Comparativa su strada Aprilia RSV4 1100 Factory vs. Ducati Panigale V4 S: scontro tra titani !!!

Alessandro Bianchi

Aprilia RSV4 1100 Factory e Ducati Panigale V4 S: la comparativa su strada che vede protagoniste le due superbike made in Italy, le più performanti nel panorama motociclistico mondiale.

Ormai è una guerra senza esclusione di colpi, la platea degli antagonisti che concorrono per aggiudicarsi il titolo a regina delle superbike, si è decisamente ristretta focalizzandosi sulle due case Italiane, Ducati ed Aprilia, mentre il paese del Sol Levante ormai sembra aver rinunciato alla sfida lasciando campo libero ai due pretendenti che ogni anno, migliorando i loro modelli di punta, propongono mezzi sempre più efficaci, performanti e fottutamente marziani ( scusatemi il termine ma ci stava tutto ) in termini di prestazioni e sensazioni di guida !!!

Ciò che rende il tutto più assurdo è la tecnologia applicata a questi mezzi ultraterreni. Malgrado siano capaci di prestazioni poco credibili e di difficile immaginazione, se non provati direttamente sulla propria persona, sono stati resi incredibilmente easy nella gestione di una guida che apparentemente si propone anche ad un utente poco esperto. Ciclistiche, comparti elettronici e motorizzazioni delle due Italiane hanno raggiunto livelli di sviluppo tali che ormai diventa quasi impossibile trovarvi difetti, ciò che cambia sono le peculiarità dei singoli mezzi che danno vita a caratteri distintivi che le rendono diverse nella guida trasmettendo sensazioni spesso diametralmente opposte !!

Quindi la premessa che mi preme di precisare ad un'eventuale comparativa tra queste due astronavi, sta nel fatto che tutto ciò che verrà evidenziato come differenze di guida e/o sensazioni staranno ad indicare semplicemente le peculiarità che caratterizzano e rappresentano i singoli mezzi gli uni rispetto agli altri e quindi da NON intendersi assolutamente come difetti, bensì come diversità prestazionali e sensoriali che poi saranno tradotte ed interpretate a sentimento in una lettura assolutamente soggettiva !!

Quindi cominciamo con il dire che in questo caso la perfezione regna sovrana in ambedue i mezzi raggiungendo livelli assoluti. Ma penso sia interessante, malgrado appartengano allo stesso segmento, capire quanta differenza corre tra le due moto in termini di guida e prestazioni percepite.

Ducati Panigale V4 S

La Panigale dalla sua prima uscita sul mercato risalente al 2018 di strada ne ha fatta tantissima, diventando ad oggi un mezzo dotato di prestazioni di altissimo livello andandosi a collocare in vetta alla categoria. Nel primo modello abbiamo assistito inizialmente alla nascita di un prototipo acerbo che presentava numerose carenze in termini di gestione erogazione motore e una certa rigidità ciclistica imputabile al Front Frame che sostituito al telaio tradizionale presenta una maggior rigidità e di conseguenza maggior impegno fisico nel farla girare.

Ma anno dopo anno e con i due modelli successivi in Ducati gli ingegneri hanno lavorato sodo sviluppando e portando il progetto Panigale al culmine della perfezione con il modello 2022 . Infatti ad oggi la Panigale si presenta al colmo del suo sviluppo progettuale e personalmente, avendo avuto modo di farci amicizia per circa 6000 km posso garantire che i miglioramenti sono nettamente tangibili.

Infatti laddove nei modelli precedenti regnava l'impegno fisico e la poca rotondità di guida, ora con le modifiche applicate alle nuove quote ciclistiche e l'adozione di un nuovo comparto di forcelle pressurizzate che presentano una corsa maggiore, la moto nella guida guadagna un minor impegno fisico ed acquista un'inedita rotondità sconosciuta in precedenza, anche se però di contro ne paga pegno la comodità nella posizione di guida.

Infatti per dar vita e corpo ad un mezzo che nasceva con una evidente rigidità strutturale dovuta all'impiego del Front Frame, in Ducati si è lavorato moltissimo sulla distribuzione dei pesi e sulle quote, tra cui, il risultato più evidente e immediatamente percepibile risiede nell'altezza della moto, difatti questa nel suo insieme è stata alzata sia davanti che dietro, caricando maggiormente il posteriore, da cui ne deriva una posizione di guida decisamente più puntata sull'anteriore.

Un altro lavoro egregio è stato compiuto nel motore in particolare nell'erogazione. Ovviamente la logica della centralina è stata ulteriormente evoluta ed aggiornata nella gestione dei controlli, che se prima rasentavano la perfezione ora sono allo stato dell'arte, sia come modalità di intervento sia come velocità di risposta, senza mai percepirne il lavoro che si svolge costantemente in sordina . Ma la polpa, il succo o come volete chiamarlo, del cambiamento di questa astronave risiede nell'erogazione !!

Se ben ricordate nei modelli precedenti e specialmente nella prima serie, per girare per bene la manopola del gas, bisognava avere del bel pelo ispido sullo stomaco ed ovviamente una notevole esperienza, poichè i suoi 214 cavalli tutti allo stato brado, venivano letteralmente fatti uscire dal recinto al pari di una mandria di bufali senza controllo !!!!!! Dopo pochi giri di pista la resistenza e la fatica nel gestire cotanta esuberanza ed incontrollata potenza metteva alle corde anche il più allenato dei piloti senza poter sfruttare appieno l'immenso potenziale del mezzo.

Quindi i problemi che si palesavano erano relativi ad un'erogazione troppo brusca, che specialmente dopo i 9000 giri diveniva difficilmente gestibile, innescando movimenti in tutta la ciclistica con una conseguente difficoltà nella gestione dell'erogazione in percorrenza.

Ma salendo sull'ultima versione sembra quasi di stare su un'altra moto, la ciclistica è più neutra e su strada si apprezza una maggior facilità di guida dovuta alla capacità ora, di essere più rotonda ed in merito al motore mi verrebbe da dire che è stato lobotomizzato, ma non vorrei dare adito ad una mala interpretazione, quindi mi limiterò col dire che sicuramente di quella cattiveria, irruenza e difficoltà nell'erogazione che ne faceva il carattere distintivo, non rimane più nulla, malgrado il motore sia rimasto lo stesso, (anzi guadagna un cavallo in più), dunque il lavoro è stato veramente radicale, è diventata uniforme ed oserei dire elettrica su tutto l'arco di erogazione sino al limitatore.

Non ci sono flessioni e/o picchi di coppia percepibili durante l'erogazione, che avviene in maniera incredibilmente omogenea. Ora si ha veramente la possibilità di mettere a terra in sicurezza tutto il potenziale che porta in serbo questo super mezzo. La risposta del motore è prontissima non presenta incertezze sin dai 2500 giri, cominciando a spingere subito senza esitazioni. Un lavoro che si è focalizzato sull'elettronica e su una nuova mappa che ha letteralmente dato un volto nuovo alla Panigale tanto da risultare semplice, facile ed intuitiva e da poter essere proposta anche ad un utente (relativamente) poco esperto.

Aprilia RSV4 1100 Factory

Lei invece, se vogliamo ha una storia diametralmente opposta, è il frutto di un progetto concepito ormai nel lontano 2009 ed in merito alla sua paternità ci sono parecchie voci discordanti, la più comune è quella che riconosce il progetto all'Ing. Dall'Igna altre invece all'ing. Lombardi ed altre ancora a Mariano Fioravanzo. Ma a prescindere da quella che sia la reale paternità, la domanda si pone spontanea : ma come è possibile che un progetto di ben 15 anni si erga ancora come protagonista indiscusso nel panorama delle superbike ??? E come è possibile che ad oggi si trovi in una netta posizione di antagonismo verso una moto ultra innovativa del calibro della Panigale V4 S ??

Bene, la prima risposta che viene in mente è quella che probabilmente non sempre l'innovazione sia frutto di miglioramenti intesi dal punto di vista di efficacia e rendimento, ma rafforza il concetto che un buon progetto di ingegneria meccanica difficilmente invecchia, rimanendo così sempre valido nel tempo ed Aprilia ne è la palese dimostrazione !! In fisica ed in meccanica le leggi si rincorrono e si incrociano offrendo varie possibilità ed opzioni che daranno vita a mezzi con caratteristiche e peculiarità differenti tra loro. Ma i principi ed i concetti che si adottano sono sempre quelli, si alza, si abbassa, si allunga e si accorcia ma poi alla fine si gioca il tutto nell'ambito di un limitato, circoscritto e ben definito contesto di leggi.

Personalmente penso che la bravura, il colpo di genio e la soluzione che genera un ottimo progetto risieda nell'equilibrio, ossia in quella sottile linea in cui si riescono a racchiudere doti e prerogative in grado poi di dare vita ad un mezzo che farà poi la differenza e questo è il caso di Aprilia !!!

La RSV4 1100 Factory è il frutto di una straordinaria combinazione di leggi di fisica e meccanica che vantano la rarissima prerogativa di godere di un'equilibrio e di un'armonia vitale, così perfetti tanto da renderla protagonista incontrastata nelle competizioni sin dall'anno della sua nascita guadagnandosi ben 7 titoli mondiali e 44 vittorie !! Ma andiamo con ordine e torniamo al paragone tra queste due astronavi, dunque analizzando lo sviluppo negli ultimi 3 anni tra Aprilia e Ducati sembrerebbe che in qualche modo l'una cercasse di accaparrarsi alcune peculiarità dell'altra.

In particolare Aprilia, malgrado avesse sempre avuto come punto di forza una ciclistica tremendamente efficace, sensibile e comunicativa all'inverosimile, ultimamente con la crescita delle cilindrate e delle cavallerie, mostrava un evidente tallone d'Achille per un motore che era sì perfettamente accordato con la ciclistica, ma ahimè cominciava a pagare pegno se paragonato alla strapotenza della Panigale V4 S.

Il segreto di Aprilia è sempre stato quello di trovarsi in una condizione di perfetto equilibrio anche sotto la sferza della cavalleria, ossia detenere l'arte ed il dono di spalmare a terra tutti i cavalli disponibili senza intaccare e/o turbare il perfetto connubio tra ciclistica e motore di cui è dotata, e questo è stato il risultato che Ducati è riuscita ad ottenere con l'erogazione del motore della Panigale V4 S.

Quindi Aprilia per non perder terreno ha pensato bene di portare la cilindrata della RSV4, da 1078 a 1099, con il risultato però di aver perduto qualcosa nella straordinaria linearità del precedente propulsore, ma in compenso di aver guadagnato una vagonata di corposa coppia specialmente nella zona bassa e media del contagiri, dato che su strada risultava carente.

Quindi ricapitoliamo: Ducati cambia erogazione e mappatura al fine di poter spalmare a terra coppia e cavalli, prerogativa sempre presente in Aprilia seppur con meno cavalli. Aprilia aumenta la cilindrata per non rimanere indietro e perde qualcosa in termini di linearità di erogazione, ma il motore cambia carattere ed acquista coppia e cavalli che si percepiscono nettamente nella zona dei bassi e nei medi. Ducati lavorando sulle quote cerca di rendere la ciclistica più neutra, meno rigida e rotonda specialmente in una guida su strada. Inoltre Ducati cambia e adotta una rapportatura racing, dove la prima è più lunga, seconda e terza invece sono ravvicinate elemento già presente da tempo in Aprilia.

Insomma sembra che in questa corsa alla migliore del reame, ci sia stata una sorta di reciproche assimilazioni concettuali, anche se onestamente Aprilia si è semplicemente limitata all'aumento di cilindrata, per il resto mi sembra che Ducati abbia preso più spunti da Aprilia. Ovviamente queste sono delle semplici riflessioni ed ipotesi assolutamente personali.

Ma alla fine della fiera ???? Dopo questo immenso sproloquio, quale delle due va meglio e quali sono le differenze in termini di guida ???

Giuro sarò breve e coinciso !!!

Per una guida su strada Ducati paga un pegno che a mio avviso è il non-telaio, malgrado gli ingegneri abbiano fatto miracoli, la moto è migliorata ma rimane sempre fisica, carente in termini di sensibilità, rigidissima, e particolarmente caricata sul davanti, fattore che nelle percorrenze la rende più propensa a spigolare piuttosto che a percorrere ed inoltre essendo molto caricata sull'anteriore risulta più scomoda. E' una moto che devi guidare con il corpo, andando ad andature tranquille senza forzare il passo e gli angoli, la moto sembra essere incerta, ma cambia radicalmente carattere quando il ritmo diventa serrato, allora offre il meglio di sè, trasmettendo sicurezza e tanto appoggio grazie anche alla spalla da 60 !!

Il motore e l'erogazione sono gestibilissimi e non impensieriscono mai, rimanendo sempre sotto il vigile controllo dell'elettronica, okkio però alle velocità che si raggiungono, poichè avere un'erogazione para ed uniforme è decisamente fuorviante, la strada che divora è veramente tanta roba !!! Il motore è assolutamente facile e sfruttabile, ma ahimè non lo trovo più molto sensoriale se paragonato al modello 2018 o a quello dell'Aprilia, ma capisco che in pista al fine di stampare tempi sul giro, ad oggi forse è la più efficace, anche se perde tanto a mio avviso in carattere e sensorialità !!

Aprilia per me rimane difficile descriverla, parliamo di un qualcosa di viscerale, da quando l'ho provata mi ha folgorato, diversa da tutte, profuma di virtuosismo e di arte, è uno Stradivari, una moto dalle mille regolazioni, delicata e sensibilissima a qualsiasi minima variazione, non per tutti, da maneggiare con cura ed attenzione e specialmente con cognizione di causa.

La voce del V4 è melodia, guarderei per ore i dettagli di quell'opera d'arte del telaio delle sue curve e di quel forcellone in alluminio, le sue saldature sono pura arte visiva !!! Malgrado sia stato reso un prodotto commerciale, concettualmente non lo è. Ma tralasciamo questi miei voli pindarici che propendono chiaramente in maniera arbitraria per la Veneta e cerchiamo di procedere con coerenza !!

Dunque la grossa differenza con la Panigale a mio avviso stà nella comunicatività, ossia nella capacità di Aprilia di comunicare con il pilota, quando la si guida impressiona per come traduce ed esegue alla lettera ciò che si pensa e ciò che si vuol fare, la guida avviene in un totale rapporto simbiotico, si instaura un vero e proprio legame tra moto e pilota che va oltre, è come se la moto si connettesse tramite un cavo o una presa scart che interlaccia l'uomo al mezzo meccanico.

La percezione e la consapevolezza di ogni movimento, azione o reazione durante la guida viene trasmessa e percepita dal pilota in maniera chiara, dettagliata e con dovizia di particolare, insomma la visione e la percezione delle azioni e delle risposte avvengono in alta definizione, in 4K, tanto per rimanere in un contesto tecnologico, ed ovviamente lo stesso succede per le sensazioni in grado di trasmettere. Guidata su strada sia a ritmi sostenuti che passeggiando, riesce a trasmettere un perenne piacere di guida, mai riscontrato in altre super sportive, si propone con una facilità ed un'intutività disarmante, non c'è impegno fisico in termini di sforzo sia nel misto stretto che nel veloce, su strada ha la capacità di girare con lo sguardo e non richiede impegno fisico specialmente rispetto alla Panigale.

Grazie alla magia del telaio riesce girare rotonda come una crossover anche nei tornanti stretti a bassa velocità. Ma al contrario della Panigale è una moto che rispetto al modello precedente, diventa radicalmente impegnativa grazie ad un motore molto esuberante, capace di spararti nello spazio, se non dosato con cautela, insomma un mezzo con un propulsore dotato di una spinta decisamente imbarazzante e spropositata, sconsigliata a neofiti e deboli di cuore !!!

Negli ingressi più entri forte e più il limite della moto si allontana, le curve avvengono con velocità di percorrenze sempre maggiori, raggiungendo angoli di inclinazione elevatissimi senza particolare impegno e senza rendersene conto, non si scompone mai neanche quanto il ritmo diventa serrato. E' una moto con la quale impari a guidare e a crescere, trasmette un feeling e una sicurezza mai riscontrata prima

Ducati Panigale V4 S più fredda, meno passionale e meno sensoriale, più rigida e più fisica, motore prontissimo anche ai bassi, erogazione elettrica ed uniforme, protende per una guida meno rotonda e più spigolata, a mio avviso vista la sua facilità in pista è più efficace, di Aprilia.

Aprilia RSV4 1100 Factory moto passionale, poco fisica, straordinariamente fluida e rotonda nelle curve, motore sopra le righe con tantissima coppia, da usare con cautela, capace di instaurare feeling fortissimi grazie ad una ciclistica che offre sempre un'inedita bellezza di guida in tutti i contesti, in pista va cucita addosso, non semplice da regolare a mio avviso forse più facile Ducati.

Buona strada a tutti Biker's !!!
 

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