Le voci che si sono inseguite, nelle scorse settimane, a proposito di una possibile fine del rapporto che legava Tom Sykes alla Kawasaki hanno trovato conferme in una nota del KRT, la struttura con a capo Guim Roda che porta in gara le ZX-10RR ufficiali nel campionato mondiale Superbike. Nel comunicato si legge che la squadra ed il pilota hanno preso la decisione, di comune accordo, di interrompere il loro rapporto professionale a fine 2018.
Dopo un matrimonio sportivo durato nove anni e costellato da un titolo mondiale, nel 2013, venti anni dopo il successo di Scott Russell con la ZXR 750, tre secondi posti (nel 2012 dietro a Max Biaggi per soli 0,5 punti, nel 2014 dietro a Sylvain Guintoli per 6 punti e nel 2016) e due terzi posti (nel 2015 e nel 2017, in entrambi i casi dietro a Jonathan Rea ed a Chaz Davies), per l'inglese è arrivato il momento di cambiare.
Mr. Superpole, com'è ormai chiamato nel paddock il pilota di Huddersfield, forte delle sue 46 partenze al palo nella top class delle derivate di serie, record assoluto della categoria, è stato l'artefice della rinascita del brand di Akashi in Superbike sviluppando, a partire dal 2010, la Ninja che, con i modelli che si sono succeduti, è stata capace di vincere quattro titoli piloti e tre titoli costruttori negli ultimi cinque anni.
Al momento Sykes è quarto in classifica, staccato di 152 punti dal compagno di squadra e capofila del mondiale Rea e distante rispettivamente 60 e 30 punti dalla seconda e terza posizione, occupate rispettivamente da Chaz Davies e Michael van der Mark. Con il mercato piloti che si pensava potesse prendere quota dopo la firma di Jonathan Rea con Kawasaki per altri due anni e che invece è finora rimasto abbastanza sterilizzato, la notizia della separazione di Sykes dalla casa in verde potrebbe riaprire i giochi, anche in virtù della lunga fermata estiva, che vedrà riprendere il campionato solo a metà Settembre.
Ora e più che mai l'interrogativo su quale sarà il futuro del pilota numero 66 sarà argomento di discussione. Sykes è indubbiamente un top rider, da sei anni stabilmente nelle prime 3-4 posizione del mondiale ed è l'unico che, oltre a Rea, può vantare un alloro iridato in bacheca e la sua intenzione è quella di correre con una moto che gli consenta di lottare per la vittoria.
La decisione delnumero 66 non è certamente arrivata di getto, e ci sono già stati contatti tra il pilota inglese ed altre squadre. Quella che sembra in uno stadio più avanzato è con Yamaha. La squadra della casa di Iwata, per voce del team manager Andrea Dosoli, ha affermato che è sua intenzione schierare quattro moto ufficiali nel 2019. Inoltre la R1M è in crescita, al punto da contendere alla Ducati il ruolo di sfidante numero uno allo strapotere Kawasaki.
Per Sykes potrebbe esserci un posto direttamente nel team factory che ha sede a Gerno di Lesmo, dal momento che la sella di Alex Lowes è probabile che si liberi a fine stagione, piuttosto che su una delle altre due moto che, al momento, non si sa ancora a chi verranno affidate. Anche se nell'unico anno in cui ha corso con la casa dei tre diapason, nel 2009, come compagno di Ben Spies, Sykes ottenne come miglior risultato un quarto posto in gara e la nona posizione nella classifica finale, le cose da allora sono cambiate, principalmente per la sua maturazione come pilota.
Anche la situazione in Ducati, con sia Davies che Melandri che non hanno ancora firmato, lascia aperta la porta a Sykes. La guida fisica dell'inglese ben si adatta alla moto di Borgo Panigale, anche se, il prossimo anno potrebbe cambiare tutto, dal momento che la rossa schiererà la nuova V4. Al brand bolognese di certo farebbe comodo un ottimo sviluppatore come Sykes, proprio per come è riuscito a far crescere la Ninja e, nell'ipotesi di far coppia con Davies, si potrebbe formare una squadra sulla carta molt forte anche in ottica titolo costruttori.
La terza opzione, per l'inglese, potrebbe essere rappresentata dalla BMW. In autunno arriverà la nuova S1000 RR e, anche in questo caso, le capacità di sviluppo di Sykes tornerebbero molto utili, indipendentemente dal fatto che la o le moto di Monaco potrebbero continuare ad essere gestite dal Team Althea di Genesio Bevilacqua, piuttosto che dal team Milwaukee di Shawn Muir, che sembrebbe intenzionato a lasciare Aprilia se non riceverà materiale e supporto a titolo gratuito dalla casa di Noale.
Esiste anche una quarta possibilità, per rimanere in Superbike, per Sykes e passa da Hamamatsu, sebbene sia molto remota. Suzuki avrebbe da tempo in mente di tornare a correre tra le derivate di serie e lo stesso Team Althea di cui si parlava poc'anzi potrebbe essere il miglior candidato a portare in gara la GSX-R 1000 R, con la candidatura dell'inglese che avrebbe il placet del team principal, da sempre in buoni rapporti con lui.
Nel futuro di Sykes potrebbe anche esserci un ritorno al BSB, come ad esempio fatto nelle due ultime stagioni da Leon Haslam, che molti danno ormai accasato in Kawasaki proprio al posto di Sykes. Di certo c'è che sarebbe un peccato, per la Superbike, perdere un pilota come Sykes, mentre per lui, pur essendo, il BSB, un campionato di assoluto livello, certamente il miglior trofeo nazionale dopo la WSBK, sarebbe in ogni caso una sorta di retrocessione. Di seguito le dichiarazioni sia di Sykes che di Roda.
Tom Sykes: "Credo che sia arrivato il momento di fare un cambiamento nella mia carriera e andare alla ricerca di nuove sfide. Avere la giusta motivazione per spingere se stessi e la moto oltre il limite è fondamentale per ottenere la vittoria e sento di aver dato tutto quello che potevo nel KRT. Oggi sento di essere il miglior pilota a cui potessi aspirare e ho l'esperienza per continuare a vincere. Ho quindi deciso di ritirarmi dal progetto KRT per il 2019 e cercare nuovi traguardi e sfide. Senza dubbio mi concentrerò su queste ultime gare del 2018 e sono determinato a godermi questa fase in tutti i suoi aspetti e spero che questo annuncio determini anche la fine di tutti i pettegolezzi e le speculazioni. Quando si prendono queste importanti decisioni professionali è sempre difficile trovare il giusto tempismo, soprattutto quando anche la vita personale affronta vari cambiamenti. Per quanto mi riguarda, sento che la pressione si sia sollevata dalle mie spalle e sono sicuro che il 2019 mi vedrà operativo al 100%”.
Guim Roda – KRT Team Manager: "Queste ultime settimane sono state molto intense, abbiamo parlato e discusso internamente. Negli ultimi round Tom non è riuscito ad essere concentrato al 100%, aveva una decisione molto importante da prendere, oltre a delicate vicende familiare, che l’ha messo sotto stress negli ultimi due anni. Spero che dopo aver messo in chiaro le cose, riusciremo a dominare gli ultimi quattro appuntamenti così come abbiamo fatto ad Assen. Abbiamo un grande lavoro da fare fino alla fine dell'anno, e non è giunto ancora il momento di dirsi addio. La cosa fondamentale è rimanere uniti e dare il tutto per tutto per vincere anche nel 2018".