Le Aprilia RS 660 (Aprilia RS 660: tutto quello che c’è da sapere) e Tuono 660 (Aprilia Tuono 660: svelata la nuova media naked di Noale) sono tra le novità del 2021. La prima l'abbiamo vista inizialmente come concept ad EICMA e poi in versione definitiva al salone milanese dell'anno dopo. L'altra invece ha fatto la sua comparsa in veste di prototipo proprio alla kermesse meneghina del 2019, per essere poi oggetto di una presentazione alla stampa internazionalepochi mesi fa, a fine febbraio.
Da subito, le caratteristiche delle due moto e, successivamente il prezzo, hanno suscitato curiosità, clamore, interesse ed anche qualche perplessità. In questo caso va detto che i sentimenti positivi sono stati e sono tutt'ora lungamente maggiori rispetto agli altri. In primis perché si tratta di moto completamente nuove, in un segmento che sembra destinato ad affollarsi (Kawasaki Ninja 700: nuova media sportiva da Akashi? e Nuova Yamaha R7: si chiamerà davvero così?).
Inoltre, ma tutt'altro che secondariamente, sia la RS 660 che la Tuono 660 fanno il verso alle loro sorelle maggiori, quella RSV4 e Tuono V4 che da un decennio sono tra i riferimenti delle rispettive categorie ed a cui hanno donato una estica che adesso le vede legate da uno spiccato family feeling. Nella realtà però, le bicilindriche in linea made in Noale nascono per essere alla portata di un maggior numero di utenti rispetto alle più specialistiche quattro cilindri a V.
E' importante realizzare che fare il verso non significa replicare i contenuti. Le due nuove medie di Aprilia devono essere intese come tali, alias non ci si può attendere che siano le moto più performanti in senso assoluto, né quelle con la dotazione più ricca. Il tutto va contestualizzato nel segmento di mercato a cui appartengono, dove mirano a divenire un riferimento, cosa che, sul piano prestazionale, dati alla mano, è già avvenuta.
Minor potenza e coppia rispetto ai modelli dotati del V4-1100 si diceva, ma anche costi di acquisto decisamente più contenuti, le rendono adatte ad un pubblico più variegato, che può scegliere tra due moto in apparenza molto vicine tra loro. Ed è proprio su questo aspetto che si concentrano alcuni dubbi. Il gap di potenza tra RS 660 e Tuono 660 è molto ridotto, 5 cavalli, in parte sterilizzato dal peso lievemente inferiore della naked.
Già, la naked… perché anche qui qualche sopracciglio si aggrotta, dal momento che, si potrebbe parlare di semi-carenata. Ma dunque? Possibile che Aprilia abbia realizzato due moto così simili, anzi troppo simili, magari al punto da darsi fastidio reciprocamente, sovrapponendosi completamente sul mercato? Analizzando la questione nei dettagli, l'evidenza afferma che ognuna delle due ha una sua personalità ed una "destinazione d'uso" ben precisa, in grado di abbracciare le esigenze di uno specifico e diverso pubblico.
Prima di tutto la RS 660 è una carenata con semimanubri. Ok, sono posizionati sopra la piastra superiore, ma sempre semi sono, con tutto quello che ciò comporta. La caratteristica le da una connotazione più sportiva e le consente di andare a soddisfare i desiderata di chi è appassionato di questa tipologia di moto. Il tutto nell'ovvio rispetto dei limiti, non di velocità, ma di quello che è pur sempre un motore di 660 cc, da cui non ci si possono attendere prestazioni pari a quelle di una Superbike.
Gli uomini Aprilia lo hanno riptetuto come un mantra sin da EICMA 2018, che la RS 660 non nasce smaccatamente per l'utilizzo in pista, ma è inevitabile realizzare che tra questo modello e la Tuono 660, è la prima che si presta maggiormente ad essere (anche) strapazzata tra i cordoli. Se si dovesse a tutti i costi esprimere una percentuale di impiego ideale tra il circuito e la strada, fatto 100 il totale, per la RS si potrebbe azzardare essere un 20/80.
Tuono 660 amplifica la sua vocazione stradale rispetto alla sorella, sempre però senza tradire le origini di naked sì, ma strettissimamente derivata dalla carenata. Su tutte la postura più rilassata grazie al manubrio, che le conferisce una vocazione di animale da passo montano specializzato nel misto-stretto ancora maggiore di quanto non faccia parte del DNA della RS.
Qualcuno, a questo punto obietterà che resta il fatto che le due moto siano molto vicine anche a livello di prezzo. E' vero, come lo è il fatto che i contenuti siano molto simili, con la carenata che si porta via staccando un assegno di qualche centinaio di Euro maggiore, a fronte di una dotazione, fondamentalmente di elettronica, un po' superiore. Non c'è però gap che la Tuono non possa colmare, visto che tra gli optional della naked c'è quella IMU che riporta sostanzialmente in parità il tutto.
Così vicine, ma così diverse, ognuna con il suo preciso segmento di utenza, in attesa di soddisfare i pruriti anche degli amanti dell'off-road "stradale", che troveranno pane per i loro denti con la Tuareg, che scommetteremmo sia in arrivo nell'autunno. La realtà dei fatti è che la casa di Noale ha compreso, come altri costruttori, che le medie cilindrate sono destinate a giocare un ruolo importante nel presente e nel futuro del mercato.
I numeri le danno vincenti sulle maxi-sportive, che oltretutto richiedono grandi e sempre maggiori investimenti per lo sviluppo di nuovi modelli, a fronte di volumi di vendite non certo da record. Un altro aspetto da tenere conto riguarda il fatto che è stato con la RSV4 e la Tuono V4, che ci si è abituati a differenze un po' più marcate tra i due modelli rispetto a quanto avveniva nel passato.
Chi non è convinto di questo o pensa ancora che RS 660 e Tuono 660 siano semplicemente due prodotti sovrapponibili, potrebbe fare mente locale a quanto erano erano assimilabili tra loro la RSV 1000 e la Tuono 1000. Sulla base di tutto questosi può dire che la casa di Noale abbia creato due moto che, pur se in una certa ottica possono svolgere un ruolo abbastanza simile, sono di fatto capaci di prendere una sostanziosa distanza l'una dall'altra. A voi la scelta!