Ricordi di pista: Yamaha FZ 750 Genesis, un test finito male!!!

Alessandro Bianchi

Ricordi di pista. Un test finito male, soldi spesi, lavoro e dedizione si sono volatilizzati in un batter d’occhio!!!
Quando il polso destro prevale sulla ragione… il racconto tragicomico del nostro Alessandro Bianchi sullo shakedown in pista di una moto leggendaria, la Yamaha FZ 750 Genesis.
https://www.ddg-magazine.com/ricordi-di-pista-yamaha-fz-750-un-test-finito-male/

Correva l’anno 1986, a quei tempi ero impegnato nel campionato Italiano Sport Production con la Yamaha RD 350, ricordo che un bel giorno il Team Moto Special, di cui facevo parte in qualità di pilota, ebbe la brillante iniziativa di voler partecipare alla terza ed ultima gara del campionato Italiano Endurance di Vallelunga, una gara che si sarebbe svolta nelle 4 ore diurne, con l’intento di dar vita ad una nuova competizione di durata, che si sarebbe dovuta interporre come alternativa tra la 8 ore di Suzuka che si teneva in Giappone e la 24 ore di Le Mans in Francia. Uso il condizionale, poiché l’agognato successo tanto auspicato non arrivò mai e la brillante iniziativa si spense direttamente sul nascere con la prima edizione ! 

Alla competizione parteciparono al tempo parecchi piloti Italiani e le coppie formatesi per la gara erano particolarmente interessanti : La Ferla/Brutti ( che conclusero al secondo posto), Fugardi/Costantini 5°posto, Castrichini/Degli Esposti 7°posto ed altri.

Ma andiamo oltre e arriviamo al sodo, un bel giorno il mio direttore Sportivo mi propose di partecipare alla suddetta competizione in coppia con il mio amico-compagno di squadra Giuseppe Molteni, e per l’occasione avremmo avuto a disposizione una meravigliosa e nuovissima Yamaha FZ 750 Genesis.

Al tempo questa moto era ambitissima poiché rappresentava l’apice dello sviluppo tecnologico dei quattro cilindri Giapponesi di serie, alzando decisamente l’asticella in termini prestazionali, con un motore in alluminio, dotato di cinque valvole per cilindro, inclinato di 45°, capace di erogare ben 106 cv a 10.500 giri !! Ad un anno dal suo lancio vinceva aggiudicandosi nell’86 la 200 miglia di Daytona con il grande Eddie Lawson, insomma una moto che  faceva  venire l’acquolina in bocca a qualsiasi pilota e la possibilità di partecipare ad una competizione di endurance con cotanto mezzo, ovviamente mi trasmise un forte stato di eccitazione misto ad euforia !!!!

Ma veniamo al dunque, la moto che avevamo a disposizione era praticamente nuova ed ovviamente totalmente di serie, dunque il primo step consisteva nel spogliarla dalle vesti stradali e trasformarla in una moto da corsa. Ricordo che il lavoro e la dedizione rivoltagli durò parecchi giorni compresa anche qualche notte. Nel mio caso, fortunatamente, non essendo un tecnico e non avendo cognizione meccanica, non venni coinvolto nella radicale e lunga opera di trasformazione.

Finalmente arrivò il fatidico giorno in cui si passò alla fase pratica !! La moto era pronta per essere rodata e testata e per l’occasione con grande gioia ed emozione fui scelto per svolgere i primi test a Vallelunga. Ricordo che quando la tirammo giù dal furgone, fu oggetto di attrazione ed interesse di molti appassionati che si fermarono ad ammirare quello che al tempo rappresentava un’interessante innovazione resa competitiva ed abbellita da una miriade di componenti racing. 

Si partiva dallo scarico, sostituito con il meraviglioso completo quattro in uno della Yoshimura, i cerchi in lega alleggeriti, un nuovo impianto frenante della Brembo, tubi in treccia ad alta pressione, piastra di sterzo alleggerita ed ovviamente tutta la parta dell’elaborazione del motore che non si vedeva ad occhio nudo ma si sentiva chiaramente una volta accesa la moto !! Una vigorosa e rauca voce baritona amplificata dallo Yoshimura tuoneggiava tra i box di Vallelunga richiamando un ulteriore platea di curiosi !!!

Cavolo, quanto era bella, ora era una vera moto racing, anche la strumentazione era stata smontata lasciando solo il contagiri e le spie temperatura acqua e olio. L’alzata delle camme era stata resa più estrema, i pistoni alleggeriti, mappa e centralina dedicata e atre diavolerie che non saprei descrivere, facevano il resto.

Arriviamo al dunque

Con il cuore che mi batte dall’emozione e dall’impazienza di provarla, entro nel furgone, mi cambio di fretta e furia ed in un battibaleno sono pronto al cospetto della magnifica creatura, E’ pronta, il mio amico Maurizio, principale finanziatore del team, grande esperto di meccanica, nonché proprietario della moto sta scaldando il motore, il ruggito prodotto, ritmato dai costanti e reiterati colpi di gas prendono vita somigliando al ruggito di un leone in gabbia.

Sono pronto, mi tirano giù la moto dal cavalletto e salgo in sella, Maurizio si avvicina al mio casco e mi dice:” Mi raccomando è tutto nuovo, entra piano, fai tre giri sciolto e poi rientri che facciamo la pressione, ricorda che abbiamo tolto il limitatore, non tirare oltre i 7000 giri non fare cazzate, qui hai tanta carne al fuoco, presta attenzione, abbiamo speso un mare di tempo e di soldi !! “ annuisco con la testa e porgo il pollice in senso affermativo  ed entro.

Che sensazione !! Mi sembra un’astronave, abituato con la Yamaha RD 350, piccola, leggerissima ed agile come una piuma, mi sento quasi costretto dal peso e da una postura caricata sull’avantreno, complici i semimanubri bassi e spioventi che mi trasmettono un inedito senso di scarsa agilità. Dopo essermi immesso con molta cautela nell’ultimo tratto di rettilineo mi trovo ad affrontare subito la Viterbo. Percorro ad andatura lenta, forse troppo, la moto tende a cadere dentro la curva, non va bene, timoroso decido di cambiare il passo dando un leggero afflato ai quattro mikuni da 34.

Subito la moto reagisce, il motore cambia la sua timbrica mostrando un carattere iper reattivo al quale non ero abituato, la spinta che trasmette è tanta e mi rendo conto che devo prestare molta attenzione a come doso la manopola !! Affronto il Tornantino in maniera precaria non avendo chiaro in mente come gestire la percorrenza, quindi mi trovo di fronte alla esse, mi accorgo che se vado troppo piano la moto diventa spigolosa e perde fluidità, quindi comincio a girare manetta deciso, azzzzzz………. quanta roba !!!

Non sono abituato a tutta questa spinta, la moto cambia assetto radicalmente si schiaccia acquistando stabilità. La musica cambia, la rauca voce stentorea del quattro cilindri di Iwata si fa subito sentire con rabbiosa prepotenza, quasi a volermi incitare a girare la manopola !!! Mi trattengo, non posso e inoltre non conosco nulla del comportamento di questo super mezzo. Piccolo rettilineo che precede la Roma ed  entro con maggior velocità, l’ingresso mi richiede un certo impegno fisico al quale non sono abituato, l’Rd 350 entra con pochissima fatica, il problema con lei sta poi nella percorrenza che richiede doti di funambolismo circense!!

L’avantreno dell’FZ rispetto a quello dell’RD 350 è granitico, una volta impostata la traiettoria della Roma, mi accorgo con stupore che non ho bisogno di correggere e gestire la percorrenza, segue la linea impostata come un treno su di un binario, ritrovandomi senza sforzo all’uscita della Roma, il primo giro è andato !!! Percorro il rettilineo fluido, snocciolando velocemente le marce controllando sempre i giri, anche se percepisco che questo motore scalpita per esprimere il suo enorme potenziale.

Passo di fronte al muretto dei box e vedo Maurizio con Emilio (il mio direttore sportivo), che mi osservano attentamente e percepisco tensione e curiosità nel sapere le mie prime impressioni.

Non faccio in tempo ad appoggiare la quinta che mi ritrovo già all’ingresso della Viterbo, cavolo, i cavalli in più si sentono eccome, anche senza dar fiato al motore !!! Entro più forte e più deciso, la frenata è potente e trasmette sicurezza, mi devo abituare solo ad inserirla con il corpo, poi il resto lo fa lei !! Cavolo come scorre, più aumento la velocità e più scorre imperturbabile sulla linea di traiettoria aumentando il feeling sull’anteriore, senza accorgermene sento la saponetta che si appoggia sull’asfalto malgrado le slick non siano ancora in temperatura, eppure non sto forzando !!

Arrivo al Semaforo, entro più spavaldo, forzo l’ingresso con l’avantreno e ….. tac, sono dentro, meraviglia, con maggior velocità diventa più leggera ed è più facile chiudere, mi rendo conto che sto aumentando il passo quasi involontariamente. Mi ritrovo sulla prima Esse e poi subito la seconda Esse, il passo è decisamente più sostenuto, malgrado mi concentri  a non salire con i giri del motore mi sembra che la moto mi voglia scappare dalle mani !!! Il polso mi comincia a prudere, mi ritrovo all’uscita della Roma, questa volta decido di dar fiato al quartetto dei Mikuni !!! Mamma mia quanta roba, mentre sparo le marce la voce rauca si trasforma in un vero e proprio urlo che genera un’accelerazione brusca e violenta, il contagiri in un batter d’occhio vola nella zona alta, forse 7000 o 8000 non saprei !!!

Ricordo solo che i riferimenti del rettilineo sono arrivati in un lampo. Stacco decisamente forte, non pensavo di essere così veloce, mi attacco alla pompa Brembo schiacciando deciso la leva, l’avantreno si schiaccia e imposto non senza difficoltà, ma la risposta è la stessa ……  mollo i freni e lei scorre e chiude !! Sono preso dall’eccitazione, anticipo l’apertura del gas, sento la gomma accennare a qualche lieve perdita di aderenza dovuta ad un erogazione molto esuberante alla quale mi rendo conto devo prestare attenzione, mi ritrovo di nuovo all’ingresso della Roma freno poco e a metà percorrenza anticipo ancora l’apertura del gas, questa volta sento il posteriore schiacciarsi oltremodo, percepisco che il mono è decisamente insufficiente !! Divoro il breve rettilineo del corto di Vallelunga con il motore che mi incalza a dargli voce.

Il terzo giro lo percorro allo stesso passo trattenendomi il polso, ormai ho preso confidenza e il desiderio di srotolare la manopola è irrefrenabile, ma per fortuna mi hanno fatto cenno dal muretto di rientrare per fare la pressione !!

Appena rientro Maurizio mi viene incontro mettendo la moto sul cavalletto e mentre controlla la pressione mi chiede le mie empressioni , pregi e difetti. Mi rendo conto che sono sudato e sovraeccitato, prima di rispondergli Maurizio mi guarda e mi dice che devo prestare attenzione al motore e non mandarlo in alto ed io in tutta risposta gli dico: ”Si sì ho capito, ma guarda che quel mono fa pietà, non puoi toccare il gas che subito comincia a pompare e poi eroga troppo brusca e improvvisa, dosare sui medi è quasi impossibile, se gli mettiamo il Double Sistem si può cominciare a ragionare !! “ e lui :” Lo sapevamo che il mono era da sostituire, appena arriva lo cambiamo, tanto ora devi testare e rodare ! “

Faccio cenno di ok con la mano e subito rimonto in sella e rientro. Non so cosa mi sia successo, ma sicuramente quella moto e quel motore mi avevano stregato, la mia ormai nota impulsività mi stava tirando un brutto scherzo !!!

Le gomme ora sono calde e quella brevissima sosta è come se mi avesse trasmesso un incredibile dose di confidenza mista ad uno stato di eccitazione, sento un irrefrenabile desiderio di aumentare il ritmo, mi sparo la Viterbo tutta d’un fiato e quando esco apro per la prima volta senza esitazioni, in risposta mi arriva una furiosa badilata di cavalli che mi alleggerisce l’avantreno, ora ritardo le staccate, freno più forte e aumento le percorrenze passando ad un livello di guida decisamente serrato e non adatto alla circostanza.

Ma ormai mi si è chiusa la vena, più aumento il ritmo e più mi sento in sintonia con la moto, ora ad ogni uscita di curva do libero sfogo all’urlo prolungato del motore e alla sua cavalleria, sale che è un piacere per le mie orecchie, che meravigliosa sensazione !!!!! Ora la sua voce trova la giusta connotazione con la mia guida, mi sento un tutt’uno con questo mezzo dimenticandomi di tutto e di tutti.

Entro fortissimo nella Roma, ora mi sento padrone del mezzo e la sbatto giù con forza, malgrado le pedane arretrate sento qualcosa grattare, non ha importanza, anticipo ulteriormente l’apertura del gas e lei mi ricambia inizialmente con qualche perdita di aderenza, ma poi esegue la traiettoria imposta con l’avantreno piantato nell’asfalto, in uscita sono in uno stato di grazia, come se fossi in trans, resetto tutto ciò che mi è stato detto e raccomandato e giro tutta la manopola ……… che spettacolo !!!!! l’urlo di quel motore era qualcosa di nuovo e di celestiale, mi ha provocato  un’inondazione di adrenalina che mi ha letteralmente obnubilato la ragione, quindi mi sono accucciato in carena e sfilando come una meteora di fronte al muretto dei box lasciavo attoniti Maurizio ed Emilio che sbracciandosi facevano cenni di rallentare !!! Il motore tirava da morire e l’ago del contagiri saliva con velocità impressionante, sentivo il suo urlo perfetto e calibrato non sembrava sforzasse, la sua voce era potente, le marce venivano fagocitate  una dietro l’altra senza sbavature o incertezze !!

Sono alla fine del rettilineo, stacco tardi …… troppo, con il posteriore che sbanda riesco ad entrare, penso solo che devo direzionare l’avantreno poi è fatta, ci riesco e la risposta è la stessa, esegue e percorre portandomi  fuori, cavolo che giro e che ritmo, sono alle stelle, ma sento che posso aumentare ancora, via dentro al semaforo e gasssss pieno, il posteriore pompa devo parzializzare, Tornantino entro di seconda forte, lo taglio al cordolo, il motorone mi spara fuori, sta succedendo ciò che non doveva, ormai non bado più al contagiri, vado a sentimento e non esiste più nulla, divoro le altre curve con la veemenza di chi si sta giocando un campionato, ultima staccata poi di nuovo l’ingresso della Roma, il posteriore si divincola ma riesco ad uscire a gas pieno ………. terza sbammm, quarta sbammmm, quinta sbammmmm e improvvisamente alla fine del rettilineo  quel rumore che sancisce la fine del sogno, che rompe l’incantesimo e il mio stato di grazia.

Il motore improvvisamente mura, l’ago del contagiri perde vita precipitando rovinosamente verso il basso, il rumore emesso è sgraziato, un impietoso lamento misto a rumori metallici ora domina la scena sostituendo la poderosa voce, Di quell’onda di adrenalina che fino a pochi istanti prima mi aveva invaso come uno Tzunami, non rimane più nulla !!!

E' un brusco risveglio che mi riporta ad una triste realtà, dove è immediata la consapevolezza di aver commesso un danno che non può trovare giustificazioni. La moto non va più, perde colpi e procede a stento, chiudo il gas e percorro lentamente la Viterbo cercando di non farla spegnere e appena arrivo al tornantino mi immetto sul prato tagliando per i box.

L'ennesima caxxata del sottoscritto dettata dall'impeto di un'incontrollata irrazionalità che mi ha sempre accompagnato provocando ogni qual volta esiti rovinosi. Appena rientrato ho rischiato il giusto linciaggio da parte di tutto lo staff e gli insulti subiti si sono protratti per settimane, il danno provocato è stato enorme quanto anche la conseguenza economica !!! Ma ahimè portroppo al tempo non ero capace di controllarmi e gestire le situazioni e questo è stato uno dei miei più grossi difetti. Essere un buon pilota non significa solo girare la manopola, bensì risiede nella coesione di una serie di peculiarità e doti, quali il controllo, la gestione del mezzo, la tattica di gara e specialmente il controllo di se stessi, aspetto che mi è mancato !!! 

Per la cronaca, la gara di Vallelunga non la feci per impedimenti familiari e il mio compagno di squadra Molteni la fece in coppia con De Marco classificandosi 8°.

Buona strada a tutti, Bikers !!!!

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