Con il GP di Teruel dello scorso week-end, il mondiale Superbike 2020 ha visto iniziare la sua seconda metà, dal momento che quest'anno il campionato sarà articolato, causa Covid-19, su soltanto 8 prove. Dal doppio appuntamento del Motorland Aragon chi ne esce meglio è Jonathan Rea, che adesso ha un vantaggio in classifica di 36 punti su Scott Redding.
Sempre a podio in tutte e sei le gare (con tre vittorie di manche) del duplice round in terra di Aragona, il pilota nordirlandese della Kawasaki ha, di fatto, espugnato il circuito di Alcaniz, feudo storico di Ducati ed adesso vede un po' più semplice di prima la sua strada verso il 6° titolo consecutivo nella massima categoria delle derivate di serie.
Dopo aver "subito" Michael Ruben Rinaldi in Gara-1 e Scott Redding in Gara-2, l'alfiere Kawasaki ha dato la zampata in Gara-2 giocandosela per quasi tutta la gara con l'italiano in sella alla Ducati del Team GoEleven (ed in odore di moto ufficiale per il 2021), fino allo strappo decisivo a suo favore, che ha mostrato ancora una volta l'immensa "fame" di chi, non a caso, è stato soprannominato "il Cannibale".
La ZX-10RR paga dazio sui rettilinei alla V4R ed alla CBR 1000 RR-R ma, almeno in mano al folletto volante di Ballymena, si rivela ancora la moto più equilibrata del lotto, in attesa che, nell'autunno, da Akashi arrivi la moto nuova (ne abbiamo parlato in questo articolo), richiesta a gran voce da Rea in primis come conditio sine qua non per la sua firma sul contratto che lo lega al brand in verde a vita.
Il round di Teruel ha lanciato nel firmamento delle aspiranti stelle anche Rinaldi quindi, che ha portato a casa una vittoria, un secondo ed un terzo posto, terminando due volte su tre davanti ai piloti ufficiali della rossa. Situazione delicata, per questi ultimi, con Redding che vede allontanarsi, sebbene solo parzialmente (ci sono ancora 186 punti in palio) il suo rivale nella corsa al titolo.
Chaz Davies invece, nonostante il 3° posto in Gara-1, il 5° in SP-Race ed il 4° in classifica, continua a non aver fatto ancora completamente sua la 4 cilindri bolognese e vede affievolirsi le speranze di vestire la tuta ufficiale nel 2021. Le gare dominate ad Aragon dal gallese in sella alla 1199 Panigale sono al momento e purtroppo per lui, solo un ricordo.
Il Motorland Aragon ha sancito ancora una volta la difficoltà, su questa pista, per le Yamaha, a podio una volta sola sulle sei gare disputate su questa pista, con vd Mark. A Razgatlioglu il tracciato di Alcaniz è storicamente indigesto ed il pilota turco pare non uscire dall'impasse che, unitamente ai risultati forse un po' sotto le previsioni, rischia di vederlo già adesso fuori dai giochi mondiali, distanziato com'è di 96 punti da Rea.
Il suo valore è indubbio, ma gli manca ancora qualcosa per elevarsi al rango di aspirante al titolo, al pari della R1M che, da diverse stagioni a questa parte recita il ruolo di terza incomoda tra Kawasaki e Ducati e sembra pronta per il colpo grosso, ma si risolve sempre a mancare dell'ultimo step necessario al salto di qualità definitivo. Anche la casa di Iwata pare essere in odore di moto nuova per il 2021.
Quotazioni in salita per Honda ed i suoi piloti. La nuova Fireblade RR-R è un missile sul dritto, ma ancora acerba. Nonostante questo, la sportiva dell'ala dorata è divenuta la quarta forza del mondiale 2020, forte anche di due piazzamenti ai margini del podio (uno per Bautista ed uno per Haslam) nel GP di Teruel.
Situazione abbastanza critica in casa BMW invece. Il riconfermato Sykes non sta riuscendo a cavare un ragno dal buco oltre a qualche bella prestazione in prova, mentre in gara non è mai andato oltre il 6° posto. Ancora peggio Eugene Laverty, già conscio di essere scaricato a fine anno per fare posto a vd Mark. A Monaco nell'inverno dovranno lavorare duro, per non essere il fanalino di coda nel 2021.
Rinaldi a parte, non ci sono stati risultati eclatanti da parte dei piloti che militano nei team indipendenti, con il solo Federico Caricasulo in grado di entrare due volte su tre in top-10 e Loris Baz, a sua volta 8° in Gara-2, a dimostrazione che, senza una moto ufficiale, già entrare nei primi 10 è un obiettivo tutto fuorché scontato.
Motori spenti, per la Superbike, per il prossimo week-end, in vista del round di Catalunya, sul Circuit de Barcelona, che si svolgerà dal 18 al 20 settembre e che, per la presenza di un altro lungo rettilineo, vede la Ducati in una posizione di teorico piccolo vantaggio nei confronti della Kawasaki. Ultima spiaggia per le ambizioni mondiali di Redding?