Per un lungo, interminabile periodo, a lamentarsi dei numerosi dispositivi quali autovelox, telelaser, Velo Ok e via discorrendo sono stati i soli automobilisti e motociclisti che, pur con le loro responsabilità, si sono più volte dichiarati vessati da strumenti il cui scopo primo non sempre è la sicurezza stradale, quanto piuttosto il permettere ai comuni di fare cassa.
Recentemente, al coro si è unito il presidente dell’ACI, Angelo Sticchi Damiani, che ha preso una posizione netta e contraria alla pioggia di multe che sistematicamente piovono sugli utenti della strada che vivono all'ombra del Tricolore. Il risultato di questo è stata la redazione di un protocollo di intesa tra la stessa ACI, Ministero dei Trasporti, ANCI ed UPI per fissare nuove regole in materia di contravvenzioni che, nel 2015, hanno fruttato 1,7 miliardi di Euro, con un incremento di oltre il 45% rispetto all’anno precedente.
Nel quinquennio 2010-2015 inoltre, l’Italia è stata la nazione europea che ha fatto registrare la maggiore crescita (+15%) di sanzioni per eccesso di velocità, le quali hanno riguardato 50 abitanti su 100. Il problema principale risiede, come detto, nella finalità dell’applicazione delle sanzioni, che non è educativa ma molto (troppo) spesso, repressiva.
Per Sticchi Damiani il notevole incremento delle multe è il simbolo del fallimento dell’attuale sistema, dal momento che non c’è comunque sicurezza sulle strade. Il presidente di ACI punta il dito contro autovelox, Velo Ok e dispositivi di rilevazione che vengono nascosti piuttosto che posizionati in punti non pericolosi ed invoca un patto tra ACI ed Enti locali affinché la situazione attuale cambi.
A tal proposito è anche stato messo a disposizione dei cittadini il numero 803.116, normalmente dedicato al servizio di soccorso stradale, per raccogliere segnalazioni di dispositivi, da farsi per mezzo di foto geolocalizzate fatte con lo smartphone. Queste informazioni verranno raccolte, verificate e, se necessario, saranno avviati ricorsi collettivi, per costringere gli Enti responsabili di vessazioni a restituire i soldi ai cittadini.
Tutto questo senza contare che una parte dei proventi derivanti dalle contravvenzioni dovrebbero essere reinvestiti a favore della sicurezza stradale, cosa che invece sembra non essere fatta o, per lo meno, non sortire i risultati voluti.
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