Nuova Suzuki GSX-R 750 in arrivo. Addio alla GSX-R 600

Gianluca Salina

Vento di novità, nel settore delle supersportive, per Suzuki, che sarebbe al lavoro sulla nuova GSX-R 750, mentre non ci sarebbero piani per una versione Euro4 della GSX-R 600, la quale terminerà probabilmente la sua corsa con l’attuale modello, che può essere venduto in deroga per il 2017 ed il 2018.

Dopo aver rinnovato la sua top di gamma GSX-R 1000 introducendo, in anteprima su un modello supersportivo di serie, il variatore di fase, Suzuki sarebbe al lavoro su una nuova versione della GSX-R 750, la prima vera Gixxer della storia, oltre che base della casa di Hamamatsu per la Superbike e che corse fino alla fine della stagione 2002, prima di essere rimpiazzata dalla mille, cubatura prevista dai regolamenti SBK dell'anno successivo.

Unica settemmezzo sportiva oggi in commercio rappresenta, insieme alla Ducati 959 ed alla MV Agusta F3 800, l'anello di congiunzione tra le hypersport da un litro e le ormai "piccole" 600, avviate sul viale del tramonto in quanto stritolate dalla morsa di un mercato, da un lato in crisi e dall'altro che spinge verso cubature più importanti.

Accade così che le case costruttrici, a fronte di esigui numeri di vendita, abbiano via via deciso di non più produrre le proprie entry-level al mondo delle supersportive, anche perché lo sviluppo di un nuovo modello di questa classe presuppone investimenti assai vicini a quelli che servono per una nuova 1000. A tutto questo oggi si aggiunga la necessità di avere motori Euro4, come da direttive comunitarie ed il dado è tratto.

Prima è stata la volta di Honda, che ha annuncia lo stop alla produzione della CBR 600 RR. La casa dell'ala dorata è stata quindi seguita da Kawasaki, nel cui listino 2017 è sparita la ZX-6R, con Suzuki che si è anch'essa aggiunta al coro dei marchi che, per il momento, non intendono "ringiovanire" le loro 600 sportive. Unica eccezione Yamaha, la quale ha rinnovato nell'estetica ed in parte dei contenuti, la sua YZF-R6.

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Niente più GSX-R 600 quindi, nel listino del brand di Hamamatsu che però, come detto, si appresterebbe a rinnovare la 750. La cosa non dovrebbe essere immediata, dal momento che i costruttori godono di una deroga, per il mercato europeo, che consente loro di vendere modelli privi di omologazione Euro4 ancora per il 2017 ed il 2018.

Logico quindi attendersi che il nuovo GSX-R 750 potrà arrivare (il condizionale è sempre un must, in questi casi) nelle concessionarie non prima del prossimo anno o forse addirittura nel 2019. Priva di concorrenza diretta (anche se le due italiane citate in apertura sono, di fatto, le sue rivali), non ha bisogno di una ulteriore iniezione di potenza rispetto agli attuali 150 cavalli.

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Quello però che certamente potrebbe subire una evoluzione sarà l'elettronica, al pari di sospensioni e diversi altri componenti. Forse Suzuki non arriverà ad utilizzare, anche sulla GSX-R 750, le pinze Brembo M50 accoppiate ai dischi da 330 mm impiegati sulla mille, così come la forcella Showa BFF pressurizzata dovrebbe rimanere appannaggio della SBK-replica di Hamamatsu, ma è lecito attendersi un deciso passo in avanti nei diversi comparti, come sempre avviene in questi casi.

Al momento e come sempre, nei piani alti del costruttore giapponese, tra l'altro al lavoro anche sulla nuova Hayabusa, tutto tace, ma se la moto dovrà essere a listino nel 2018, dovrà necessariamente essere presentata ad EICMA tra pochi mesi. Diversamente, sarò tutto spostato di un anno, per quella che resta la bandiera della sportività Suzuki dal 1985 ad oggi.

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