Agnellotreffen prima ed Elefantentreffen dopo: passione, follia o entrambe?

Gianluca Salina

Agnellotreffen o Elefantentreffen che sia, i motociclisti sono divisi sul reale senso di queste manifestazioni, ma c’è chi non ne può fare a meno. Passione, spirito di gruppo e di avventura o follia e masochismo sono, in definitiva, due facce della stessa medaglia.

Lo scorso week-end è andato in scena l'Agnellotreffen, il motoraduno invernale a più alta quota d'Italia e forse la manifestazione di questo tipo più nota che ci sia all'ombra del tricolore, quest'anno giunta alla 9a edizione. Ad ispirarlo, l'ancora più celebre Elefantentreffen, nato nel 1956 e probabilmente il capostipite di queste manifestazioni, che nel 2023 andrà in scena per tre giorni, da domani 27 gennaio a domenica 29 gennaio, dopo una sospensione di due anni causa Covid-19.

Questa tipologia di eventi, spesso, o si odiano o si amano. Questo ci riporta al consueto adagio che, ad ogni autunno avanzato, viene riproposto da chi va in moto dodici mesi all'anno a chi, invece, sospende l'assicurazione del proprio mezzo per un periodo più o meno lungo. Il refrain sostanzialmente è che chi le due ruote le usa tutto l'anno è un motociclista, mentre gli altri sono solo persone che vanno in moto.

E' veramente così? Probabilmente la verità sta nel mezzo, o forse no, perché ad essere sempre in media si finisce nella noia. Sicuramente chi sospende l'assicurazione in autunno vi dirà che per nessuna cifra al mondo sarebbe disposto a rischiare il congelamento suo e della sua moto per arrivare fino in loco, dormire in tenda a -20°C in mezzo a qualche altro migliaio di pazzi che fanno uguale e poi dover tornare indietro.

Allo stesso modo, un assiduo frequentatore di questi raduni vi dirà che non c'è niente di meglio del bere birra e mangiare carne alla brace in una sorta di Oktoberfest invernale, dormendo 2 notti in mezzo alla natura insieme a tanti altri compagni d'avventura. Quanto a freddo, neve e ghiaccio, beh… è facile che sentirlo chiamare dettaglio o accessorio trascurabile, mentre il viaggio è considerato esso stesso una avventura, come del resto è ogni volta che ci si muove su due ruote.

Però in questo caso lo è davvero, perché non ci si improvvisa, a meno di non rischiare la propria salute. Essere attrezzati è un must, così come lo dovrebbe essere la messa a punto della moto. Nonostante questo, i problemi meccanici, in condizioni simili, possono sempre verificarsi e, in quel caso, si vede la proverbiale solidarietà tra i biker che invece in altri contesti viene a volte messa in discussione.

Assoluta devozione al mondo delle due ruote e voglia di condividere momenti che, per forza di cose, finiscono per rivelarsi irripetibili, in condizioni meteorologiche che mettono a dura prova forse più le persone che i mezzi, vista la presenza di neve e temperature che possono arrivare a -20/-25°C. Eppure, nonostante questi che possono sembrare tutti aspetti assolutamente negativi, la partecipazione è sempre alta (alcune migliaia di persone) ed anzi, in crescita.

Da qualunque parte si giri la cosa, i raduni invernali dividono, un po' come fanno adventure vs. supersportive, come asfalto vs. tassello, come italiane vs. giapponesi ma, proprio per questo, sono anche in grado di unire, anche se non tutti. Questo perché, in definitva, piaccia o meno, è solo una delle mille facce di una stessa passione che ci accomuna tutti quanti. E voi… andreste mai ad un Elefantentreffen o ad un Agnellotreffen?

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