Mentre fonti assolutamente non ufficiali continuano ad indicare come in arrivo la fantomatica Honda V4 supersportiva (nonostante Kuwata-san abbia smentito la cosa svariate volte, tra cui qui, Honda V4 supersportiva: progetto cancellato?), nella realtà la casa di Tokyo è al lavoro sullo sviluppo della CBR1000RR-R dei prossimi anni, per la quale ha recentemente depositato un brevetto che potrebbe essere rivoluzionario.
Questo sulla base del fatto che riguarda un aspetto, quello delle appendici aerodinamiche (le celebri winglet) divenute ormai dotazione di tutte le 1000 supersportive. Arrivate del mondo della MotoGP e sbarcate poi nella produzione di serie e, conseguentemente, nella Superbike, hanno rappresentato un cambiamento epocale, sia dal punto di vista tecnico che estetico.
Per molti le moto sono più "brutte" anche se più performanti, ma questo trend potrebbe essere invertito dalla casa dell'ala dorata. Alla base del brevetto depositato e reso noto dai colleghi di Cycle World qualche giorno fa, un sistema incentrato su dei passaggi d'aria sul cupolino che, nell'intenzione dei tecnici giapponesi, dovrebbero dare un contributo essenziale nel generare deportanza (l'altrettanto famoso downforce), senza il bisogno delle alette.
Questo sarebbe possibile grazie alla particolare forma ad ala rovesciata, sia dei passaggi che del cupolino, che permetterebbe anche di convogliare in modo più efficiente il flusso dell'aria attorno al pilota ed in uscita nella parte posteriore della moto. Questo originerebbe benefici sia in termini di stabilità della moto che di diminuzione della turbolenza, un aspetto sempre fastidioso per il pilota.
L'eliminazione delle appendici aerodinamiche senza perdere però deportanza, sortirebbe anche diversi altri effetti positivi. Tra questi la diminuzione della sezione frontale, con conseguente miglioramento del coefficiente aerodinamico (un'altra sigla molto conosciuta, Cx), che consentirebbe migliori accelerazioni e velocità di punta più elevate. L'aumento delle performance avverrebbe in concomitanza con la diminuzione del consumo di carburante.
Ultimo e non meno importante aspetto, le moto riguadagnerebbero una linea più filante ed in linea con il passato. Condotti dell'aria sul cupolino ed ali rovesciate. Ce n'è abbastanza per far venire alla mente alcune realizzazioni del passato. La prima, prettamente motociclistica, riguarda proprio gli air duct di moto che hanno fatto la storia, come la Kawasaki ZXR 750 ed altri capolavori degli anni '90. All'epoca però la funzione dei condotti era diversa, vale a dire di convogliare l'aria nell'airbox per alimentare il motore.
La seconda è una pura e semplice suggestione che proviene dal settore aeronautico e, più precisamente, dagli anni '40 e dal primo esperimento di ala negativa del bombardiere tedesco Junkers Ju287, a cui sono poi seguiti esempi più famosi come il Grumman X-29 statunitense degli anni '80 ed il Sukhoi Su-47 degli anni '90, tutti curiosamente rimasti allo stadio prototipale.
Con il suo brevetto Honda è invece molto più concreta e, anche se il tutto non troverà sbocco immediato nella produzione di serie della prossima CBR1000RR-R, potrebbe lasciare un segno indelebile nel futuro delle supersportive di Tokyo, oltre a fornire una risposta all'interrogativo sul se sia possibile rinunciare alle appendici aerodinamiche senza perdere in prestazioni. La Fireblade è stata appena rivista proprio nell'aerodinamica, acquisendo le winglet e ci si attenderebbe che per almeno un anno non ci siano cambiamenti.
La casa dell'ala dorata è però in piena rivoluzione, con i reparti corse di MotoGP e Superbike impegnati nell'inseguire i concorrenti sul fronte della competitività delle moto. Sulla base di questo e sulla considerazione del fatto che si è pur sempre in presenza del più grande costruttore di moto al mondo, le sorprese potrebbero arrivare già dai saloni autunnali. Non resta che attendere.
Credit immagini: Cycle World