Certo è che dal 2018 ad oggi di strada la Panigale V4 ne ha fatta tanta, specialmente in termini di sviluppo ed affinamento tecnologico nei confronti di quel progetto che sin dal suo primissimo esordio si palesava con caratteristiche assolutamente innovative. D'altronde si sa che ad oggi Ducati tra tutte le aziende è quella che investe maggiormente in termini di innovazione.e sviluppo progettuale.
Ovviamente aprire nuove porte oltre i confini di ciò che è noto ed ampiamente collaudato, puntando verso nuove frontiere ed orizzonti poco conosciuti, oltre ad un ammirevole coraggio, spesso necessita di una genesi più complessa ed articolata che richiede tempo al fine di poter affinare ed ottimizzare il risultato di un progetto innovativo, con il rischio di incappare nelle primissime fasi in un prototipo acerbo sul quale è necessario dover lavorare ancora.
Ducati Panigale V4 S 2018
Insomma è un po' come dire:" l'idea ha preso vita, concretizziamola e vediamo dalla carta all'atto pratico quanta strada intercorre". E quì sul progetto Panigale di strada ne è stata fatta parecchia. All'esordio difatti la Panigale V4 S si presentava con una linea nel suo insieme più compatta e filante nelle carene e nel frontale, che risultava al tempo privo delle ali, poi nel corso degli anni, al fine di migliorare lo scambio d'aria per contrastare il surriscaldamento del prestante propulsore di 1100 cc, venivano adottate carene più capienti sui lati e dotate di branchie laterali per favorire il raffreddamento.
Inoltre nel 2020 comparivano le prime ali posizionate sulle carene con funzione deportante per garantire una maggior stabilità alle alte velocità.Ma al di fuori del contesto estetico, cosa effettivamente è cambiato in termini di gestibilità e di guida dal suo esordio sino ad oggi ??? Il modello 2018 l'ho avuto per 25000 km ed ancora porto in serbo ben impresso i connotati di un'indole esuberante ed oltre una certa soglia, diciamo poco gestibile, dovuto ad un propulsore dotato di valori di coppia e potenza strabordanti.
Una ciclistica molto rigida, forse troppo, la rendeva spigolosa richiedendo impegno fisico per farla girare e massima concentrazione nella gestione dell'erogazione, specialmente quando si oltrepassava la soglia dei 10500 giri. L'anteriore era quasi impossibile da tenere a terra e nelle decise riprese del gas, le sferzate di coppia e potenza innescavano pericolosi sbacchettamenti !! Insomma, davvero un gran bel toro scatenato, al quale bisognava dare del lei per un bel pò prima di entrarci in confidenza.
Se guidata allegramente per i passi, solo dopo poche centinaia di chilometri era capace di demolirti fisicamente e psicologicamente e sebbene fosse un mezzo di difficile gestione e non alla porata di tutti, comunque mi lasciava percepire in se un enorme potenziale che veniva obnubilato da questa spropositata esuberanza e reattività, sinonimo di un mancato affinamento nell'erogazione di coppia e potenza ed in una inadeguata gestione elettronica.
Insomma, un mezzo eccessivamente sopra le righe, tutta quella forza e veemenza anche se accompagnata da un comparto ciclistico d'eccellenza la facevano risultare spropositatamente maleDucata e poco raccomandabile ai meno avvezzi.
Ducati Panigale V4 S 2023
Malgrado in Ducati assicurino un radicale stravolgimento della moto, frutto di un approfondito lavoro in termini di connotati caratteriali tali da renderla poco riconducibile al primo progetto, al primo impatto visivo si nota subito un frontale più largo dove spiccano le famose ali aerodinamiche, ma al di fuori di questo diverso maquillage la moto risulta esattamente la stessa, no scusate, anche il serbatoio è leggermente diverso e porta un litro di benzina in più (17 L contro i 16 precedenti) risultando leggermente più largo di prima, ma per il resto esteticamente è sempre lei.
Anche per quanto concerne il motore questo è rimasto invariato, si parla di modifiche di elettronica e di mappatura, ed è proprio lì che si è svolto il grosso del lavoro, inoltre è stata utilizzata una diversa rapportatura del cambio, dove la prima e la seconda sono state allungate, terza quarta e quinta ravvicinate e sesta allungata. Insomma un vero cambio race!!
L'ulteriore step evolutivo di un'elettronica in termini di controlli, che già rasentava la perfezione ha permesso di intervenire e correggere quella sua indole esuberante ottenendo come risultato la capacità di canalizzare quelle forze e quelle spinte spropositate in un potenziale di erogazione, a detta degli ingegneri Ducati, gestibile e redditizio in termini di guidabilità e percorrenze.
A livello ciclistico le quote sono cambiate, il pivot del forcellone posteriore è stato alzato e all'anteriore, che adotta delle nuove forcelle Ohlins pressurizzate, queste hanno una maggiore escursione che passa da 120 mm a 125 mm, il che la rende nel complesso più alta, inoltre è stato adottato il front frame di serie della Panigale V4R che presenta dei fori di apertura sui lati al fine di dare maggior elasticità compensando all'elevata rigidità del modello precedente. Insomma a questo punto non mi rimane che provarla per toccare con mano.
La prima cosa che noto salendoci in sella è la maggiore altezza da terra, per il resto la posizione mi sembra la stessa, i semimanubri sono sempre ben aperti, mi sento solo più caricato sull'avantreno rispetto alla precedente versione. Metto la prima, parto e con stupore mi accorgo subito che il motore non è scorbutico, anzi la sua erogazione è para, dolce e lineare, e nello stendere le marce si percepisce immediatamente la diversa rapportatura.
Ora permette un'utilizzo pieno delle marce basse in particolare della prima che può essre utilizzata in svariati contesti con una ampia versatilità, non ci sono più strappi o sussulti che mettono in difficoltà e la fluidità è impressionante, finanche dai bassissimi giri rimane sempre prontissima malgrado la rapportatura lunga. Guidandola in città la trovo incredibilmente facile e gestibile, che sia davvero diventata una timorata eDucanda ????
A guidarla nel contesto cittadino parrebbe proprio di sì, sguscia via tra le macchine con agilità inaspettata, è maledettamente facile ed intuitiva, ti sentiresti di farla guidare a chiunque, le marce entrano una dietro l'altra con velocità e semplicità disarmante, il motore ora sembra educato e risponde senza incertezze alle minime aperture del gas. Cavolo, allora hanno detto il vero in Ducati !! Impaziente mi dirigo fuori Roma ansioso di dare via alle danze nei percorsi a me noti.
Ma se è vero che è stata educata da una cura correttiva profonda e radicale che la rende estremamente facile, intuitiva e friendly tanto da poter ammiccare una facile disponibilità anche verso i meno esperti, è bene ricordarsi sempre con chi e con cosa abbiamo a che fare. Malgrado ingentilita nei modi e nelle parvenze e si muova con la leggiadria di una libellula, è sempre bene tenere a mente la sua cartà d'identità, ricordando i suoi tratti genetici che anche se mitigati, comunque rimangono sempre gli stessi: 215 cv e 123 nm di corposa coppia in grado di conturbare la vostra vita con abbondanti scariche di arenalina !!
Diversamente si rischia di cadere in un equivoco che potrebbe avere conseguenze catastrofiche. Lo dico proprio perchè il sottoscritto appena uscito dal traffico cittadino, preso dalla foga e dal divertimento da una guida così facile, ha cominciato a snocciolare le marce in rapida sequenza e più giravo la manopola e più diventava leggera e facile, il cambio preciso e veloce sparava le marce a raffica fagocitandole con avida successione, ma che bello !!! E non arriva neanche aria, la protezione è ai massimi livelli per una sportiva di quel calibro.
Il vero problema arriva quando devi fermarti o quando l'occhio casca casualmente sul tachimetro, un paio di volte sono letteralmente impallidito e credetemi non sono di primo pelo, insomma quando si provano questi super mezzi di tale caratura si rimane sempre sorpresi delle velocità e delle progressioni impressionanti che hanno, vengo da un lungo rapporto con l'Aprilia Rsv4 1100 del 2020 quindi teoricamente sono abbastanza avvezzo a queste situazioni, ma qui credetemi siamo ad uno step ancora superiore.
Comportamento dinamico e guida sul misto
Eh sì, in Ducati hanno fatto davvero un gran lavoro, del precedente modello rimane davvero poco o nulla, è stata fatta un'opera di vero trasformismo malgrado, al di fuori del frontale, la moto sia rimasta praticamente identica, La nuova Panigale 2023 è diventata davvero facile da guidare e trasmette un inedito piacere di guida. Se prima era dura e fisica da far girare, ora è diventata straordinariamente comunicativa ed intuitiva mostrando una rotondità di guida ed una versatilità sino a ieri sconosciuta.
Quando il connubio tra ciclistica e motore trova un corretto legame simbiotico, ossia quello stretto rapporto correlato ad una perfetta associazione e ad una compenetrazione di elementi diversi tra loro, da luogo ad un'alchimia in cui la moto acquisisce armonia, efficacia e bellezza di guida. Questa magica sensazione l'ho provata solo con l'Aprilia Rsv4 1100 Factory, ma con grande sorpresa l'ho ritovata anche su questa nuova Panigale V4S.
Il problema qui è diventato l'opposto rispetto a prima, non ti accorgi quanto si va forte, anzi no, quanto si va maledettamente forte, l'erogazione ha acquisito una linearità impressionante e malgrado non ci si renda conto di cosa stia succedendo, il mostruoso Twin Pulse, ora addomesticato, spalma a terra coppia e potenza in maniera talmente omogenea ed uniforme che si rimane inconsapevoli del quantitativo di strada che viene fagocitato ed ovviamente delle velocità che si raggiungono.
Le nuove quote ciclistiche ed il nuovo Front Frame alleggerito e dotato di una maggiore elasticità, rendono l'anteriore della Panigale incredibilmente veloce e comunicativo negli inserimenti, grazie anche all'innalzamento del posteriore, mostrando una propensione ad una guida rotonda piuttosto che spigolata come nella precedente versione. Nelle curve a ferro di cavallo ho modo di testare la capacità e la dote acquisita di chiudere qualsiasi traiettoria con grande disinvoltura, anche se nei momenti in cui bisogna magari correggere e stringere una traiettoria necessita di un minimo di intervento fisico, cosa che con l'Aprilia avveniva telepaticamente.
In compenso dopo già pochissime curve ti accorgi di viaggiare costantemente e con una naturalezza disarmante ad angoli elevatissimi, ossia la sensazione di appoggio alle massime inclinazioni quì è inarrivabile, prerogativa peraltro che mi aveva colpito anche nel modello precedente, solo che ora la ciclistica ha acquisito un netto miglioramento in termini di scorrevolezza e rotondità di guida, il che permette di improvvisare lunghe traiettorie e percorrenze ad angoli fuori del comune con una sicurezza imbarazzante.
Per certi versi mi sento di dire che tra Aprilia e Ducati si siano create delle analogie, dove Ducati a mio avviso, non so se inconsapevolmente o meno, abbia preso riferimenti dalla casa di Noale. Mi riferisco in particolare alla nuova gestione dell'erogazione e alla nuova rapportatura utilizzata già da tempo da Aprilia. Trovo infatti molto simili le erogazioni dei due motori che tendono a spalmare la coppia e la potenza in maniera uniforme su tutto l'arco di erogazione, con l'ausilio di una rapportatura più lunga, prerogativa ormai nota nei motori Aprilia.
Fatto stà che questa nuova Panigale ha raggiunto una perfezione ciclistica che fino a poco fa avrei ritenuto impossibile, specialmente in considerazione al fatto che il tutto sia stato ottenuto dall'ottimizzazione di un Front Frame e non da un telaio tradizionale, Quindi veramente chapeau agli ingegneri Ducati che hanno saputo portare ad un livello così alto un progetto che inizialmente nasceva con tratti che limitavano forse un po' il grandissimo potenziale nascosto di un mezzo che ad oggi si posiziona in vetta alle classifiche delle migliori moto, rendendola intuitiva e capace di regalare una bellissima sensazione di guida.
Ovviamente aggiungiamoci anche "facile" ma ciò non sta a significare per tutti, ricordiamoci che seppur ottimizzata e ingentilita nei modi è forse diventata più pericolosa per chi non possiede già una certa dimestichezza nella gestione di queste mostruose potenze.
Per il resto non mi sento di dilungarmi oltre, ovviamente aggiungo che che le sospensioni sono come da tradizione il top specialmente con le nuove Ohlins pressurizzate da 125 mm di escursione capaci di ottenere una scorrevolezza inusuale nella modalità "Sport". I freni potentissimi e modulabili sono il riferimento della categoria.
Difetti: scalda come una fornace grazie all'Euro 5, partendo in prima bisogna giocare parecchio con la frizione, specchietto di sinistra che vibra, dopo poche ore di guida crea un'irreversibile dipendenza fisica e psicologica.
Buona strada a tutti Biker's !!!