Andate in archivio anche le tre gare del GP di Thailandia, la Superbike guarda adesso al terzo appuntamento del mondiale 2019, che si svolgerà al Motorland Aragon il 6 e 7 Aprile prossimi, con dubbi e certezze. Una di queste ultime riguarda la forza della nuova Ducati Panigale V4R (questo il nostro test a Misano di poche settimane fa) e di Alvaro Bautista, alias la coppia che, fino ad oggi, nelle 6 gare disputate, ha fatto bottino pieno, con 6 vittorie su altrettante manche disputate.
E' vero che arriveranno piste con meno rettilinei che a Phillip Island e Buriram e dall'andamento meno stop&go di quest'ultimo, ma la moto va forte ed il pilota anche. Le performance del duo di Borgo Panigale è uno degli argomenti più dibattuti del momento, in Superbike, così come quella che qualcuno definisce crisi di Jonathan Rea e della Kawasaki, che in realtà tale non può essere, perché il nordirlandese non ha dimenticato come si va in moto e la ZX-10RR non si è improvvisamente trasformata da mattatrice delle prove invernali in cancello assoluto.
E' evidente che l'accoppiata del pilota numero 19 e della moto bolognese abbia alzato, e non di poco, l'asticella. Ma l'evidenza dei fatti dice che solo il 34enne di Talavera de la Reina sta facendo rendere al massimo la nuova Ducati, dal momento che sia Chaz Davies, compagno di squadra di Bautista nel team Aruba, che Michael Ruben Rinaldi (Barni Racing) e Eugene Laverty (team GoEleven) sono al momento lontani dalle prestazioni dell'attuale leader della classifica mondiale.
Questo rappresenta un elemento chiave nel discorso che riguarda eventuali e future limitazioni a cui la Panigale V4R potrebbe essere soggetta. Dopo il dominio di questo scorcio di 2019, sono ormai in molti a chiedersi se, a breve, la moto bolognese, realizzata nel rispetto del regolamento approvato ad inizio 2018 ed il cui regime di rotazione da record è di gran lunga superiore a quello di tutte le concorrenti, potrà essere penalizzata degli ormai famosi 250 giri per ridurre almeno in parte la strabordanti prestazioni che ha esibito nelle prime sei gare dell'anno.
La risposta secca a questa domanda è non necessariamente. La premessa è che la modifica al regime di rotazione delle moto può essere fatta, sulla base dei risultati forniti da un algoritmo messo a punto da Scott Smart, ogni tre round e quindi potenzialmente applicabile al quarto, settimo, decimo e tredicesimo round della stagione. Se Bautista dovesse vincere le prossime tre gare in programma sul Motorland Aragon il 6-7 Aprile, si presenterebbe all'appuntamento successivo di Assen con 9 vittorie all'attivo.
Questa condizione sarebbe analoga a quanto fatto da Jonathan Rea l'anno scorso, quando arrivò alle ultime due gare dell'anno, quelle di Losail, con le vittorie non solo in tutte le 6 manche precedenti (fino alla passata stagione erano solo 2, le corse, per week-end), ma addirittura con un filotto di 10 successi consecutivi. In quell'occasione, e nonostante il fatto che la modifica regolamentare che riguarda il regime di rotazione sia stata fatta proprio per mettere freno al dominio del nordirlandese e della Kawasaki, non venne applicata alcuna penalizzazione.
E' indubbio che l'obiettivo di DORNA sia impedire un altro "regno" lungo quattro anni come quello dell'attuale campione del mondo, ergo l'applicazione delle regole potrebbe essere più stringente di quanto non fatto in passato, anche perché penalizzare la verdona nelle ultime due gare 2018, con il titolo già assegnato, sarebbe servito a poco.
Ma il nodo cruciale della questione è che il regolamento dice che la riduzione di 250 giri del regime massimo viene calcolata dall'algoritmo di Smart sulla base di un gran numero di parametri, ma tiene conto dei risultati di tutti i piloti che corrono con una determinata moto, team indipendenti compresi. Questo significa, in soldoni, che alla quantificazione delle performance della V4R concorrono anche Davies, Rinaldi e Laverty, con questi tre piloti che, attraverso risultati discreti, ma non certo eclatanti, fanno da ancora di salvezza proprio a Bautista, il quale potrebbe non vedere penalizzata la sua V4R.
Per finire, due note di colore. La prima riguarda il fatto che regole create alla vigilia del campionato 2018 per limitare il dominio di quella che è stata, nelle ultime quatro stagioni, la bestia nera di Ducati, rischino oggi di ritorcersi contro proprio al marchio di Borgo Panigale, che ha realizzato un progetto con il preciso intento di vincere, cosa che fino ad oggi le è riuscita in modo esemplare.
La seconda è che, se anche alla Ducati V4R applicassero la regola dei 250 giri ogni tre round, la moto di Borgo Panigale terminerebbe comunque il campionato con il limitatore fissato a 15350 giri, vale a dire 400 in più della BMW, attualmente la seconda moto per regime di rotazione consentito e comunque 650 giri in più della rivale Kawasaki.