Project Bruno, quando una FIAT 500 del ’65 incontra una Ducati 996

Luca De Tommaso

I ragazzi di The Dip Monkey hanno infilato il motore di una Ducati 996 nel cofano di una FIAT 500. Il risultato è un restomod che rappresenta un incrocio tra un icona italiana del design e un’icona, sempre italiana, della velocità.

Penso che nessuna delle due necessiti di presentazioni. La Fiat 500, la mitica, unica ed inimitabile automobile, quella che, quando viene anche solo citata, fa scendere una lacrimuccia a tutti quelli che hanno avuto il piacere di possederne una. Conosciuta da molti e amata da tutti. Questo è probabilmente il migliore, se non l'unico modo di descrivere la 500, ovvero come un'automobile capace di attraversare lo spazio ed il tempo, parlando, grazie alle sue incredibili linee, a più generazioni.

La Ducati 996 è magari un po' meno conosciuta. Derivata dalla mitica Ducati 916 (che viene considerata tra le più belle moto di sempre), tra gli anni 90 e 2000 correva nel campionato SuperBike, polverizzando la concorrenza in tutto e per tutto. Forse è proprio pensando alla storia della 996, che The Dip Monkey Garage ha deciso di prendere il cuore di questa icona, ovvero il motore bicilindrico a V da 996 cc, e "donarlo" ad una 500. E' così che è nata la Project Bruno.

Molte parti della vettura hanno dovuto subire degli interventi importanti: per sopportare le sollecitazioni, il telaio è stato rinforzato. È stato installato un roll-bar e i passaruota sono stati allargati, così da poter ospitare delle ruote di dimensioni più generose. Altro intervento importante è stata l'adozione della fibra di carbonio, così da andare a irrigidire e rinforzare la struttura, senza aumentare eccessivamente il peso.

Anche le sospensioni sono state modificate. La "Bruno" monta adesso un assetto con sospensioni ad aria. Queste hanno il vantaggio di avere caratteristiche simili alle tradizionali sospensioni a molla, con il vantaggio di poter modificare l'altezza dell'auto, andando a gonfiare e sgonfiare dei "cuscinetti" d'aria, che svolgono appunto la funzione delle molle nelle sospensioni convenzionali.

Altre modifiche sono poi state fatte al piantone dello sterzo, che risultava troppo delicato alle nuove sollecitazioni a cui sarà sottoposto dal motore e dalle nuove ruote più larghe. La strumentazione e l'abitacolo sono stati poi spogliati e resi più racing, con dei sedili da gara ed un volante con il rilascio rapido. Anche i freni sono stati resi più racing, grazie all'adozione di un impianto frenante a disco, rispetto ai più datati tamburi con cui era originariamente equipaggiata la 500.

Il cofano anteriore e il copri motore sono stati rimossi, per far spazio ad un serbatoio all'anteriore e ad un retrotreno molto importante. A spiccare è un alettone posteriore imponente, che si estende al di sopra del tettuccio. Dal vano motore si intravede il mitico bicilindrico Ducati, oltre a due massicci terminali di scarico Termignoni

Per concludere, anche le luci sono state modificate, montando un impianto a led in stile rally, che spicca all'anteriore. La colorazione è anch'essa unica nel suo genere. Si tratta di una tonalità di verde mista ad un blu, con dei riflessi molto particolari. Sulle fiancate dell'auto ci sono degli adesivi, che rendono il look di questa 500 ancora più aggressivo.

Il "Project Bruno" è dunque concluso, ma è molto interessante vedere anche le reazioni della gente. Sui social si leggono commenti controversi; in alcuni casi viene esaltata, in altri criticata. In questi ultimi la “Bruno” viene definita troppo esagerata e mostruosa. Il progetto in questione, infatti, come molti altri resto-mod, non viene accolto benevolmente da chi ritiene che ci siano delle barriere oltre le quali non bisogna spingersi. Il Team di The Dip Monkey Garage non sembra però fare caso ai commenti negativi, a cui rispondono ironicamente.

Che dire quindi, la 500 di The Dip Monkey Garage è sicuramente un’auto esagerata e vistosa, ma non si può negare il fascino di vedere una 500 portata all'estremo, sia meccanicamente che stilisticamente. L'adozione di un motore Ducati è poi una vera e propria chicca, dato che, probabilmente, era l'unico propulsore in grado di rendere questo progetto, già affascinante, ancora più incredibile.

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