Sono le 7,30 e le campane della chiesa di Ebelsbach fanno insistentemente notare l'orario. Se ci avessero anche lubrificato le catene delle moto sarebbe stato perfetto, ma non si può avere tutto. Entrati nell'ordine di idee che sei ore di sonno saranno il massimo che ci possiamo permettere per oggi, andiamo all'assalto della colazione, che è europea, ottima ed abbondante.
Rapido caffè dal sig. Franco, impegnato a tenere a bada la moka da un lato ed il suo pastore tedesco che scalpita per fare una passeggiata dall'altro, quindi le operazioni di carico. Tra lo sguardo incredulo di chi, passando, osserva la nostra GS800 cercando disperatamente il seggiolino del sidecar, perché c'è troppa roba per due sole persone, affrontiamo nuovamente le autobahn.
Il fido TomTom 450, divenuto il quarto componente della spedizione e che chiamiamo amichevolmente Tom, ci mette in guardia sui numerosi cantieri e code che incontreremo, ma dovendo “fare strada”, non ci sono alternative, almeno in termini di percorrenza. Durante la marcia gioco un po' con l'elettronica della GS800, finendo per selezionare nuovamente la modalità Sport, abbinata ad un lieve indurimento del posteriore, utile nei curvoni delle autostrade tedesche.
La “piccola” della casa bavarese nel segmento adventure-tourer si conferma un'ottima viaggiatrice, con poco o nulla da invidiare alla più blasonata sorella maggiore, la GS 1200. Il motore estremamente regolare nel suo funzionamento a qualsiasi regime soffre un po', ma solo sul piano dei consumi, a velocità superiori a 150 all'ora, che in Italia sono peraltro vietate, ma in Germania no.
In quei casi la moto percorre comunque circa 15 km/litro. A proposito di consumi, in terra teutonica la benzina è di poco più economica che in Italia (circa 1,4 €/litro). Terremo d'occhio questo aspetto, perché la più volte sconfessata favoletta che i prezzi dei carburanti all'ombra del Tricolore siano allineati alla media europea ci viene ancora purtroppo propinata. Un po' di rallentamenti portano un po' di ritardo sulla tabella di marcia prevista, ma nei tratti no limit riusciamo a recuperare.
C'è così modo di verificare che la moto è assolutamente stabile fino a 180 all'ora. Oltre si innescano piccoli ondeggiamenti, tipici delle endurone a ruote alte, con il tutto che avviene però sempre in maniera estremamente graduale, avvertendo con largo anticipo. Il tira e molla con Michele che si genera per saggiare la GS 800 con modalità che sarebbero impossibili sulle nostre strade permette anche di provare l'interfono Sport di Cellular Line, che consente di dialogare fino a distanze di diverse centinaia di metri in campo aperto, oltre a garantire la connessione con lo smartphone e la possibilità di rispondere alle chiamate degli amici che si informano sul se ci siamo già persi.
Durante una sosta per i rifornimento in una area di servizio incontriamo Giovanni Mori, un ragazzino di 72 anni di Parma che, in sella alla sua fida BMW K75 di trenta anni e con oltre 160 mila km all'attivo, sta andando in solitaria verso San Pietroburgo prima e Mosca dopo, per poi rientrare in Italia dall'Est Europa. Ci scambiamo idee ed impressioni sui rispettivi viaggi e ci riproponiamo di sentirci una volta tornati entrambi in Italia. Lui, in più, promette di diventare un lettore di DDG-Magazine!
Sempre durante la sosta, ci imbattiamo in due motociclisti tedeschi, con uno dei quali che viaggia su una naked decisamente customizzata e che ci spiega essere stata ricavata da una Honda CBR 900 con motore 899cc. Salutiamo Giovanni ed il duo teutonico e ripartiamo. Il meteo, fino ad adesso clemente, decide di rendere più veritiero il test dell'attrezzatura, scaricando un acquazzone di quelli a cui bisogna dare del lei, forse del voi, anzi, meglio del loro. Memori delle esperienze passate, la fermata e la vestizione con le antipioggia avviene in tempi degni dei meccanici Ferrari di Formula 1.
Nello scetticismo dei miei compagni di viaggio, decido di evitare di utilizzare le coperture per gli stivali. La scelta si rivelerà azzeccata. I Corozal di Alpinestars tengono i piedi asciutti e caldi nonostante il diluvio universale ed il brusco calo di temperatura con, in più, la comodità di non dover togliere i calzari a nubifragio terminato.
Arriviamo allo Strelasund Bridge, che unisce la Germania continentale all'isola di Rugen nel tardo pomeriggio. Prima di prendere possesso della camera presso Ferienwohnungen Vallentin a Schaprode, pensiamo per un attimo di passare nel porto di Sassnitz per avvertire il personale che domani dovrà caricare un autobus a due posti, ma lo stomaco fa valere le sue necessità e soprassediamo.
Cena da Alte Schule (circa 22 € a testa) e poi un giro nel piccolo borgo con, purtroppo per Alessandra, negozi di souvenir e pasticceria ormai chiusi. L'installazione del terzo profilo alare sulla coda della GS800 è rimandato (ma so che sarà solo questione di tempo). L'aria dopo il megatemporale è frizzante e il perdurare della luce diurna anche in tarda sera fa capire che siamo ormai alle porte del Nord, oltre a falsare i bioritmi e far costantemente pensare che, almeno di sera, l'ora sia meno tarda di com'è in realtà.
Ci pensa la fatica della giornata e riportare i parametri al loro posto. Il contakm delle moto per oggi si è fermato a quota 733. La terza tappa ne previede decisamente meno, con una parte di strada che verrà fatta sul traghetto che ci farà sbarcare a Trelleborg, in Svezia. A domani!
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