Ducati Desmosedici Stradale: svelato il nuovo motore V4

Gianluca Salina

Ducati esce ancora una volta dagli schemi e, per la sua nuova Panigale V4, attesa al debutto ad EICMA 2017, alza il velo sul Desmosedici Stradale, il motore a quattro cilindri che avrà il compito, dal 2019, di muovere la Superbike di Borgo Panigale nel mondiale delle derivate di serie. Per adesso la casa bolognese ne ha presentato la versione stradale, un 1100 di cilindrata per 210 cavalli di potenza.

E' probabilmente la moto più attesa dell'anno e continuerà ad esserlo ancora per due mesi, alias il tempo che ci separa da EICMA, quando sarà possibile ammirarla nello stand Ducati o, nella prima mondiale, la World Premiere del 5 Novembre dove, alle ore 21, in un evento immediatamente precedente il salone, il velo sulla Panigale V4 verrà sollevato. Nel frattempo però, la casa di Borgo Panigale fa crescere l'hype attorno alla sua nuova punta di diamante, svelandone il motore con una presentazione a contorno del GP di San Marino, in programma il prossimo week-end sulla pista di Misano.

Il suo nome è Desmosedici Stradale, che da un lato afferma il DNA race in comune con il propulsore che l'azienda bolognese impiega in MotoGP e dall'altro ne attesta l'usabilità al di fuori dei circuiti. La rivoluzione del marchio controllato dal gruppo Volkswagen passa, ma non è più un segreto ormai da mesi, per una unità a quattro cilindri, che mantiene però la tradizionale architettura a V e la distribuzione desmodromica.

desmosedici-stradale-1

Sono sempre 90, i gradi di angolo tra le bancate, con l'intero blocco che è ruotato all'indietro di 42° per favorire una centralizzazione delle masse e per conservare dimensioni compatte. Una delle sorprese (in realtà un segreto di Pulcinella tra gli addetti), è la cilindrata: 1103 cc. Ducati sceglie di sparigliare le carte, confermando la sua attitudine a giocare fuori dagli schemi.

Così come con l'uscita della 1299 Panigale i motoristi Ducati erano ricorsi ad un incremento di cubatura di 87 cc per poter disporre di un tiro più che consistente ai bassi rispetto alla 1199, in questo caso cade la barriera dei 1000 cc per una supersportiva a quattro cilindri. Allo stesso modo di come fece nel 2002 Kawasaki, con la ZX-6R 636, oggi ancora in commercio, la V4 disporrà di una cilindrata maggiorata rispetto alle attuali concorrenti.

Le ragioni? Diverse. A cominciare dalla necessità di soddisfare gli amanti del pompone. Con un motore 1100 si ottiene una maggior coppia rispetto ad un 1000, con la possibilità di aggiungere lo stesso livello di potenza a regimi di rotazione ridotti, il tutto a vantaggio dell'affidabilità. Già, la potenza… con i numeri da brivido della 1299 Superleggera (215 cv), le aspettative erano molto alte, per la V4, con molti che si attendevano che potesse essere raggiunta la barriera dei 220 cavalli.

L'obiettivo degli uomini Ducati non era però questo (non subito, almeno) ed hanno deciso di fermarsi a quota 210, ottenuti a 13000 giri, con una coppia superiore ai 120 Nm, il tutto con un motor omologato Euro-4, dotato di quickshift in innesto e scalata ed i cui tagliandi saranno ogni 12000 km quelli standard e ogni 24000 quelli che prevedono il controllo del gioco valvole. L'alesaggio è di 81mm, il massimo permesso in MotoGP, che consente ridotti valori di corsa (in questo caso 53,5 mm).

Doppio iniettore, valvole da 34 mm di diametro in aspirazione e 27,5 mm in scarico e rapporto di compressione pari a 14:1 sono altre delle caratteristiche dell'unità, che presenta i perni di biella sfasati di 70°, che determinano una configurazione Twin Pulse, analoga a quella dei motori impiegati in MotoGP. Con una cilindrata di 1103 cc è evidente che questa moto non potrà correre in Superbike.

Sarà infatti disponibile unicamente come moto stradale, ma utilizzabile anche nei trofei nazionali nella categoria open, venduta verosimilmente in versione standard ed S. Per le derivate di serie arriverà prossimamente la "R", con ogni probabilità più estrema nella dotazione e nel prezzo (al momento non ancora svelato per nessuna versione), che non dovrà comunque superare i 40 mila € per rientrare nel price cap imposto dal regolamento WSBK.

E' però lecito pensare che, materiali a parte, la 1000 sfrutterà la stessa base della 1100, conservandone l'alesaggio e vedendo solo ridotta la corsa, che in questo caso sarebbe di 48.5 mm per una cilindrata di 999,7 cc ed un regime di rotazione che è lecito attendersi superiore ai 14 mila giri per la moto che, a partire dal 2019, avrà il compito di difendere i colori della rossa nel mondiale Superbike, ma che probabilmente esordirà nel mondiale Superstock già dalla prossima stagione.

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