La gara della Moto3 di ieri, corsa al Motorland Aragon, ha regalato la solita bagarre a manciate, tipica delle classi dove i mezzi sono molto simili tra loro per prestazioni e la vittoria spesso si risolve in zona Cesarini. L'ha spuntata ancora lui, Joan Mir, leader della classifica iridata non a caso, visto che quella di Alcaniz è stata la sua vittoria numero otto della stagione in corso.
La sua affermazione brucia però particolarmente ai colori italiani, dal momento che, alle spalle del pilota spagnolo, si sono classificati Enea Bastianini e Fabio Di Giannantonio, che hanno battagliato con il numero uno in classifica fino all'ultimo e, dopo il traguardo hanno mimato, rivolgendosi al portacolori del Leopard Racing, il suo procedere a zig-zag sul rettilineo che precede il curvone prima del traguardo, quando i due italiani gli erano in scia.
Una protesta giusta, poi sanzionata dalla direzione gara, dal momento che effettuare ripetuti cambi di direzione, quando si viaggia, come nel loro caso, a 230 all'ora uno in fila all'altro, è certamente pericoloso. Il fatto è che la condotta di Mir gli causerà l'indietreggiare di sei posizioni sulla griglia del prossimo GP, quello del Giappone, mentre nulla cambia sull'ordine di arrivo di ieri.
Giusta o sbagliata che sia, questa è la decisione che è stata presa, ma nulla ovviamente vieta di discuterne, lasciando da parte il fatto che, da Italiani, siamo inevitabilmente coinvolti. Proviamo pertanto a vedere i fatti da due punti di vista differenti. Il primo è quello che ci suggerisce come il provvedimento sia corretto, ma lo stesso comportamento di Mir sia stato tenuto da chi lo seguiva, che in ogni caso non scagiona lo spagnolo, dal momento che la sequenza di zig-zag fatta da lui sul dritto con lui è da pelle d'oca, se si pensa alle conseguenze che avrebbe potuto avere.
L'altra faccia della medaglia è che la sanzione sia corretta nel principio, ma non nella tempistica di attuazione. Se, effettivamente, come appare dalle immagini tv, tutti e tre i piloti hanno commesso una infrazione al regolamento, tutti e tre andavano penalizzati, ma da subito. In questo modo invece, Mir è stato l'unico ad esserlo, ma la cosa non avrà in pratica ripercussioni, visto che a Motegi basterà, allo spagnolo, perdere 5 punti da Fenati, per essere campione del mondo al primo match point che gli si sarà presentato.
Tutto questo riporta in auge la atavica discussione sull'applicazione immediata delle sanzioni. Gli strumenti non mancano, quello che fa difetto è forse la volontà di utilizzarli, cosa che, fino a quando tutto fila liscio e senza intoppi, va bene a tutti o quasi ma, in caso contrario, si consegna alla storia un'altra pagina che poteva essere scritta in una calligrafia decisamente migliore e, soprattutto, senza creare un ennesimo precedente. Senza fare del disfattismo, occorre sempre far uscire i buoi dal recinto, prima di chiuderlo?