MotoGP 2017: Dovizioso e la Ducati fanno paura. Allarme Yamaha e Suzuki.

Gianluca Salina

Non è più un outsider di lusso, Andrea Dovizioso, che a Barcellona ha messo il suo secondo sigillo stagionale su una gara di MotoGP. Lui e la Ducati in grande spolvero (Lorenzo è giunto 4°) mettono pressione ad una Yamaha in difficoltà sia con Rossi che Vinales, ma quest’ultimo resta leader di classifica. Marquez e Pedrosa si avvicinano alla vetta, mentre Iannone naviga sempre più al buio, mentre Aprilia e KTM proseguono l’apprendistato.

Prima dell'inizio delle qualifiche, in molti si attendevano un Marc Marquez grande protagonista della gara di MotoGP di Barcellona, reduce com'era da un sesto posto al Mugello non proprio esaltante, specie per le sue velleità di titolo. Lo spagnolo non ha deluso, così come il compagno di squadra Dani Pedrosa, mattatore delle prove. Entrambi i piloti Honda HRC sono però stati messi in ombra da Andrea Dovizioso che, con la Ducati numero 4 ha centrato la seconda vittoria consecutiva, dopo quella di una settimana fa al GP di Italia.

DesmoDovi da Forlì così ha fatto il bis e, dopo il piede messo, tra le colline toscane, in mezzo alla porta di un mondiale che due gare fa sembrava chiudersi a favore di Maverick Vinales, in Catalunya ha dato una spallata da far tremare i cardini di quella stessa porta e, approfittando della giornata storta del numero 25 della Yamaha (giunto 10°), si é portato a 7 punti dalla vetta del mondiale.

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Dopo aver lasciato sfogare il compagno di squadra Jorge Lorenzo (4° al traguardo), e poi Dani Pedrosa, Dovizioso ha preso il comando delle operazioni, resistendo al ritorno di Marquez e facedogli capire, nelle ultimissime battute della gara, che ce ne sarebbe stato ancora per un eventuale corpo a corpo. L'impressione è che, nella testa dello 04 di Borgo Panigale, si sia sbloccato qualcosa.

Bicchiere mezzo pieno in Honda HRC si diceva, con Marquez che, al 6° giro, quando si è portato in testa ai danni di Jorge Lorenzo, si è per un attimo dimenticato che la sua moto si chiama RC213V, e l'ha infilata in curva come fosse un CRF Supermoto. Per il numero 93 un secondo posto ed una sicurezza a prova di bomba nonostante le sei cadute nel week-end di gara catalano, mentre per il numero 26 è arrivato l'ennesimo piazzamento sul podio dopo delle qualifiche nelle quali aveva dato da intendere di poter fare anche meglio.

valentino-rossi

Classifica nuovamente accorciatasi, grazie alla debacle Yamaha Movistar. I due piloti ufficiali sono stati protagonisti del fine settimana di gare meno esaltante degli ultimi anni. Da un lato c'è Rossi, 8° al traguardo, che afferma come la M1-2017 sia più problematica delle 2016 e dall'altro Vinales, 10° a Barcellona, che da la colpa alle coperture Michelin. Potrebbero avere ragione entrambi, in quanto ciò che dicono potrebbe essere la stessa cosa.

Il primo sostiene che la moto di quest'anno in entrata in curva e percorrenza è inferiore a quella dello scorso anno. La ragione indiretta potrebbe anche risiedere in ciò che afferma il suo compagno, vale a dire che, tralasciando le teorie complottistiche, sarebbe il risultato di una gomma che non si adatta alla moto dei tre diapason, coisa che però cozza con le tre vittorie di quest'anno del pilota di Figueres.

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Se è vero che cronometro e bandiera a scacchi hanno sempre ragione, al momento i piloti ufficiali sono andati complessivamente più forte dei due del team Tech3. Il distinguo da fare è che Zarco e Folger sono esordienti, ma il francese si trova a soli 8 punti da Rossi, circostanza che fa supporre che qualcosa che non vada, in casa Movistar, ci deve probabilmente essere.

Discorso diverso invece per Suzuki. Occorre essere onesti nel dire che Andrea Iannone non è Maverick Vinales, in grado di andare a podio già nel primo terzo di stagione 2016. Nonostante il pilota di Vasto, anche a causa degli infortuni di Alex Rins, si sia dovuto fare carico di buona parte dell'evoluzione della moto, con la GSX-RR non sta avvicinando i risultati che la GSX-RR ha ottenuto l'anno scorso.

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L'impressione è che si sia rotto qualcosa nei meccanismi mentali di uno dei pupilli di Carlo Pernat. Il numero 29 non mostra grinta e fiducia nella moto ed i risultati non stanno arrivando con, in più, voci non molto rassicuranti che provengono da "radio-paddock" ad indicare l'italiano in partenza dal Team Ecstar già a fine stagione.

Ancora in salita la strada per Aprilia e KTM, con la marca di Noale che continua a progredire, specie grazie agli exploit di Aleix Espargaro, talvolta in qualifica e in altre occasioni in gara, ma non è ancora sugli standard che i vertici della casa veneta ed i tifosi sono abituati a vederla. La RS-GP é una apprendista, per quanto blasonata da un palmares nelle corse ineguagliabile della casa italiana, in un mondo dove tutto è estremo e recuperare non è né semplice né rapido.

Stesse considerazioni per la casa di Mattighofen, sbarcata in pianta stabile sono in questa stagione, in MotoGP. Anche in Austria comena Noale, le moto da corsa le sanno fare, resta però il fatto che l'esperienza nella massima serie è un valore aggiunto che arriva solo con il tempo. Pol Espargaro e Bradley Smith, insieme a Mika Kallio, ci stanno mettendo del loro, ma la RC16 è ancora nella fase iniziale, del suo ciclo di sviluppo.

Last but not least, un ritorno a Ducati che adesso ha il cruccio di vedere il proprio pilota, almeno sulla carta, di punta (Jorge Lorenzo) e per il quale la casa bolognese ha fatto un pesante investimento a livello finanziario, vestire i panni dello scolaro al cospetto del veterano (Andrea Dovizioso) che, per festeggiare i dieci anni dal finora unico mondiale MotoGP approdato nella provincia bolognese, potrebbe essersi messo in testa l'idea meravigliosa di riuscire nell'accoppiata moto+pilota italiano in cima all'olimpo motociclistico mondiale che in molti, all'ombra del Tricolore, si attendono da tempo.

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