Il terzo appuntamento dell'anno con il mondiale Superbike, quello di Aragon, è andato in archivio, portandosi dietro una Gara-1 vinta da Jonathan Rea (Kawasaki) ed una Gara-2 che ha visto Chaz Davies (Ducati) salire sul gradino più alto del podio. Sono state due manche combattute, anche e soprattutto grazie al regolamento 2018 che, in modo più o meno ortodosso ha, di fatto, livellato i valori in campo, annullando il vantaggio accumulato dalla Ninja negli ultimi tre anni, nei quali Rea aveva dominato vincendo tre titoli consecutivi.
Tra le novità di quest'anno, oltre alle classifiche piloti, costruttori, superpole e giri veloci, ce n'è anche una quinta, molto meno conosciuta, che riguarda le case produttrici. Stilata sulla base dei risultati, assegna punti (i famigerati concession point) in funzione delle posizioni occupate sul podio: 3 vanno al primo, 2 al secondo e 1 al terzo.
Ogni tre round questa classifica viene analizzata. Se una casa risulta avere un vantaggio di almeno 9 punti sulla più immediata inseguitrice, tutti gli altri costruttori potranno beneficiare di un aggiornamento di componenti, cosa che chi è leader di questa classifica non può fare. Dopo le due manche di Aragon, la situazione risulta essere questa:
- Ducati: 21 punti
- Kawasaki: 12 punti
- Yamaha: 3 punti
La casa bolognese, vittoriosa in quattro delle sei gare disputate nel 2018, ha dunque raggiunto la soglia dei 9 punti di vantaggio sulla seconda. Questo significa che tutti i costruttori (non i singoli team), a parte quello di Borgo Panigale, potranno aggiornare una specifica di motore sulle proprie moto, cosa che non significa debba essere necessariamente fatta a partire dalla gara successiva, dal momento che la decisione può essere presa in autonomia da ogni singolo marchio.
Inoltre, sul prossimo appuntamento di Assen, grava anche l'incognita del limitatore di giri che già ha fatto molto discutere fino ad oggi. DORNA ha infatti messo a punto un algoritmo, riservandosi la facolta di intervenire con ulteriori 250 giri in meno per quella casa che, sempre ogni tre round, risultasse troppo più performante delle altre.
Al momento non è stato ancora comunicato se la misura verrà applicata a Ducati o meno. In caso affermativo, tutte le Panigale R schierate, che siano le ufficiali, piuttosto che quelle dei team privati, vedrebbero porre il limitatore a 12150 giri in luogo degli attuali 12400. Kawasaki invece, privata di 900 o, secondo alcuni, addirittura di 1100 giri rispetto al limite del 2017, potrebbe fare una clamorosa richiesta.
Come upgrade di motore infatti, i tecnici di Akashi potrebbero chiedere di innalzare il regime di rotazione della ZX-10RR, per recuperare parte di quello a cui hanno dovuto rinunciare, anche se questo vorrebbe dire nuovo lavoro, a livello di elettronica, per ribilanciare l'erogazione della moto sulla base della nuova specifica che si verrebbe ad originare.
A tutto si aggiunga, e questo vale per tutti, Ducati esclusa, che ad Assen si correrà già il prossimo week-end, pertanto il tempo a disposizione è davvero risicato. Più di un costruttore potrebbe decidere di posticipare di un round gli le modifiche da apportare, approfittando delle tre settimane che separeranno l'appuntamento in terra olandese con il successivo di Imola del 12 e 13 Maggio.