Il 2020 appena concluso è stato l'anno del centenario di Suzuki e, per celebrarlo. si sono susseguite numerose iniziative, sia della casa madre che delle filiali nazionali, come ad esempio la realizzazione della GSX-R 1000R Anniversary (Suzuki GSX-R1000R Anniversary, per il centenario) o le recenti GSX-R 1000 Legend Edition (GSX-R 1000 Legend Edition, per sentirsi campioni), ma nulla si è mosso, almeno in Europa, sul fronte GSX-R 600 e GSX-R 750.
La casa di Hamamatsu sembra quindi continuare a concentrare i suoi sforzi in ambito supersportive esclusivamente sulla "Gixxer" di cilindrata piena, stante l'asfitticità del mercato delle carenate, che ha portato all'addio alla 750 nel 2017 ed alla 600 ancora prima, nel 2016. A ben guardare però, entrambe le moto figurano ancora sui listini extra-europei, cominciare da quello USA.
Le differenti normative anti inquinamento giocano in questo un ruolo fondamentale e permettono all'utenza a stelle e strisce di potersi mettere in garage le due medie sportiva di Suzuki che la casa giapponese ha già presentato in veste 2021. A dispetto della nomenclatura, nulla è cambiato, sulla moto, rispetto al modello degli anni scorsi, a parte le livree, con una delle quali che è la stessa della 1000 Anniversary.
Il "cuore" delle Suzuki GSX-R 600 e GSX-R 750 restano dunque i 4 cilindri in linea da 599 e 750 cc in grado di sviluppare, rispettivamente, 126 e 150 cv. Media cilindrata race replica nell'accezione più radicata del termine nel primo caso, supersportiva mid-class nel secondo, rimasta nel cuore degli appassionati europei come esempio di equilibrio tra potenza e leggerezza, incarnano altrettanti segmenti oggi in profonda sofferenza.
La maggiore delle due, alias la categoria delle sportive 750 a quattro cilindri, origine ad esempio della Superbike, addirittura non esiste più e, difficilmente, almeno a breve, si potrà assistere ad un ritorno. La ragione di questo risiede negli elevati costi di progettazione ed industrializzazione, assolutamente paragonabili a quelli di una maxi di 1000 cc o più.
La speranza di tornare a vedere florido il segmento delle 600 e delle 750 è legata alla crescita della richiesta di questo tipo di moto nei mercati emergenti, quelli in cui oggi le sportive sono le mono e bicilindriche di 250, 300 e 400 cc. Fino a quel momento le case non avranno ritorno ad investire le ingenti somme necessarie a sviluppare nuovi mezzi che siano in grado di soddisfare anche le sempre piuù stringenti normative anti-inquinamento ed a noi europei non resta che provare un pizzico di invidia per i colleghi biker americani pensando, o meglio, sperando che il contraltare sia una migliore qualità dell'aria che respiriamo.