Gli Italiani non sono troppo inclini a seguire le regole, è inutile negarlo e questo riguarda anche ed ovviamente il Codice della Strada. Ci sentiamo un po' tutti piloti, con piede pesante e polso destro particolarmente votato a ruotare e così non abbiamo mai gradito tutta quella pletora di dispositivi (Velox, VeloOk, Tutor ecc) che, nel corso del tempo, hanno provato a farci passare il prurito della velocità.
La cosa può anche avere il suo senso perché, come detto più volte, è facile demonizzare la velocità, facendo cassa su di essa, salvo poi non andare a sanzionare dei comportamenti (ad esempio la disattenzione alla guida) che, dati ISTAT alla mano, producono ancora più danni. In più, il gettito delle sanzioni non sempre viene impiegato per la manutenzione delle strade ed il miglioramento della sicurezza su di esse. Sull'argomento ci torneremo, ma non oggi, perché l'argomento del contendere si chiama Navigard.
Dietro ad un nome in apparenza innocuo, che potrebbe far pensare ad un esploratore nordico del '500, si cela invece quella che potrebbe essere una vera rivoluzione per la circolazione stradale in Italia. I piani prevedono la sua adozione a partire dal 2026, limitatamente alla rete autostradale nazionale gestita da Aspi (Autostrade per l'Italia). Vediamo quindi più in dettaglio com'è fatto il sistema.
Può essere considerato, anche se la definizione è riduttiva, una sorta di Tutor 2.0 o, per gli appassionati del genere, una sorta di rappresentazione orwelliana applicata alle autostrade. In realtà, del sistema di controllo della velocità media già presente sulla nostra rete viaria a pagamento Navigard è ben più di una estensione. Per capire meglio la portata della cosa dobbiamo fare un parallelo con il mondo dei computer usando una semplice proporzione matematica.
Su un PC le applicazioni stanno a Linux/MacOS/Windows (in rigoroso ordine alfabetico e con tutti e tre i sistemi operativi consumer presenti per non scontentare nessuno) come Tutor sta a Navigard. Questo perché il nostro può essere considerato un vero e proprio sistema operativo delle autostrade, che includerà svariate applicazioni, tra cui Tutor stesso.
Si tratta di una infrastruttura sviluppata da Aspi stessa attraverso la controllata Movyon ed è concepita per rendere più sicura la circolazione. Il compito verrà svolto attraverso una serie di strumenti che serviranno anche ad identificare comportamenti che mettono in qualche modo in pericolo l'incolumità di chi utilizza le autostrade. Una serie di telecamere, sensori, pannelli di segnalazione, sistemi LiDAR ed oggetti di vario tipo in Rete (IoT) collegati a computer (server) locali, a loro volta connessi ad un centro di elaborazione centralizzato raccoglierà ed elaborerà informazioni relative al traffico.
Tra le svariate funzionalità, oltre al monitoraggio della velocità media dei veicoli ed il superamento anche temporaneo dei limiti, Navigard sarà anche in grado di rilevare la mancanza del rispetto delle corsie (emergenza, sorpasso ecc), oltre che il controllo sulla massa dei mezzi (una feature specificatamente destinata ai camion), con la verifica che potrà essere effettuata anche su ogni singolo asse.
Altre funzionalità che verranno implementate nel corso del tempo sono l'individuazione di chi elude il pedaggio, il rispetto delle tratte concordate dei mezzi che trasportano merci pericolose, il controllo in tempo reale di veicoli che marciano contromano, il rilevamento della presenza di ostacoli in carreggiata e la verifica automatica dei cronotachigrafi installati a bordo dei mezzi pesanti attraverso l'interfacciamento diretto con i dispositivi.
Un capitolo a parte merita il discorso sull'Intelligenza Artificiale, argomento che ha largamente riempito bocca ed orecchi di molti in quest'ultimo periodo e che di fatto, si può sintetizzare come strumenti in grado di utilizzare basi di dati che è già decenni che vengono raccolte, ovviamente sì, sarà presente anche in Navigard. Tra le funzioni deputate a questa branca del sistema ci sarà quella di analizzare contesti e situazioni in tempo reale per prevedere e prevenire l'insorgere di condizioni di pericolo.
Il sistema sembra essere nato, almeno sulla carta, con l'obiettivo reale di incrementare la sicurezza stradale e non solo come strumento repressivo. Resta da vedere cosa verrà fatto in ambito locale e lontano dalla rete autostradale, dove invece sono in aumento incidenti, feriti e vittime, fenomeno che, per essere combattuto, ha bisogno di un cambiamento strutturale ancora più grande dell'introduzione di Navigard.