La bella stagione si porta dietro una intensificazione del traffico sulle strade e, agli automobilisti si aggiungono pedoni, ciclisti e motociclisti. Quest'ultima categoria è spesso vessata dalla prima (ma non solo), in quanto ritenuta responsabile di comportamenti pericolosi. Tra i biker, è innegabile, le mele marce ci sono, come ci sono in ogni altra categoria, ma generalizzare non è mai la soluzione migliore ed accusare a prescindere senza conoscere l'esatta realta dei fatti lo è ancora meno.
Un caso emblematico è quello di Giovanni Pappalardo, motociclista 55enne che pochi giorni fa ha perso la vita in un incidente stradale avvenuto in Valsusa e nel quale si è scontrato frontalmente con una auto (un fuoristrada Jeep). Immediata la levata di accuse nei confronti dello sfortunato biker che, secondo alcuni (malinformati), avrebbe causato l'incidente a causa di un sorpasso azzardato e contromano.
Peccato che le cose siano andate molto diversamente ed a fare luce sull'accaduto ci ha pensato il figlio della vittima, il quale ha chiarito che la causa dello schianto è stato un malore, più precisamente una emorragia cerebrale, che ha colpito Pappalardo il quale, ormai esanime, ha perso il controllo della moto, schiantatasi contro la Jeep.
Nessuna responsabilità dunque per il motociclista, così come dell'altro veicolo coinvolto nell'incidente, ma soltanto una tragica fatalità, con buona pace dei detrattori di chi si muove su due ruote, che non perdono occasione per gridare "al lupo-al lupo…" nei confronti di chi in realtà viene spesso e volentieri viene giudicato in modo sommario ed è sovente chiamato a provare la sua innocenza.