Superbike Jerez 2020, seconda tappa del mondiale e primo appuntamento post Covid-19. Il verdetto della pista è stato che il circuito Angel Nieto nel week-end si è sostanzialmente tinto di rosso, con Scott Redding e la Ducati Panigale V4R in grande evidenza, capaci di conquistare due vittorie (Gara-1 e Gara-2) ed un secondo posto in SP Race.
L'inglese in sella alla rossa numero 45 sarà anche guascone lontano dai cordoli ma, quando abbassa la visiera, è decisamente concreto e professionale. Ha studiato gli avversari, principalmente uno, Jonathan Rea e, non appena ha potuto, lo ha infilato, dettando il suo ritmo nelle due gare lunghe, cogliendo risultati che lo hanno proiettato in testa al mondiale, con 24 punti di vantaggio sul campione del mondo.
A Jerez la superiorità della Ducati è stata netta, "macchiata" (si fa per dire), unicamente dal secondo posto nella Superpole Race, la cui conquista avrebbe sancito, per il Team Aruba e la marca bolognese, il week-end perfetto, anche grazie alla pole ottenuta sempre da Redding. La forza della Panigale V4R non è pertanto stata in discussione, forte dei buoni piazzamenti ottenuti anche da Chaz Davies (4° in Gara-1, 5° in SP Race e 2° in Gara-2) e da Michael Ruben Rinaldi (Ducati Go Eleven, 4° in Gara-2).
L'impressione, che però andrà confermata nei prossimi round, è che la V4 bolognese sia più "facile" e gestibile, rispetto all'anno scorso, forse per merito di una elettronica affinata non nella tecnologia, ma nelle strategie e grazie al poter disporre di un anno intero di dati raccolti sui vari circuiti.
Per questo motivo è parsa in grado di essere sfruttata di più e da più piloti, al contrario di cosa avveniva nella stagione passata dove, ad andare forte, era il solo Alvaro Bautista. Se così fosse, significherebbe, per Ducati, aver fatto un grosso passo avanti nella maturazione di un progetto arrivato vicino essere vincente già dal suo primo anno.
Fin qui, le note positive per gli aficionados della rossa. Proprio la stagione scorsa ha però insegnato più di ogni altra che non si possono fare i conti senza l'oste. In Superbike questo si chiama Jonathan Rea il quale, nella trasferta di Jerez ha fatto una delle cose che gli riescono quando non può vincere, limitare i danni.
Secondo in qualifica, il cinque volte campione del mondo in sella alla Kawasaki ha provato a dare il passo in Gara-1 come in Gara-2, ma è stato in entrambi i casi passato da Redding. In particolare in quest'ultima, alle prese con problemi al posteriore, si è dovuto accontentare del 6° posto, il peggior risultato da lui conseguito negli ultimi 5 anni, scavalcato nel finale anche dal compagno Alex Lowes.
La vittoria in Superpole Race ha addolcito un po' il week-end del pilota del KRT che, domenica sera ha, come detto, lasciato il circuito di Jerez con 24 punti di distacco dalla vetta. L'anno scorso, nella stessa condizione (dopo due round), il suo ritardo dall'allora capoclassifica, Bautista, era di 26 punti.
Redding non è Bautista ed i problemi interni alla squadra che ci sono stati nel 2019 tra lo spagnolo ed team Aruba Ducati non dovrebbero riproporsi con l'inglese, ma Rea è sempre Rea. In attesa dell'arrivo, non prima del 2021, della super-Ninja (qui il nostro articolo al riguardo) di cui si vocifera in Giappone, il nordirlandese sfrutta al meglio la ZX-10RR attuale, una moto molto ben bilanciata nei vari comparti, anche se forse arrivata al top dello sviluppo possibile, almeno se rapportata alla rossa.
L'appuntamento di Portimao, in programma il prossimo week-end, sarà una cartina di tornasole per capire i valori in campo. L'anno scorso sul tracciato portoghese si corse a settembre, come quart'ultimo round della stagione e vinse Rea Gara-1 e SP Race, arrivando secondo in Gara-2, appannaggio di Bautista, che giunse alle spalle del nordirlandese nella gara breve.
Il verdetto dell'Autódromo Internacional do Algarve non sarà definitivo, ma darà ulteriori indicazioni, anche per quanto riguarda quello che, al di la del quarto posto in classifica attualmente occupato, rappresenta la terza forza del campionato, quel Toprak Razgatlioglu che, da eterna promessa, è atteso, Yamaha permettendo, al definitivo salto di qualità.