Sono solo cinque, le gare del Motomondiale 2018 finora disputate, ma il mercato piloti sta già quasi mandando in scena i titoli di coda, secondo un consolidato quanto assurdo rituale che vede, ogni due anni, definire chi occuperà quali selle per il biennio successivo, ampiamente prima di arrivare a metà della stagione in corso, rubando un po' di magia derivante dagli accordi last-minute che appartengono ormai al motociclismo del passato.
In MotoGP non resta molto da definire, in ottica futura, visto che Marc Marquez, vincitore del GP di Francia, è stato riconfermato da Honda (qualcuno aveva dubbi?), Valentino Rossi e Maverick Viñales che hanno firmato per Yamaha, Andrea Dovizioso è fresco di rinnovo con Ducati, al pari di Alex Rins, che resterà in Suzuki come Aleix Espargaro sarà in Aprilia, mentre la definizione della squadra KTM 2019-2020 vedrà Johann Zarco e Pol Espargaro sulle RC16 ufficiali.
Con l'aiuto di "radiobox" proviamo quindi a tracciare il quadro delle caselle ancora mancanti del puzzle, almeno per una parte dei piloti del circus, a cominciare da quel Jorge Lorenzo a cui la Ducati Desmosedici, vincente con Andrea Dovizioso, proprio non riesce ad andare giù. Indipendentemente dall'infelice carambola che ha visto il primo, con la complicità di Daniel Pedrosa, abbattere il secondo a Jerez, l'idillio tra Borgo Panigale ed il maiorchino sembra finito.
Per il cinque volte campione del mondo sarebbe pronta l'opzione Suzuki, dove il 99 arriverebbe come prima guida. Ad Hamamatsu il portafogli è più sottile che in provincia di Bologna o ad Iwata, ergo per lui, se le cose dovessero andare in questo modo, si configurerebbe l'obbligo di rinunciare ad una cospiscua parte del principesco ingaggio di cui adesso beneficia.
Secondo alcuni uomini in blu la sua guida si adatterebbe bene alla GSX-RR, ma in questo campo certezze non ce ne sono fino a quando un pilota non monta in sella. Lorenzo in Suzuki troverebbe Davide Brivio come team principal e Alex Rins come compagno di squadra, un duo forse non propriamente scomodo, ma non certo dei più agevoli.
Quella che sarebbe, perché il condizionale è sempre d'obbligo, la sella in Ducati lasciata libera da Lorenzo, verrebbe occupata da Danilo Petrucci. Il pilota di Terni andrebbe a costituire una coppia tutta italiana e vedrebbe finalmente premiata la fedeltà al marchio di Borgo Panigale, che sta onorando quale pilota del team satellite Pramac.
L'opzione B per la casa italiana, anche se ha però perso forza, riguarderebbe uno scambio di piloti tra Ducati e Suzuki, con l'approdo di Lorenzo alla corte di Hamamatsu, mentre a Borgo Panigale tornerebbe Iannone. Visti i trascorsi però ed i risultati che l'italiano sta raccogliendo in Suzuki (non molto diversi da quelli collezionati con le rossa al tempo), questa appare uan ipotesi decisamente remota. In quel caso, Petrucci resterebbe in Pramac.
Tornando alla Suzuki, dovendo fare posto a Jorge Lorenzo, per Andrea Iannone non ci sarebbe altra opzione che lasciare la casa di Hamamatsu. Il suo rendimento al di sotto delle aspettative avrebbe reso i rapporti tra lui e la casa giapponese molto freddi. Il rider di Vasto avrebbe però una opzione in Aprilia, che per accoglierlo darebbe il benservito a Scott Redding.
All'inglese non rimarrebbe che cercare una sella sulla moto di un team satellite, dal momento che l'unico mezzo ufficiale rimasto sarebbe la Honda HRC di Daniel Pedrosa, con il pilota di Sabadell che molto probabilmente sarà ancora sulla sua RC213-V numero 26 almeno per un altro anno, dal momento che rappresenta il compagno ideale per Marquez, in grado di vincere un paio di gare l'anno, ma non di impensierire il fenomeno di Cervera.
Incognita invece quasi totale sulle scelte delle squadre private, con una ventata di novità che riguardano il 2019, a cominciare dal passaggio a KTM del team Tech 3, mentre non è ancora chiaro il futuro della compagine EG 0,0 Marc VDS, la quale starebbe guardando sia a Yamaha che a Suzuki, con la prima intenzionata a sostituire la compagine di Hervé Poncharal passata in arancio e la seconda ad avvalersi di un team satellite.