L'attuale emergenza sanitaria ha letteralmente decimato il mercato interno: da aprile, le vendite moto sono state quasi azzerate; il presidente di ANCMA Paolo Magri lancia una proposta alle massime cariche dello stato per far ripartire un mercato quasi moribondo.
Con le ultime settimane segnate dal blocco della rete di vendita, il mercato di aprile delle due ruote chiude con un netto e atteso – 97% sullo stesso mese dell’anno scorso, mentre i primi quattro mesi del 2020 fanno segnare un – 46% su base annua. Di fronte a questo prevedibile e preoccupante azzeramento del mercato nel periodo di massima vendita, il nostro settore industriale e la sua filiera dovranno essere aiutati o altrimenti saranno a fortissimo rischio. Per questo torniamo a chiedere all’esecutivo e al ministro Patuanelli che vengano previsti subito incentivi all’acquisto al fine di sostenere la domanda di tutte le due ruote in un mercato che vive di forte stagionalità e che proprio per questo, a differenza di altri, non riuscirà a recuperare i volumi persi nel lockdown.
Abbiamo apprezzato l’idea del ministro De Micheli di prevedere il buono mobilità alternativa, tuttavia è evidente che, alla luce del ridimensionamento del trasporto pubblico, anche motocicli, scooter e ciclomotori saranno protagonisti della mobilità della Fase 2 per le loro prerogative esclusive, tra cui il minore impatto ambientale e quello sul traffico urbano, la garanzia di distanziamento sociale e la velocità negli spostamenti di lunga percorrenza. Questa opportunità reale e concreta si confronta altresì con un rallentamento nella fiducia e del potere d’acquisto delle famiglie e con una rete di concessionari in pesante affanno: anche per questo riteniamo indispensabile e urgente un sostegno sussidiario al comparto da parte del Governo.
Si tratta di un appello decisamente coerente e che deve essere preso in considerazione: per l'acquisto di altri veicoli ecologici come Ebike sono stati stanziati ecoincentivi per 500 Euro. Le case madri hanno fatto il possibile per poter salvaguardare la clientela che ha da poco acquistato un nuovo mezzo, ma manca un intervento incisivo da parte dello Stato. L'applicazione di una cifra simile o di poco superiore a quella per E-bike, potrebbe essere la giusta spinta per permettere la ripartenza delle concessionarie moto.