Qualcuno l'ha definita una cattedrale nel deserto, altri nell'oceano. Per oltre due milioni di persone invece, vale a dire gli abitanti delle Isole Canarie, il Circuito del Motor de Tenerife che si sta costruendo ad Atogo, rappresenta un sogno che si avvera, dopo un tira e molla che per tutta una serie di motivi, è durato un numero imprecisato di anni.
E' un progetto che può dare ulteriore slancio all'economia locale che, da sola, costituisce una fetta considerevole del PIL di tutta la Spagna e di cui Daidegas ha avuto il piacere e l'onore di visitarne il cantiere, guidati dal direttore dell'impianto, l'italianissimo Walter Sciacca. Nell'occasione ed in anteprima mondiale, siamo infatti stati i primi a percorrere la traccia del futuro circuito in sella ad una moto, una Ducati Multistrada S fornitaci dalla casa madre.
L'operazione, realizzata in accordo anche con il Cabildo de Tenerife, ci ha portato all'interno dell'area di oltre un milione e trecentomila metri quadrati che ospiterà non solo la pista, ma sarà un vero e proprio Motor Park, realizzato interamente con capitali privati, come già evidenziato nell'intervista fatta a Sciacca qualche tempo fa. Il fulcro di tutto sarà però ovviamente il nastro di asfalto di 4050 metri che fa gola ad appassionati di due e quattro ruote, i quali pregustano già una vacanza di mare, panorami e moto/auto.
Il circuito è guardato con molto interesse anche dalle case costruttrici e dai team impegnati nelle competizioni, visto il vantaggio, in termini di logistica, rispetto a location esotiche come Losail o Sepang e con la possibilità di poterlo utilizzare per test e sviluppo dei mezzi in qualsiasi stagione.
Questo in considerazione del fatto che la media dei giorni di pioggia, da queste parti, è di una quindicina all'anno, con temperature che, specie nei mesi invernali, in Europa rimangono un miraggio. In aggiunta, il circuito sta nascendo in una area situata a brevissima distanza dall'aeroporto di Tenerife Sud, con il futuro porto della vicina Granadilla che diverrà il maggiore dell'isola.
Last but not least, sia la FIM che la FIA, data l'omologazione Grado A per la prima e quella di Grado 1 per la seconda che avrà il tracciato, potranno contare su un impianto facilmente accessibile dal Vecchio Continente e, cosa importante, con l'opportunità di averlo operativo verso la metà del 2018.
Dopo essere andati a ritirare la Multistrada 1200 S a Santa Cruz de Tenerife troviamo ad accoglierci, davanti al cancello del futuro autodromo, Walter Sciacca, la sua assistente e segretaria di Onda Rossa, Marta Alayon, il capocantiere AXIA Maurizio Costetti, l'ex-pilota Francisco "Paco" Guerrero ed il rappresentante della Federmoto Canaria, Buenaventura Darias Medina.
Dopo i saluti, un breve briefing ci fornisce informazioni sull'area di cantiere e sul fatto che in determinate aree non ci si può recare, almeno in moto. Sono in corso i lavori di movimento terra, che prevedono, oltre al livellamento ed alla necessità di scavare la durissima roccia vulcanica, anche la copertura di numerosi “barranco”, valloni nei quali le acque piovane che arrivano dalle montagne scendono verso il mare. Da queste parti i rovesci sono radi, ma quando arrivano, si fanno sentire.
Prima di effettuare la ricognizione a piedi, è d'obbligo il fermarsi ad ammirare il panorama della zona. Il motivo? Siamo nel Sud dell'isola con, da un lato, la punta innevata del Pico del Teide e, dall'altro, il declivio verso il mare. Questa peculiarità rende la vista che si gode dal Circuito del Motor assimilabile a quella di Phillip Island, mentre l'andamento altimetrico del territorio farà sì che il tracciato abbia dei saliscendi che ricordano in qualche modo Portimao, pur se un po' meno bruschi.
E' però tempo di tornare al cancello di ingresso per mettere, in prima mondiale, le ruote di una moto sulla traccia del circuito. Lì si unisce a noi Carlos Ignacio Riaza Fernández, in rappresentanza del dealer locale Ducati e che prudentemente, si fa trovare con una moto come la nostra, ma in versione Enduro.
Di seguito, la prima delle due gallery.
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La Multistrada, nonostante la gommatura stradale, si comporta egregiamente sullo sconnesso del futuro circuito, dove il pietrisco vulcanico si alterna a tratti in terra ed a salite e discese che presentano un fondo sabbioso. L'elettronica ed un po' di mestiere addomesticano le asperità di un percorso che non è propriamente nel DNA della sport-tourer bolognese, che ne esce con qualche derapata ed un cruscotto con alcune spie che lampeggiano a mo' di albero di Natale.
Occorre ovviamente lavorare un minimo di fantasia per vedere, in uno spazio quasi sconfinato, ciò che tra meno di un anno e mezzo sarà un circuito il quale, secondo i piani, sarà omologato per ospitare gare di Formula 1 come di MotoGP o Superbike. E però presto per parlarne, ma c'è comunque una zona della pista, quella del rettilineo principale, che ha già una sua identità. Questo perché, in quel punto, la larghezza della traccia è già vicina alla misura del nastro di asfalto (15 metri), con il resto della pista che non scenderà sotto i 12.
Proseguendo nella ricognizione, Sciacca ci illustra come il progetto, ad opera dell'ingegner Leonzio, preveda addirittura 16 diverse configurazioni. Molte di queste consentono l'utilizzo di due circuiti indipendenti l'uno dall'altro ed una che permetterà di averne addirittura tre. Il cardine di tutto sarà comunque il percorso nel suo sviluppo massimo, che è pari a 4050 metri.
Verso Sud ci fermiamo a poca distanza da un barranco impressionante, che taglia longitudinalmente parte della pista e che renderà necessario un imponente lavoro di interramento e canalizzazione. Anche verso Nord non mancano dislivelli ed avvallamenti, ma sono di dimensioni più contenute.
Sul rettilineo principale, che secondo le simulazioni garantirà velocità massime superiori ai 330 all'ora, c'è un paletto che indica dove sarà posizionato lo start. Impossibile resistere alla tentazione di schierare la nostra moto e quella di Carlos sulla linea di partenza. Niente launch control impostato, né gambe piantate a terra e testa protesa in avanti per una partenza a razzo, però. E' ovviamente presto, anche se nemmeno poi tanto.
Per quello ci sarà tempo da metà 2018 in poi, quando cioè l'impianto dovrebbe essere operativo. Il condizionale è sempre d'obbligo ma, finora, il cronoprogramma è stato rispettato scrupolosamente, per cui c'è da essere fiduciosi. Il "padrone di casa" Walter Sciacca ci illustra, attraverso tavole di progetto del tracciato, lo sviluppo della futura pista, con il trasporto di chi tiene profondamente all'opera, sia come professionista che come appassionato.
Questo perché nonostante abbia un curriculum da paura, l'ex-direttore dell'Autodromo di Imola è "uno di noi", con il quale stare a parlare di moto ed auto per ore, il tutto senza mai citare anche il fatto di essere stato, qualche anno fa, un buon pilota, in grado di togliersi delle belle soddisfazioni.
Prima di uscire dal perimetro dell'impianto c'è anche l'occasione per scambiare quattro chiacchiere con il rappresentante della Federmoto Canaria, molto attiva in svariate discipline. Buenaventura Darias Medina ci racconta come finora la Federazione si sia focalizzata fondamentalmente sul settore off-road, dal momento che mancava un circuito vero e proprio dove promuovere le competizioni su asfalto.
Enduro e cross quindi, con manifestazioni anche di rilievo internazionale ed un fitto programma locale, passando per le gare di motard, disputate in un paio di kartodromi presenti nelle isole, senza trascurare le nuove leve, con numerose iniziative per promuovere i giovani talenti.
Al vicepresidente della Federacion Canaria de Motociclismo brillano gli occhi, quando gli viene chiesto cosa rappresenta il Circuito del Motor e quali sono le aspettative per il futuro. Il dirigente definisce il progetto un sogno che diviene realtà ed aspira a veder svolgere su di esso competizioni internazionali.
L'entusiasmo che si respira, tra la comunità canaria, è anche dato dall'appoggio incondizionato delle istituzioni, con il Cabildo de Tenerife che stanzierà 906 milioni di € per migliorare le infrastrutture, passaggio obbligato per poter sfruttare al meglio il potenziale dell'impianto, oltre a fare fronte ad un numero sempre crescente di turisti presenti sulle isole.
Dopo le foto sotto al cartellone posizionato sul rettilineo principale, grazie alle quali siamo riusciti a far risalire in sella anche Walter Sciacca, ci congediamo dal Circuito del Motor. Ma il nostro è un arrivederci, dal momento che già nei prossimi mesi, oltre al previsto avanzamento dei lavori, ci saranno delle sorprese, di cui però non possiamo ancora anticipare nulla. La nostra permanenza sull'isola invece prosegue. La Ducati Multistrada 1200S, l'abbigliamento Spidi ed un casco X-Lite da testare ci attendono. Stay tuned!
Questa esperienza è stata possibile grazie a Walter Sciacca, ad AXIA S.r.L., ad Onda Rossa S.L., a Ducati Motor, all'importatore Ducati Domingo Alonso ed alla Federacion Canaria de Motociclismo.
Di seguito, la seconda delle due gallery.
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