Nel 2016 Yamaha mise in listino la MT-10, discendente, ma solamente nella connotazione di maxinaked, di quella FZ1 che tradiva, nel numero, la cilindrata con la sportiva di Iwata, la YZF-R1. Nella nuova nata il DNA della carenata top di gamma della casa dei tre diapason è ancora maggiore, dal momento che ne condivide il motore, ovviamente addolcito da una fasatura meno spinta ed adeguata all'impiego su questo tipo di moto.
Il 2017 si è portato in dote un ampliamento della gamma, figlia della filosofia Dark Side of Japan e che adesso prevede tre differenti versioni. La standard, la ancora più grintosa SP e la Tourer Edition, che è anche la protagonista della nostra prova. Non è una Tracer 1000. Questa versione ha una dotazione di serie decisamente più votata al turismo rispetto alle altre due MT-10, ma resta una fun bike con la quale prendere meno aria su casco e spalle rispetto alle sorelle naked. Tutto qui? Non proprio.
Il frontale conserva il classico sguardo che l'ha resa inconfondibile e di cui la versione 2017 della più piccola MT-09 ha tratto ispirazione. C'è però la novità del parabrezza alto e dei paramani, indizi del carattere più turistico, almeno nelle intenzioni, di questo modello. Se si guarda con attenzione la zona strumentazione, si nota anche un supporto GPS, altro elemento che, insieme alla sella comfort, anch'essa di serie, sembra caratterizzare questo modello della quattro cilindri di Iwata.
Ci provano poi ancora le due borse laterali morbide, a far apparire la MT-10 Tourer Edition più mansueta di come sia in realtà, ma basta osservarla lateralmente, per capire che c'è qualcosa che non funziona, o meglio, che funziona benissimo. E' l'interasse, contenuto in soli 1400 mm, un valore che sulla carta garantisce una maneggevolezza da primato. Se non siete ancora convinti che questa moto sia un bombardone vestito in abito da sera, ci pensa la sigla stampigliata sul carter motore, a spiegarlo meglio.
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Questa recita CP4, lo stesso nome dell'unità che equipaggia l'ultima versione della R1, con il numero che identifica i cilindri, mentre le lettere indicano la fasatura CrossPlane, marchio distintivo di Yamaha ormai dal lontano 2009, quando esordì sulla supersportiva della casa. Quello stesso motore, così come telaio e sospensioni, li ritroviamo nella hypernaked dei tre diapason.
Contenuti a pioggia sul piano meccanico dunque, mentre per l'estetica, non c'è niente da fare. La MT-10 Tourer Edition, così come la versione standard, divide, perché è una di quelle moto che piace o non piace. Nel bene o nel male però, le sue linee spigolose non passano di certo inosservate e sono in linea con lo spirito della moto. La prima parte della prova è stata effettuata svolta questo inverno, per la precisione ad Dicembre, fondamentalmente per saggiare le qualità della nuova elettronica, evoluta rispetto al modello 2016.
Una volta accesa, al minimo la MT-10 Tourer Edition sonnecchia roca. Se foste davanti alla moto bendati, non sapreste dire di essere al cospetto di una R1 piuttosto che del suo alter-ego scarenato. Le sospensioni sono rigide, come si conviene ad una moto di questo rango, ma le regolazioni disponibili consentono di ingentilire l'indole "sparaiola" del mezzo.
L'altezza da terra è di 825 mm, valore che unitamente al ridotto ingombro nella zona del serbatoio, la rende adatta a piloti di tutte le taglie. La partenza da fermo o l'arresto della moto sono le uniche azioni per le quali c'è bisogno della buon vecchio leveraggio del cambio, poi lo si può dimenticare. Il quickshift assolve infatti brillantemente le sue funzioni e rende la guida molto divertente, forse più che con il cambio tradizionale, che resta sempre e comunque utilizzabile.
Qui le scuole di pensiero si dividono, ma ci sono dei punti fermi. Il primo è che, nella guida turistica, ma soprattutto nelle tratte di commuting urbano, è meno faticoso della soluzione standard. Il secondo, alla faccia di chi stava disegnando una aureola di cartapesta sopra la propria testa, è che, nella guida sportiva e specie a salire di rapporto, è ovviamente più efficace di un cambio classico.
Si deve rinunciare alla chiusura/pelata del gas contemporanea alla pressione sulla leva della frizione, cosa che, volendo, si può sempre fare, prezzo da pagare per avere un sistema che consente di far entrare le marce una dopo l'altra ad una frequenza fulminea, con l'ago del tachimetro che prova a fare a gara con quello del contagiri per quale dei due sale più velocemente.
Il merito di questo va di certo anche al 4 cilindri di Iwata che, con il suo urlo cupo, scatena i 160 cavalli di potenza ed i 111 Nm di coppia massima di cui è capace. Quando si decide di fare sul serio con il gas, san Antiwheelie fa galleggiare per qualche metro la ruota anteriore ad una manciata di centimetri da terra, salvo poi dare il taglio necessario a farla tornare sull'asfalto. Ma il CP4 si oppone con forza e la riporta su appena entrata la marcia successiva, in una lotta che, negli scatti più esplosivi, può durare dalla prima alla quarta.
Va forte, la MT-10 Tourer Edition, ed anche tanto. La maggiore massa dell'albero motore rispetto alla sorella sportiva R1 non sembra inficiare sulla rapidità nel salire di giri. Ci vanno gli strumenti, per accorgersi della differenza, specie sulle brevi distanze. La trazione è sempre eccellente e se l'asfalto non è dei migliori, basta avere l'accortezza di aumentare il livello del traction control, settabile tra 1 (meno invasivo) e 3 (più invasivo). Per i più golosi, il sistema, che per il suo funzionamento utilizza i dati provenienti dalle ruote foniche dell'ABS, è disinseribile. Tre sono anche i riding-mode disponibili, Standard, A e B. Il primo è il più "gentile", mentre gli ultimi due sono molto simili tra loro, con il B che risulta il più diretto.
Anche il comparto sospensioni affonda il suo DNA in quello della SBK-replica di Yamaha, la R1, sebbene un po' addomesticato nelle tarature. La forcella regolabile Kayaba con steli da 43 mm ed il mono progressivo, anch'esso regolabile, consentono di settare la moto per i diversi utilizzi che se ne devono o possono fare. Ancorata a terra e stabile nel veloce nonostante l'interasse decisamente corto e davvero agile nel misto proprio per la stessa caratteristica, la MT-10 Tourer Edition eredita in toto la dinamica della versione standard. la dotazione è completata dalla presenza dell'ammortizzatore di sterzo.
Grande confidenza da subito, caratteristica ormai comune alla maggior parte delle moto odierne, e dinamismo ai massimi livelli, che consente pieghe spettacolari e, all'occorrenza, uscite di curva a velocità warp, con il posteriore adeguatamente sostenuto per controbilanciare la spinta infernale del motore CP4. Ma la MT-10 Tourer Edition sa anche essere gentile, il classico pugno di ferro in guanto di velluto.
E' così possibile viaggiare con un filo di gas ad andature da passeggio senza la minima incertezza o ruvidità di funzionamento fin da regimi molto bassi. Molto maneggevole anche nelle tratte cittadine, anche se non sono propriamente il suo habitat, è aiutata in questo e nelle manovre da fermo anche da un peso, 210 kg, che è di poco superiore a quello della R1 da cui deriva.
La frenata è assicurata da una coppia di dischi da 320 mm all'anteriore e da un disco da 220 al posteriore, il tutto governato dal sistema antibloccaggio Bosch, di serie e non disinseribile. L'impianto è efficace e non ci sono segni di spugnosità nel comando. Sempre composta anche nelle situazioni in cui viene strapazzata, specie nelle frenate-scalate più prepotenti, è aiutata dal funzionamento della frizione antisaltellamento, che è di serie. Ma se motore e comparto meccanico sono da sorriso a 72 denti all'interno del casco, il resto non è da meno.
Quando l'asfalto scelto è l'autostrada, ci pensa il cruise control a rendere ancora più comoda la guida. Il sistema GPS integrato con il display di bordo è ancora futuro sulle moto, ma sulla MT-10 Tourer Edition c'è qui una presa a 12V che consente di alimentare il navigatore sistemabile sull'apposito supporto di serie.
La posizione in sella è confortevole, specie per il guidatore, con l'ampio manubrio che permette di essere sempre in pieno controllo e concorre ad una triangolazione con sella e pedane che consente di viaggiare per parecchi km senza grosso sforzo fisico. Il cupolino maggiorato offre poi una buona protezione dall'aria anche a chi è di statura importante.
Quelle che forse sono le uniche due note non troppo accordate di questa moto riguardano il passeggero, che si trova ad avere a che fare con delle pedane un po' troppo alte per un impiego realmente turistico (ma ci sono quelle della "cugina" MT-09 che, se sostituite alle originali, consentono di recuperare oltre 10 cm senza pregiudicare la luce a terra in piega). Altro neo è la mancanza delle maniglie, sempre per il passeggero, che ci si attenderebbe di trovare su una moto votata ai viaggi come questa.
A compensare questi aspetti ci pensano molti altri fattori positivi. Tra gli altri, il sistema di fissaggio delle borse laterali, che prevede l'ancoraggio delle stesse nel codone, senza richiedere altro, e facendo risultare le operazioni di sgangio ed aggancio delle pure e semplici banalità. La MT-10 Tourer Edition è disponibile a partire da marzo nelle colorazioni Night Fluo, Race Blu e Tech Black, al prezzo di 14.690 euro.
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Conclusioni
Con la MT-10 Tourer Edition si viaggia, forte e bene. Non è forse e propriamente una moto realizzata per il turismo a larghissimo raggio, perché il suo pane sono le gite fuori porta, il classico giro della domenica o del week-end lungo, dove le borse laterali ed una eventuale borsa serbatoio offrono la capacità adeguata per un single incallito così come per due persone che non vogliano portare con sé un armadio a due ante di vestiario, badando quindi più alla sostanza, che su questa moto di certo non manca.
Se poi la si vuole utilizzare per lo sparo, non si tira certo indietro, anzi. Il motore proietta in avanti a velocità che, fino a qualche anno fa, erano riservate alle superbike replica e la compattezza la rende divertentissima nel misto, in grado di procurarsi dei nemici anche tra le blasonate supersportive di pari cilindrata. Ed è proprio questa doppia anima, in stile dr. Jekyll e mr. Hyde, che rende la MT-10 Tourer Edition una valida scelta per chi cerca una moto decisamente performante senza dover andare a scomodare i semimanubri, ma con la quale poter anche pensare ad un viaggio, non senza la giusta dose di adrenalina pronta a scatenarsi e che, con questa moto, attende sempre dietro l'angolo… pardon, la curva.
Caratteristiche tecniche
MOTORE
Motore | Raffreddato a liquido, 4 tempi, DOHC, 4 valvole |
Cilindrata | 998 cc |
Alesaggio x corsa | 79,0 mm x 50,9 mm |
Rapporto di compressione | 12 : 1 |
Potenza massima | 160,4CV @ 11.500 giri/min |
Coppia massima | 111,0 Nm @ 9.000 giri/min |
Lubrificazione | Carter umido |
Frizione | In bagno d'olio, dischi multipli |
Alimentazione | Iniezione |
Accensione | TCI |
Avviamento | Elettrico |
Trasmissione | Sempre in presa, 6 marce |
Trasmissione | Finale a catena |
Consumi | 8,0 l/100km |
Emissioni CO2 | 185 g/km |
TELAIO
Telaio | Deltabox alluminio |
Sospensione anteriore | Forcella telescopica, Ø 43 mm |
Escursione anteriore | 120mm |
Inclinazione canotto sterzo | 24 ° |
Avancorsa | 102 mm |
Sospensione posteriore | Forcellone oscillante (leveraggi progressivi) |
Escursione posteriore | 120 mm |
Freno anteriore | Doppio disco Ø 320 mm a comando idraulico |
Freno posteriore | Disco Ø 220 mm a comando idraulico |
Pneumatico anteriore | 120/70 ZR17 M/C (58W) |
Pneumatico posteriore | 190/55 ZR17 M/C (75W) |
DIMENSIONI
Lunghezza | 2095 mm |
Larghezza | 800 mm |
Altezza | 1110 mm |
Altezza sella | 825 mm |
Interasse | 1400 mm |
Altezza minima da terra | 130 mm |
Capacità serbatoio carburante | 17 Litri |
Quantità olio motore | 3,9 Litri |
Info
Location: Sestriere e Monferrato
Tester: Gianluca Salina
Si ringrazia Yamaha Motor Italia per averci messo a disposizione la moto in prova.
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