Questa volta non ha giocato a nascondino (come disse Rossi nei test di Sepang) e Marc Marquez è partito all’attacco del miglior tempo già nel primo giorno di test.
Con un miglior crono di 1’29”497, simile al best lap della gara 2016, fatto segnare da Cal Crutchlow, ha dato un distacco di un decimo e otto al secondo, Valentino Rossi. Marc aveva già stabilito il tempo più veloce a metà sessione, per poi limarlo nell’ultima ora, quando le temperature si sono alzate.
Nonostate il tempo di tutto rispetto Marc è ancora a quattro decimi dal record dei test, appartenente a Maverick nel fatto segnare nel 2016, che fermò il crono in sella alla Suzuki a 1’29″1.
Marquez si è concentrato sul motore e su nuove soluzioni per l’elettronica, che non aveva convinto in Malesia.
In Australia il miglioramento è stato globale in casa Honda, rispetto ai passati test, anche se c’è da dire che Philip Island è una pista “più amica” rispetto alla Malesia, tutto ciò evidenziato anche dalle prestazioni di Crutchlow e Pedrosa.
In casa Yamaha ci si è concentrati sul confronto tra il nuovo ed il vecchio telaio e su soluzioni aereodinamiche, sulle quali c’è ancora molta riservatezza.
Anche Andrea Iannone ha sfruttato le fasi finali del test per portarsi per portarsi al quarto posto a +0.492 da Marc; In casa Ducati continuano i lavori, ci si è concentrati molto sul bilanciamento dei pesi e sullo scarico.
Ci sono state anche delle cadute, per fortuna senza danni: Pol Espargaró, Álvaro Bautista, Scott Redding, Hector Barbera e Sam Lowes, due volte.
Di seguito i tempi della prima giornata