Jonathan Rea è al centro delle voci di mercato di questi ultimi tempi. Alla vigilia del GP di Donington di Superbike, il nordirlandese ha detto che a stretto giro farà sapere le sue intenzioni per il futuro, dal momento che il contratto che lo lega a Kawasaki scadrà a fine stagione. Alle affermazioni del sei volte campione del mondo hanno fatto eco le parole di Guim Roda, numero uno di KRT, il quale ha detto che l'intenzione del team è di proseguire con l'attuale squadra.
Non è un mistero il legame molto solido che lega il numero 65 alla struttura del team principal spagnolo ed alla stessa casa di Akashi che, di fatto, lo ha già nominato ambassador del marchio e da tempo ha fatto capire che per lui ci sarebbe un posto rilevante in azienda anche dopo aver appeso il casco al chiodo. Manca però l'ufficializzazione del tutto, o meglio, mancano le firme sul contratto.
La situazione è simile a quanto avvenuto nel 2020, quando Rea chiesse solide garanzie per proseguire il suo rapporto con Kawasaki e le ottenne. Quello che in molti si aspettavano però, vale a dire la realizzazione di una moto completamente nuova, non si è concretizzato, dal momento che il modello presentato a fine di quell'anno, è sostanzialmente la stessa base, rivista in alcune parti e con carene dalla differente estetica, della Ninja precedente.
A distanza di ventiquattro mesi si ritorna ad affrontare l'argomento, perché nel frattempo la ZX-10RR ha due primavere in più sul groppone e, sebbene sia sempre lì davanti, vede avvicinarsi sempre di più il suo limite di sviluppo. Al netto del fatto che, come ha affermato il pilota di Ballymena, l'accordo da raggiungere non è di carattere economico, è facile supporre che questa volta la condizione imprescindibile sia l'arrivo di una nuova moto.
Come sempre in questi casi sono molteplici, le ragioni che possono finora aver rallentato il tutto. La prima di esse è il costo di un nuovo progetto che, per una supersportiva attuale, è dell'ordine dei 30 milioni di Euro. Visti i volumi di vendita del segmento, si tratta comprensibilmente di una cifra importante da ammortizzare e la particolare congiuntura economica può aver consigliato ai vertici di Akashi un comportamento "conservatore".
Come già accadeva ai tempi in cui Rea era in Honda, il suo grande talento altera i parametri di valutazione, ma è indubbio che la ZX-10RR di oggi, con lui in sella, sia ancora una moto vincente, a differenza della CBR 1000 RR di allora. Il fatto che il modello attuale continua a giocarsi il titolo mondiale potrebbe costituire un impedimento all'arrivo di un qualcosa di completamente nuovo.
In più, il lavoro compiuto dai tecnici in inverno, ha bilanciato meglio la resa della Ninja, che quest'anno, senza le "sorprese" dei regimi di giri variati all'ultimo (Superbike 2021: i 500 giri e la Kawasaki ZX-10 RR, nuova ma non abbastanza), se la gioca alla pari con Yamaha, che in sella ha un altro enorme talento, Razgatlioglu. Parlando di prestazioni pure della moto però, il "problema" si chiama Ducati, sulla quale è tornato quell'Alvaro Bautista che, oltre ad essere in testa al mondiale, con il suo peso piuma e le dimensioni da fantino, amplifica il gap di cavalli tra la verdona e la rossa.
Paradossalmente, pur essendo il pilota più titolato della storia della Superbike e quindi sulla carta con tutte le porte aperte davanti a sé, ad oggi Johnny non ha praticamente alternative, se non rinnovare con il brand di Akashi. In realtà una sella altrove per lui potrebbe esserci, ma è una ipotesi puramente teorica. Scartando BMW ed Honda, che non sono ancora moto vincenti, restano Ducati e Yamaha.
Quest'ultima vede le due selle delle moto ufficiali già impegnate per il 2023 da Razgatlioglu e Locatelli. Resta Ducati che, da un lato ha già una prima guida in Bautista, fresco di rinnovo di contratto per il prossimo anno. La sella teoricamente libera sarebbe quella della Panigale V4R attualmente occupara da Rinaldi, anch'egli in scadenza di contratto a fine stagione.
Al netto del fatto che, in lizza con il riminese, ci siano già altri due piloti italiani, per di più "interni" all'universo di Borgo Panigale, vale a dire Axel Bassani e Danilo Petrucci, appare difficile che Rea possa andare ad affiancare lo spagnolo. L'ipotesi di un dream-team Bautista-Rea è suggestiva, ma probabilmente buona solo per del sensazionalismo e, al momento, salvo errori di valutazione di chi scrive, va derubricata come assai poco probabile.
Per tornare alla ipotetica nuova moto, di essa parlò anche, a suo tempo, il numero uno dell'epoca di Kawasaki Racing, Ichiro Yoda, subordinando però lo sviluppo di una super-Ninja alle garanzie di stabilità dei regolamenti. Le garanzie non arrivarono e non è detto che arrivino nemmeno adesso, per cui tutto resta nel limbo. Quali saranno le "armi" che la casa in verde utilizzerà per convincere definitivamente Rea a rinnovare? Molto probabilmente lo sapremo già nei prossimi giorni, e comunque sicuramente prima del round, che si disputerà a Most dal 29 al 31 luglio.