Con il round di Estoril dello scorso week-end ed il calendario che, salvo ingressi di date dell'ultimo minuto, conterà a fine stagione 12 gare, il campionato Superbike 2022 in Portogallo ha girato la boa del suo primo quarto. Molte, al solito, le emozioni offerte dalle tre gare disputatesi sul circuito che si trova alle porte di Lisbona, con finali che, al solito, non sono stati scontati fino allo sventolare della bandiera a scacchi.
Si può iniziare con il dire che è evidente come la lotta per il titolo si conferma un affare a tre che riguarda Alvaro Bautista (Ducati), Jonathan Rea (Kawasaki) e Toprak Razgatlioglu (Yamaha). I tre piloti hanno monopolizzato il podio portoghese ed hanno mostrato un livello superiore al resto della pur agguerrita compagnia. Due vittorie per il nordirlandese, una per lo spagnolo e zero per il turco dunque, la cui stagione stenta a decollare.
I numeri in apparenza potrebbero suggerire che l'ago della bilancia, per quanto riguarda la classifica, possa essersi in parte spostato, ma la realtà è diversa, almeno sulla carta. Rea è arrivato sul tracciato di Alcabideche con 18 punti da recuperare ed ha lasciato il tracciato con un solo punto recuperato al rivale. Questo è stato possibile grazie al fatto che lo spagnolo ha ottenuto il peggiore risultato del week-end con il 3° posto della SP-Race, dove i distacchi in termini di punti sono più contenuti, mentre il nordirlandese ha fatto altrettanto, ma in Gara-1.
Gara-2 è stata però teatro del corpo a corpo tra i due capoclassifica, con il pilota in verde che l'ha spuntata con un sorpasso nel corso del giro finale e con un ultima curva in cui, pur con una perdita di aderenza al posteriore, con relativo mega-derapone, ha portato a casa il bottino pieno. Bautista, d'altra parte, non ha mai fatto mistero di considerare sia Rea che Razgatlioglu superiori a lui nell'uno-contro-uno.
Ma il 38enne di Talavera de la Reina ha altre frecce, al suo arco, che non sono solo la velocità warp della Panigale V4R che, sul dritto, può essere impensierita solo dalla altrettanto supersonica Honda CBR 1000 RR-R. La rossa bolognese è certamente migliorata, ma è lo spagnolo che si è approcciato al mondiale 2022 in modo diverso da quanto fece nel 2019.
La storia di successo di Rea (117 vittorie e 222 podi in 348 gare) insegna che quando non si può vincere occorre puntare al massimo risultato possibile, filosofia che Bautista sta sposando in pieno quest'anno, denotando una maggiore maturità rispetto al passato. Per questo si candida al ruolo di sfidante principale del plurititolato pilota di Ballymena e sembra difficile che incorra nei problemi di tre stagioni fa.
Questo a maggior ragione perché in Ducati-Aruba sarebbero pronti a fargli firmare un biennale che gli darebbe anche una tranquillità nel medio-termine che, per qualche incomprensione, non c'è stata in passato. Dalla sua Rea ha una volontà incrollabile, che lo spinge a non arrendersi mai e ad essere vicino alle vetta pur con uno zero in classifica, ma anche "l'armamento" a disposizione dell'ex-rider Ducati MotoGP va tenuto in più che seria considerazione.
Come si suol dire, tra i due litiganti, il terzo gode, proverbio che, in questo caso, non sta valendo per Razgatlioglu. C'è chi dice che il mondiale 2021 abbia distratto un po' il pilota turco, altri che sostengono come il pupillo di Sofuoglu sia un grande pilota, a tratti fenomenale, ma ancora privo di una stabilità e di una dimensione propria da permettergli di brillare ancora di più di quanto non abbia già fatto/stia facendo.
Secondo altri ancora, la fase di indecisione sul suo futuro, in bilico tra la prosecuzione nel mondiale Superbike e lo sbarco in MotoGP, sommata alla parziale insoddisfazione per i progressi compiuti dalla sua R1M in raffronto a quelli delle moto competitor, potrebbero aver avuto un ruolo nel rendimento del numero 1 del 2021. In qualunque modo stiano le cose, il pilota di Alanya quest'anno è ancora a secco di gradini più alti del podio e la vetta della classifica è distante 52 punti.
Non è una enormità, vista la grande quantità di punti ancora in palio (558), ma potrebbe avere una valenza psicologica prima di ogni altra cosa, anche se la solidità mentale di "Razga" finora non è mai stata in discussione. Di certo c'è che il week-end di Estoril sarebbe dovuto essere, per lui e la Yamaha, un appuntamento "favorevole", cosa che è stata solo in parte. Adesso c'è all'orizzonte Misano, un circuito che evoca ricordi positivi in tutti e tre i piloti.
Dai protagonisti in carne ed ossa alle macchine che stanno dominando il campionato. Della Ducati Panigale V4R si è già parlato. Forse il suo maggiore limite attuale (ma è il voler cercare a tutti costi un aspetto a cui non si può dare il massimo dei voti) riguarda la rapidità, la sveltezza del mezzo nelle parti più tortuose dei tracciati. La "rossa" appare sempre un po' più macchinosa delle rivali giapponesi ma, come detto, compensa in altri settori.
Alla ZX-10RR ha senza dubbio fatto bene la cura invernale, che ha permesso agli uomini di Akashi e del KRT di ricalibrare motore ed erogazione della Ninja a cui la decisione di FIM ha nuovamente impedito di sfruttare i giri in più che il regolamento, ancora una volta sulla carta, avrebbe consentito. La storia è ormai nota, con il 4 cilindri in linea della verdona che è stato giudicato non abbastanza rinnovato per poter beneficiare dell'aumento di regime del modello stradale da cui deriva.
Con i mesi di stop tra campionato 2021 e 2022, i tecnici della casa giapponese hanno lavorato di fino e la moto, pur mantenendo l'agilità che la contraddistingueva l'anno scorso, ha guadagnato trazione e velocità di punta, tanto che adesso riesce a spuntare top speed almeno pari a quelle di Yamaha. Pur restando un progetto datato e probabilmente vicino al suo limite di sviluppo, è oggi forse la moto più bilanciata del lotto e sfrutta comunque il valore aggiunto del suo pilota numero 1.
In settimana sono circolate voci, a proposito di limiti di sviluppo, anche per Yamaha, con Locatelli, seconda guida del team ufficiale, che ha fatto eco alle dichiarazioni del suo caposquadra subito dopo l'arrivo di Gara-1 sul tracciato portoghese. In quell'occasione, Razgatlioglu è stato letteralmente sverniciato sul rettilineo di arrivo da Bautista, che si è così aggiudicato la manche.
Quella dei piloti di Iwata è una richiesta analoga a quella fatta da Rea ai suoi tecnici l'anno scorso, vale a dire una moto completamente nuova, con un motore più performante, in modo da poter rivaleggiare con Ducati su tutti i fronti. In un momento come quello attuale, è difficile dire se la casa di Akashi e quella dei tra diapason esaudiranno questi desideri.
Alle spalle di Ducati, Kawasaki e Yamaha c'è Honda, unica casa fuori dal trio di cui sopra, ad aver conquistato un podio. La CBR 1000 RR-R gravita ormai in modo stabile nell'intorno della Top 6 confermando, se mai ce ne fosse ancora stato bisogno, il suo gran motore e la crescita della moto. Il contesto è quello di grande competitività degli avversari e di una squadra nuova per quanto riguarda i piloti, pertanto il periodo di "rodaggio" è necessario. Il team della casa di Tokyo sembra anche aver identificato in Lecuona (complice le non ancora perfette condizioni di Vierge dopo l'infortunio) il suo leader.
Discorso diverso per BMW. La M1000RR fatica ancora a trovare una sua dimensione, così come un leader. Ad oggi il meglio piazzato in classifica è il "privato" Baz, di poco davanti all'ufficiale Redding, che non ha ancora sbrogliato la matassa, specie in frenata, di una moto che, nonostante lo sforzo degli uomini di Monaco, sembra ancora un po' acerba, cosa che tutto sommato ha un senso, dal momento che è il progetto più recente presente in Superbike.
Next stop, Misano, dove sia Rea che Bautista non vincono dal 2019, ma dove Razgatlioglu ha centrato il successo in Gara-2 lo scorso anno, in un week-end da incorniciare per Rinaldi (Ducati), sue furono Gara-1 e SP-Race, che avrebbe un gran bisogno di replicare un risultato simile, anche se, dei tre "gregari" dei top team, vale a dire lo stesso Rinaldi, Locatelli e Lowes, è proprio l'inglese ad essere più indietro, complice la sua eccessiva propensione alle cadute. Per fortuna del rider di Akashi il contratto è firmato anche per il prossimo anno…