Per qualcuno era semplicemente il debutto della Superbike sul Circuito de Catalunya, per altri era l'ultima spiaggia per Scott Redding (Ducati) nel suo assalto a Jonathan Rea (Kawasaki) ed al titolo mondiale 2020. La prima delle due affermazioni era incontrovertibile, la seconda opinabile, ma il dato di fatto è che il pilota inglese ha mancato l'obiettivo.
Il "cannibale" era arrivato nell'impianto che sorge vicino a Barcellona con 36 punti di vantaggio sul rivale e lascia la Catalogna con un +51 punti. Questo significa che nel prossimo round, il penultimo del campionato, che si disputerà a Magny Cours tra meno di due settimane, il pilota del brank di Akashi avrà a disposizione la possibilità di chiudere la corsa al titolo.
Paradossalmente, quello del pilota nordirlandese non è stato tra i migliori week-end della stagione, con una vittoria, un secondo ed un quarto posto. Dopo aver vinto Gara-1, si è "accontentato" della piazza d'onore nella SP Race in cui, per cercare di strappare la vittoria a Michael van der Mark (Yamaha), avrebbe dovuto rischiare oltre il lecito.
Discorso diverso in Gara-2 nella quale, contrariamente al solito, al pilota Kawasaki non riusciva una buona partenza, rimanendo invischiato nel gruppo, dove lottava per qualche giro proprio con Redding, per poi lasciarsi alle spalleo il rivale e, complice un calo di gomma di Rinaldi, fino a quel momento grande protagonista, conquistava il quarto posto dietro ad un redivivo Chaz Davies, a vd Mark e alla rivelazione (ma fino ad un certo punto) Garret Gerloff, al suo primo podio in SBK con la Yamaha del Team GRT.
Tessere le lodi di un pilota come Rea sembra retorica, ma cinque mondiali consecutivi in Superbike non si vincono per caso, con il sesto che, pur non essendo ancora arrivato a Ballymena, ha almeno già fatto il biglietto per quella destinazione, dal momento che oggi non si vedono, tra le derivate di serie, piloti completi come lui.
Le sorprese di questo round sono arrivate dal già citato Gerloff e da Loris Baz. Entrambi i piloti sono andati a podio in un trittico di corse che hanno visto la Yamaha parecchio a proprio agio sul tracciato catalano, anche se è mancato l'acuto di quello che, ad inizio stagione, veniva considerato l'uomo di punta dei tre diapason, oltre che uno dei pretendenti al titolo, Toprak Ragzatlioglu.
In ombra in Gara-1, la brutta caduta nel warm-up di domenica mattina gli ha impedito di partire in SP-Race ed in Gara-2, cosa che gli è costata, non solo la terza piazza nel mondiale, adesso occupata da Davies, ma anche la quarta, appannaggio del suo stesso compagno di squadra del turco, van der Mark.
Week-end incolore anche per Alex Lowes che, dopo l'exploit di Phillip Island, non è più andato a podio. Alvaro Bautista e Honda in evidenza, nel bene come nel male, dal momento che nella SP-Race era in testa ed in battaglia con vd Mark e Rea, ma finito a terra dopo uno. spettacolare quanto, per fortuna, senza gravi conseguenze, suo high-side in SP Race.
La CBR 1000 RR-R sul dritto è un missile (sono quasi sempre sue, le velocità massime più elevate), ma necessita ancora di essere accordata nei vari reparti, un lavoro che forse è più alla portata di Leon Haslam, autore di un altro round da girone degli ignavi, al pari dell'intero squadrone BMW, che non sta trovando il bandolo della matassa.
La compagine tedesca, in odore di schierare una seconda squadra, al momento non si sa se con una o due moto per il 2021, allo scopo di accelerare lo sviluppo della S 1000 RR, è incappata nell'ennesimo fine settimana opaco, rischiarato in parte dal 5° posto in Gara-2 di Sykes.
E' decisamente troppo poco, per un marchio ritornato nel circus delle derivate di serie con ambizioni di bersaglio grosso, ma che vede i suoi piloti all'11° (Sykes) e 13° (Laverty) posto nella classifica iridata, con ancora nessun podio a referto per la stagione in corso, dopo i tre collezionati nel 2019.
In tema 2021 è ancora aperto il toto-sella per la seconda Yamaha ufficiale, dopo l'annuncio della partenza di vd Mark verso BMW. Qualcuno ha accostato alla R1 il nome di Chaz Davies, ormai dato quasi per certo partente da Ducati per fare posto a Michael Ruben Rinaldi, ma le cose potrebbero non stare così.
In settimana infatti, Andrea Dosoli, racing manager del team Superbike della casa di Iwata, ha affermato come il brand dei tre diapason intenda continuare con la sua filosofia di dare spazio ai giovani del vivaio interno, cosa che lascia immaginare una promozione di Andrea Locatelli, fresco campione mondiale della Supersport 600 dopo una stagione da dominatore, nel team GRT ed un passaggio verso la quadra ufficiale di Caricasulo o Gerloff.
Resta quindi l'interrogativo su dove potrebbe accasarsi Davies, ormai in rotta con Ducati e con la quasi totalità delle selle ufficiali già assegnate per il prossimo anno. Sembrerebbe aperta, per lui, l'opzione di un team satellite di Borgo Panigale ma, sempre in settimana, Davies ha fatto sapere di ambire ad una moto ed una squadra che gli consentano di lottare per il titolo.
Brutte news invece sul fronte Aprilia, con la separazione tra Christophe Ponsson ed il team Nuova M2 Racing. La squadra di Enzo Chiapello, che al momento non ha designato un sostituto del pilota francese, hadi fatto ha messo fine alla partecipazione dell'unica RSV4 schierata in griglia, per la quale era stato previsto un impegno come wild card in 5 appuntamenti del mondiale 2020.
Le Superbike, come detto, riaccenderanno i motori a partire dal 2 ottobre in quel di Magny Cours dove, in caso di doppio zero di Redding in Gara-1 e SP-Race e contestuale vittoria di Rea, il nordirlandese potrà festeggiare il sesto titolo mondiale consecutivo, mentre la lotto per titolo costruttori appare più serrata, dal momento che sono solo 20, i punti che separano Kawasaki da Ducati.