Il mondo delle corse non è solo il CIV; come gli appassionati ben sanno, il panorama delle gare dedicate agli amatori ed ai più portati è molto vario. Si può spaziare dal Motoestate, che si svolge principalmente al Nord Italia e copre diverse categorie (dalle più classiche 600 e 1000 fino ai Supermono), fino al Meetind d'Epoca, dove concorrono mezzi (e brand, come Moto Guzzi) che hanno fatto la storia del motociclismo nazionale ed internazionale. Le persone e le gesta che compiono sono ciò che riempono le pagine dei libri e l'Associazione Sportiva Alemoto lo vuole fare lo vuole fare a modo suo con un progetto molto particolare: correre nel campionato Motoestate, nella categoria Battaglia dei Bicilindrici, con una Ducati 999 in stile Itasha.
Come nasce Alemoto Corse?
L' Associazione Sportiva Dilettantistica Alemoto si occupa principalmente di corsi di pilotaggio per bambini; il nome nasce nasce da Ale (il nome del Titolare della ASD) e Moto, una combinazione semplice e che entra subito in testa. La realtà Alemoto nasce nel 2000, quando decisi insieme alla mia compagna Loredana di voler lasciare il segno nel settore delle due ruote in qualche modo. Durante gli anni di attività, ho avuto occasione di lavorare con la famiglia Daverio (impegnata nel mondiale Supermotard con Aprilia, per poi spostarsi nelle competizioni ClassicMX), con l'ingegnere Marco Caccianiga (background in Formula1 e GP2, attualmente impegnato in KTM per lo sviluppo dei motori Moto3) e con l'ingegnere Allan Segale (ha collaborato a sviluppare auto per le gare Endurance). Infine, non per importanza, per il suo supporto morale, tecnico e umano, Luca Donnarumma, in Arte Mega-ne, che ha preso parte all'ultimo particolare progetto: Ducati 999 Itasha.
Quali ricordi hai delle gare passate con la Ducati 999?
Ho molti ricordi collegati al periodo che va dal 2015 al 2016. Non partecipo a competizioni da allora.
Nella gara uno del Campionato Supertwin di Varano 2015 partivo con la Pole position di categoria. La moto prende fuoco quando ero in testa, rovinando così il sogno di una vita, ma con il supporto dei miei collaboratori, ci rimettemmo in piedi e vincemmo Gara Due conquistando il nostro primo trofeo a Varano de Meregali. Questa gara mi fa pensare a quanto mi potrà mancare un futuro confronto con Fabrizio Tinti, pilota di riferimento di categoria molto apprezzato dal paddock e dagli appassionati, che purtroppo è venuto a mancare anni fa. Poi Vallelunga, un'altra vittoria inaspettata, ed un fantastico terzo posto a Misano con 40 piloti in griglia, sensazionali esperienze e indescrivibili emozioni che, a 46 anni, valgono doppio.
A quali gare / eventi parteciperete e con quali obiettivi?
Parteciperemo a tutto il campionato della Battaglia dei Bicilindrici, evoluzione del Trofeo Supertwins dove debuttai nel 2010. Correrò nella categoria Veloce con la Ducati 999S, moto non più recente ma che conosciamo molto bene.
Gli obbiettivi sono di terminare tutte le gare: siamo una piccola realtà, dove faccio sia da meccanica e da pilota; tuttavia, se penso che come wild card ho vinto due volte, posso osare ad obiettivi più alti. Gli avversari avranno il mio stesso obbiettivo. Sara proprio una bella Battaglia dei Bicilindrici.
Come è nata l'idea di unire il Giappone e l'Italia sulle carene di una moto?
Più che un’idea, è stata un’occasione. Avevamo la moto italiana e Mega-Ne è un illustratore che ha studiato disegno per diverso tempo in Giappone. Il fenomeno Itasha (decorare moto ed auto con immagini di personaggi appartenenti al mondo degli anime, dei manga o dei videogiochi giapponesi) in Italia è ancora di nicchia e quindi abbiamo trovato l'idea di portare qualcosa del genere sulle piste come un'occasione unica. L'obiettivo è quello di farci notare e far conoscere l'arte di Mega-Ne, nella speranza che qualche altro appassionato possa volere una moto come la nostra. Ricordo una gara, a Vallelunga dove partivamo nelle posizioni centrali della griglia di partenza, ma nonostante questo tutte le foto e la folla in pit lane era intorno alla nostra moto. Tutti gli steward ricordano la nostra moto anche a distanza di anni.
A vostro avviso, perché il fenomeno Itasha non ha ancora preso piede in Italia?
Non credo che l’Italia, ma come qualsiasi altro posto del mondo oltre il Giappone, possa attecchire uno stile del genere. Il fumetto nella nostra cultura non permea tutti gli strati indistintamente della nostra vita quotidiana. I fumetti in Giappone sono in tutte le librerie, a qualsiasi ora accendi la TV trovi un anime in onda, se ti giri in centro a Tokyo trovi sempre un cartellone pubblicitario fatto in stile fumettistico, anche la cartellonistica nella metropolitana è disegnata in stile anime. A volte se ti guardi i piedi mentre cammini per strada trovi anche i tombini con disegni in stile fumettistico. In Giappone il mercato del fumetto muove molto denaro; gli operatori del settore, a differenza dell’Italia, hanno parecchi soldi da investire e quindi aziende come la Good Smile possono permettersi di essere lo sponsor di maggioranza del Team BMW che corre nel DTM nazionale. Questo poi porta allo spirito di emulazione e quindi a trovarne anche per strada.