Era nell'aria da tempo, almeno da quando l'ingresso della famiglia Sardarov, con la loro società ComSar Investor, nel board di MV Agusta, aveva di fatto sancito lo svincolo o, se si preferisce, l'autonomia da Mercedes. Con ieri, giorno in cui l'azienda di Schiranna ha riacquisito dalla casa tedesca il 25% che il marchio di Stoccarda aveva precedentemente fatto suo, il brand della stella esce definitivamente di scena.
Il glorioso costruttore varesino diventa pertanto un affaire italo-russo e vede proseguire il riassetto già in corso da tempo culminato, in tempi recenti, con l'accettazione del piani di rientro dai debiti proposto ai fornitori. L'annuncio della ri-acquisizione della quota azionaria da parte della casa varesina è coincisa con l'apertura di una finestra sul futuro dell'azienda da parte di Giovanni Castiglioni.
I piani a breve termine prevedono investimenti sui modelli dotati di motori a quattro cilindri, che segue quella dei tricilindrici operata di recente (questo il nostro test sulla Turismo Veloce 800 Lusso). Secondo quanto affermato dal presidente di MV Agusta, già in parte anticipato durante le numerose interviste rilasciate ad EICMA, nel 2018 vedrà la luce una nuova moto, la prima di una inedita piattaforma sulla quale si sono concentrati gli investimenti del brand di Schiranna.
Bocche ovviamente cucite, al momento, su che tipo di moto si tratti ma, sulla base degli elementi a disposizione, qualche previsione si può abbozzare, fermo restando che si tratti di speculazioni mosse, nel migliore dei casi, dalla logica e non supportate da informazioni ufficiali. Questo non prima però di una considerazione sul discorso nuovi modelli.
Questa riguarda i tempi di progettazione, industrializzazione e produzione di una moto, attività che impegna, in media, per 30-36 mesi il suo costruttore. Sulla base di questo, è evidente come un prodotto atteso al debutto sul mercato nel 2018, alias tra qualche mese, non può essere stato deliberato alla luce degli ultimi avvenimenti di casa MV Agusta, ma fa parte di un piano elaborato con il dovuto anticipo.
Fatta questa premessa, è decisamente probabile che la nuova moto possa essere una naked, erede o evoluzione della Brutale a 4 cilindri, oggi a listino con la 1090, in listino dal lontano 2009. Come fatto intendere da Giovanni Castiglioni nelle scorse settimane, la futura maxi-naked della casa varesina potrebbe ulteriormente crescere di cubatura, per arrivare fino a 1200 cc.
L'attuale maxi made in Schiranna è deficitaria, rispetto alla migliore concorrenza, proprio sul piano del motore e della potenza massima ed un nuovo propulsore, con magari una manciata di cc in più, potrebbe farla allineare alle rivali. I numeri di vendita di questa moto dovrebbero poi contribuire a generare gli introiti necessari allo sviluppo della nuova F4, congelata da tempo a causa degli ingenti fondi richiesti per la realizzazione di una moto di questo tipo.
La futura Brutale a quattro cilindri potrebbe costituire la base motoristica, ma non solo, della supersportiva di MV Agusta, da tempo attesa dagli estimatori del marchio e per la quale, il motore della naked potrebbe veder ridurre la corsa per rientrare nei 1000 cc necessari alla partecipazione in Superbike, aumentando nel contempo il regime di rotazione, ma questa è un'altra storia e ve la racconteremo (si spera) tra un po' di tempo.