sottolineano il protagonismo delle due ruote, ma la pianificazione della mobilità urbana in questa direzione non può non considerare che una rete nazionale di oltre 2500 negozi che può offrire un servizio ai cittadini, anche adottando iniziative commerciali ad hoc per la situazione sanitaria, abbia ancora la saracinesca abbassata: è irrazionale.

Di fronte a un ragionevole aumento dell’utilizzo delle due ruote, la conformazione urbana di molte città suggerisce di non dimenticare il tema dalla sicurezza di ciclisti e motociclisti. Non solo sarà indispensabile fare appello ai cittadini di adottare comportamenti rigorosi e ancora più responsabili, ma anche permettere loro di comperare dotazioni di sicurezza, caschi, caschetti e abbigliamento protettivo con più facilità. Per questo chiediamo nuovamente a nome di tutto il settore di riaprire i negozi il prima possibile e auspicabilmente di prevedere forme di defiscalizzazione per l’acquisto di materiale protettivo e altri dispositivi di sicurezza.

La situazione attuale non permette di poter utilizzare moto o biciclette in condizioni di sicurezza, senza contare che al momento è ancor più difficile poter portare il proprio mezzo dal meccanico in caso di emergenza. Il settore delle officine moto è solo l'ennesimo settore che rischia il collasso, a causa della mancanza di linee guida precise e dettagliate. A questo punto, vedremo quante saranno le officine che arriveranno a fine pandermia oppure a fine anno.

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