Tanto tuonò che piovve. La Superbike ricomincia esattamente da dove aveva terminato, qualche settimana fa a Losail. Sul circuito di Jerez sono infatti iniziati ieri i test invernali in vista della stagione 2018 (questo il calendario), primo banco di prova per le moto in configurazione 2018, alias conformi al nuovo regolamento approvato nel finale di stagione e che contiene la controversa limitazione del numero di giri.
Quella che doveva essere la soluzione, o almeno l'argine, allo strapotere di Johnny Rea e della Kawasaki, nel nome di un maggiore livellamento delle prestazioni, almeno nella prima giornata di test si è rivelata un buco nell'acqua. Il nordirlandese e la ZX-10RR sono sempre davanti a tutti, con il campione del mondo seguito a breve distanza dal compagno di squadra Tom Sykes.
Il pilota di Ballymena, unico a scendere sotto il muro dell'1'40, ha fermato il cronometro sull'1'39.650, a sette decimi dal tempi ottenuto nella Superpole un mese fa sulla stessa pista spagnola, ma con le moto ancora in configurazione 2017. Molto rapido anche il suo team-mate in forza al KRT, staccato di 355 millesimi dal folletto volante.
Alle loro spalle, Eugene Laverty (Aprilia Milwaukee), staccato di oltre 1,5 secondi, davanti a Leon Haslam (Kawasaki in specifica BSB, +1.629), quindi Loris Baz, all'esordio sulla BMW del Team Althea (+1.702), l'altra Aprilia di Lorenzo Savadori (+1.724) con, a seguire, Jordi Torres (+1.978), anche lui al debutto sulla sua nuova moto, la MV-Agusta, quindi Luke Mossey, pilota del BSB (Kawasaki in specifica BSB, +2.051), Leandro "Tati" Mercado (Kawasaki, +2.391) eYonny Hernandez (Kawasaki Pedercini, +2.826).
Rea è arrivato ad un secondo esatto dal crono con cui, un anno fa, si era messo dietro molte MotoGP nei test congiunti. In quella occasione, il pilota del KRT usò gomme da tempo, mentre ieri ha invece impiegato pneumatici da gara. Fin qui i meri numeri, con degli ovvi distinguo da fare, il maggiore dei quali riguarda il fatto che nella prima giornata mancavano i due competitor più titolati, vale a dire Ducati e Yamaha, che gireranno da domani in poi.
La seconda considerazione da fare è che anche Aprilia, come Kawasaki, è stata particolarmente penalizzata dall'introduzione del limitatore di giri in quanto la RSV4 era, insieme alla ZX-10RR, la moto dotata del propulsore che girava più in alto di tutti. La differenza è che, come si diceva prima, Rea ha girato a sette decimi dal suo tempo di qualifica di Ottobre, mentre Laverty ad 1.3 secondi.
La spiegazione potrebbe risiedere nel fatto che la Ninja possa essere più avanti della V4 di Noale, nello sviluppo, dal momento che i tecnici di Akashi hanno messo a disposizione del campione del mondo una ZX-10RR in configurazione 2018 già negli ultimi round della stagione appena conclusa. In ogni caso è opportuno rimandare ogni conclusione a quando tutti avranno messo le ruote in pista in questi primi test invernali, anche se l'impressione, almeno vedendo il distacco tra Kawasaki e chi in pista ha già girato, è che nulla sia cambiato e, se possibile, la forbice si sia ulteriormente aperta.
La ragione di questo, cosa peraltro prevista da molti, va ricercata nella validità del pacchetto moto-pilota, con il grande plus dello straordinario talento del tre volte campione del mondo. Secondo le nuove regole comunque, l'organizzatore avrà la facoltà di abbassare, ogni tre round, il regime massimo di rotazione della moto che risultasse dominante. Piccola provocazione: per fermare Johnny Rea, si arriverà ad avere, in gara, una Ninja il cui motore girerà più piano che sul modello di serie? 😉
Superbike – test invernali Jerez, day-1: risultati
1 SBK Jonathan REA 1:39.650
2 SBK Tom SYKES 1:40.005 0.355
3 SBK Eugene LAVERTY 1:41.183 1.533
4 BSB Leon HASLAM 1:41.279 1.629
5 SBK Loris BAZ 1:41.352 1.702
6 SBK Lorenzo SAVADORI 1:41.374 1.724
7 SBK Jordi TORRES 1:41.628 1.978
8 BSB Luke MOSSEY 1:41.701 2.051
9 SBK Leandro MERCADO 1:42.041 2.391
10 SBK Yonny HERNANDEZ 1:42.476 2.826