Il Sars-Cov-2 e relativa malattia (il Covid-19) non hanno solo scompaginato le vite di tutti noi, ma hanno anche cambiato, stanno cambiando e cambieranno i piani delle case costruttrici, anche in virtù della possibilità che alcune normative possano variare o venire posticipate, prima tra tutte l'entrata in vigore dell'obbligo di immatricolare esclusivamente moto Euro 5.
Si potrà obiettare che è già così, dal momento che le moto vendute dal I gennaio di quest'anno dovevano già essere compatibili con le nuove specifiche anti-inquinamento. Vero, ma con un distinguo, la deroga. Come già avvenuto nella transizione tra Euro 3 ed Euro 4, quando i costruttori hanno avuto 24 mesi per esaurire le scorte di mezzi rispondenti alla precedente normativa, anche in questo caso ci sarà tempo (fino al 31-12-2020) per fare altrettanto con le moto Euro 4.
L'emergenza Covid-19 ha però portato ad una stagnazione del mercato, per l'intero settore automotive, che dura ormai da quasi due mesi, senza contare l'impatto che il lock-down ha e potrà avere sulle finanze dei potenziali acquirenti e sulla loro intenzione di mettersi in garage una nuova moto.
Questo significa che, quasi certamente, i due mesi di stop peseranno sul volume annuale di vendite/immatricolazioni, originando numeri importanti in termini di mezzi invenduti. Il problema riguarderà specie le moto di cilindrata medio-alta, che hanno principale diffusione nei mercati dei pesi industrializzati. Le altre, tipicamente fino a 400 cc, avranno forse qualche possibilità in più di essere rilocate a livello globale, anche a fronte di costi aggiuntivi per le case, non fosse altro per aspetti di logistica.
La situazione è ulteriormente complicata dal fatto che, per certi modelli, dotati di motori non aggiornabili all'Euro 5, i costruttori hanno previsto il loro avvicendamento con mezzi completamente nuovi, per i quali già esposte a tutti gli investimenti per ricerca, sviluppo ed industrializzazione, valutabili in almeno 12-15 milioni di € a modello e in 24-36 mesi di lavoro per arrivare al prodotto finito nelle concessionarie. Dunque?
Le strade percorribili non sono molte. Una potrebbe riguardare l'estensione di 6 o 12 mesi del periodo in cui le moto Euro 4 possono essere vendute. le nuove scadenze potrebbero essere il 30 giugno 2021 o il 31 dicembre 2021. L'allungamento del periodo potrebbe dare la possiblità, al mercato, di assorbire quello che invece sarà certamente un surplus di mezzi alla fine di quest'anno.
La seconda, più onerosa per le case, potrebbe vedere invariate le scadenze riguardanti l'Euro 5, con marchi e relative reti vendita impegnati, con sconti ed agevolazioni varie, ad eliminare tutto il parco Euro 4 a deposito prima della fine dell'anno in corso. Tutto ciò si tradurrebbe in un grande numero di occasioni per chi vorrà cambiare moto, con comunque l'incognita della disponibilità delle persone a volerlo fare e con la certezza di minor guadagno da parte dei costruttori.
Il tutto al netto di eventuali incentivi che le varie nazioni potrebbero decidere di attuare, a livello locale o comunitario, per sostenere il comparto automotive, uno dei pilastri dell'economia industriale moderna. La sensazione è che, in qualunque modo andrà a finire, non sarà una operazione indolore.