L'Italia è la nazione dei monopoli, ma anche dei cartelli e dei soggetti che traggono giovamento da situazioni originatesi grazie ad allineamenti astrali particolarmente favorevoli. Abbiamo bene in mente le vicende delle compagnie petrolifere, di quelle assicurative e dei player delle telecomunicazioni. Di recente, all'interminabile lista di casi che nemmeno Perry Mason, Colombo e Derrick sarebbero mai riusciti a mettere insieme, si è aggiunto quello di Telepass.
L'operatore di riscossione del pedaggio autostradale, attivo dal 1989, affonda le sue radici nell'Italia dell'immediato dopoguerra. In principio era l'IRI, da una cui costola ebbe origine la Società Concessioni e Costruzioni Autostrade S.p.A. che, alcuni anni dopo, fu acquisita da Italstat, la finanziaria della stessa IRI (?!?) che l'aveva costituita. Il soggetto di quel tempo, trentacinque anni fa, lancia sul mercato il caro (ma dal 1° luglio lo sarà ancora di più ) Telepass.
I dieci anni successivi vedono il piccolo box da mettere vicino al lunotto in auto e dove volete in moto (ma occhio alla sbarra, perché portarsela via passando alla barriera non deve essere una bella esperienza), fa sempre più proseliti. Il comparto della mobilità a cui è legato è in continua espansione ed in più si è in presenza del monopolista, cosa che è sempre utile.
La situazione rimane tale fino a poco tempo fa, quando iniziano a comparire i primi competitor, con le sembianze di Mooneygo ed UnipolMove, ma ci arriviamo dopo. Fino a quel momento è tempo di vacche grasse, con le quali si arriva anche a pensare di avere un occhio di riguardo verso noi poveri e sfigati motociclisti. Nasce così il Telepass per le moto, che consente di risparmiare il 30% sulle tratte autostradali. Figo… forse.
La novità viene subito incensata come una rivoluzione epocale, tirando in ballo discorsi vecchi quanto il buon Louis Daguerre. Uno tra questi il fatto che le moto "consumino" meno l'infrastruttura rispetto ad auto e camion ed è vero. Benvenuti dunque sul pianeta Terra, visto che in svariati Paesi europei dove le autostrade sono a pedaggio, le due ruote non pagano, ma noi Italiani siamo dei generosi e, quando si tratta di aprire il portafogli, non siamo secondi a nessuno.
Campagna promozionale in pompa magna e molti utenti che aderiscono all'iniziativa, che un suo senso in ogni caso ce l'ha. Promo Moto, con sconto del 30%, a patto di sottoscrivere un secondo abbonamento per un dispositivo aggiuntivo. La spesa è contenuta e, nel caso di utilizzo frequente di tratte autostradali, il risparmio in effetti c'è, dal momento che il mensile costa meno di 1€.
L'appetito però vien mangiando ed il canone inferiore a 1€ al mese vede progressivamente calare la sua durata, arrivando a soli tre mesi, con la tariffa che invece sale (dati recenti) a 2,88 Euro al mese. Ma è più di quanto si spende per un apparato per auto! Succede (è già successo e, molto probabilmente, succederà di nuovo). E la storia delle moto che consumano meno l'infrastruttura ecc ecc? Forse è andata prescritta…
Non è finita. Ai 2,88 €/mese va ovviamente aggiunto il costo dell'apparato che si usa sull'auto e che, dal 1° luglio 2024, vedrà passare il suo canone mensile per l'utenza privata da 1.83 a, lo sanno ormai anche le pietre, 3.90 €. Prendendo il pallottoliere e spostando un po' di sfere, il responso è che ci sarà da sborsare 6,78 Euro mensili per chi ha i due apparati.. Il barone von Bismarck, da sotto i suoi baffoni, direbbe… verdammt! A questo punto però, dal fondo della sala, la signora Maria alza la mano.
Lo fa per dire che, secondo lei, era forse più conveniente non attivare il secondo dispositivo e continuare ad averne uno solo, facendo eventualmente lo switch delle targhe nel caso si avessero 3 o più veicoli. Lei, che fa quadrare i conti di una famiglia meglio dell'ad di una multinazionale (ops… oggi si dice CEO), lei, che se fosse Ministro delle Finanze i conti pubblici verrebbero risanati in un battito di ciglia e due mazzate con il battipanni, ha forse ragione?
Dipende… in primis dall'utilizzo che se ne fa dell'autostrada in moto ma, al solito, all'ombra del tricolore e non solo, la battaglia è diventata quella da combattere in una jungla di tariffe dove non sempre la chiarezza è massima. La colpa però è anche nostra, dal momento che altrettanto non sempre ci si siede ad un tavolo, calcolatrice alla mano, per simulare i vari scenari e scegliere quello in effetti più conveniente, ma questa è un'altra storia, anche lei divertentissima (o, a scelta, tragicissima).
Già, dirà qualcuno, ma nel frattempo Telepass ha aumentato i servizi messi a disposizione della propria clientela ed oggi ne conta 23 nell'offerta principale. E qui casca l'asino o meglio la pietra, magari non tombale, ma comunque un bel masso sul piede del nostro (forse un tempo) amato apparato. La concorrenza si è ricavata la propria nicchia riportando (anche) verso il basso l'offerta che invece Telepass ha progressivamente esteso verso l'alto, lasciando scoperta la fetta base del mercato.
Il riferimento è a quegli utenti che utilizzano il Telepass in autostrada e, eventualmente nei parcheggi a pagamento, punto… persone a cui cala zero di tutte le altre magari interessanti feature/servizi che il device mette oggi a disposizione. Risultato? L'emorragia di utenti è già in corso, con le disdette che stanno arrivando a raffica, nemmeno venissero sparate da un Minigun (strano… e chi lo avrebbe mai detto? )
I piani aziendali sono ovviamente segreti, ma una talpa che non si sa se veda bene o mano, di cui però si sa che sente alla perfezione ci ha riferito che prima di tre o quattro anni pare non arriverà un dispositivo Telepass destinato all'utenza di base. Sembrerebbe essere una questione di costi, dal momento che l'attuale device sarebbe troppo oneroso da produrre in rapporto a quanto rende con gli attuali profili tariffari. Scontato che, in tutto questo, subentrino anche logiche e scelte aziendali.
Già, l'azienda. L'avevamo lasciata nel 1999, quando fu privatizzata. Da lì un susseguirsi di OPA, incorporamenti, joint venture, compartecipazioni ed altri numeri vari di alta finanza (con presente una discreta fetta della crème tricolore di settore) che portano prima a diventare Autostrade per l'Italia, quindi Atlantia… sì, quella del Ponte Morandi e che, a seguito di quella vicenda, ha detto ciao-ciao alla borsa di Milano (la realtà è più complicata, dal momento che c'è stata una Offerta Pubblica di Acquisto da parte di un certo numeri di azionisti, ma ve l'ho fatta… si fa per dire, breve).
Non è però finita. Sempre in modo estremamente semplificato, dalle ceneri di Atlantia nasce Mundys, nuovo soggetto che, nella sostanza, prende il posto del vecchio, con tutti i vantaggi del caso e sotto la cui ala ci sono Aeroporti di Roma, Aeroportes, Aéroports de la Côte d'Azur, il colosso spagnolo Abertis ed altro ancora, tra cui Telepass. E torniamo anoi, con quest'ultimo che, come detto in precedenza, si trova adesso a fronteggiare per la prima volta nella sua storia, una reale ed agguerrita concorrenza, resa forte anche dalle proprie scelte strategiche, oltre che dalla "pericolosità" dei competitor.
Come finirà? Verosimilmente come in molti altri casi in cui il soggetto monopolista si è visto, ad un certo punto, mancare la terra da sotto i piedi. Prima un periodo di assestamento a seguito di calo fisiologico di utenza/fatturato/introiti ecc ecc e poi, in caso di management con la M maiuscola, una stabilizzazione e magari una nuova crescita. Tutto questo mentre i primi competitor proliferano e vengono messi davanti alle stesse sfide, compresa quella di dover tenere testa a nuova ed ulteriore concorrenza nata nel frattempo.
In tutto ciò ed in teoria, l'utenza dovrebbe trarne beneficio. Sarà così? Ah già… l'Italia è la nazione dei monopoli, dei cartelli e dei soggetti che ecc ecc… ricordate?
Chi fosse interessato, potrà trovare utile questo articolo di Cesare Marescotti, che sintetizza le varie offerte dei tre attuali player del mercato: Telepass: aumenti del canone di oltre il 110%
Il link a cui è possibile effettuare la disdetta del proprio apparato Telepass è questo: Disdetta Telepass