L'arrivo sul mercato della Aprilia Tuono 660 (Aprilia Tuono 660: svelata la nuova media naked di Noale) ha rotto gli equilibri del segmento delle naked di media cilindrata forse ancora più di quanto non avesse fatto in precedenza la RS 660 con cui è più che strettamente imparentata (Aprilia RS 660 Vs. Tuono 660: troppo simili tra loro?). Complice la pandemia, è arrivata due anni dopo essere stata presentata, come concept, ad EICMA 2019.
In quell'occasione è stata preceduta di alcuni mesi dalla carenata, rinnovando una tradizione Aprilia che vuole le sportive giungere sul mercato prima delle corrispondenti versioni naked, con l'unica eccezione della Tuono V4 1100, annunciata nel 2015 per essere commercializzata l'anno successivo e seguita a ben quattro anni di distanza, dalla RSV4, apparsa nel 2019.
Dal momento che la moto rappresenta un ampliamento della gamma da parte della casa veneta, non è corretto parlare di eredità da raccogliere dalla V4, visto che quest'ultima è saldamente a listino. Dal momento che il nome Tuono, fin dalla sua prima apparizione, nel lontano 2003 (Dieci domande a… Klaus Nennewitz, “papà” della Aprilia Tuono), è stato sinonimo di efficacia e divertimento, il compito non si presentava facile, ancor più per il fatto che la sorella maggiore è universalmente riconosciuta come uno dei riferimenti assoluti.
Per l'operazione Aprilia Tuono 660 l'obiettivo era di rendere alla portata di tutti il maggior numero di caratteristiche possibili della più specialistica V4. Che i ragazzi di Noale le moto le sappiano fare davvero bene lo sanno tutti, ma la curiosità era di vedere in che misura siano arrivati vicini al centro del bersaglio con questa loro creazione. Andiamolo a scoprire insieme.
COM'E' FATTA
Se non fosse per il manubrio classico invece dei semimanubri, la Aprilia Tuono 660 potrebbe essere scambiata per la RS 660. Questa somiglianza rappresenta la continuazione della tradizione, da parte del marchio veneto, di dare vita alla propria fighter svestendo la sportiva. La pratica ha avuto origine fin dall'inizio della stirpe Tuono ed adesso è divenuta prassi anche per altri costruttori, grazie anche al suo sposarsi al 100% con la filosofia di economia di scala, ormai divenuta un must.
Le linee ed il design complessivo che ha dato vita al nuovo family feeling condiviso anche con le V4, possono farla confondere con la sorella sportiva di pari cilindrata. Uno sguardo più attento alla moto restituisce però altre ed importanti differenze. C'è infatti meno superficie coperta attorno al motore, con particolare riferimento alla prima parte dei collettori.
Nella parte frontale spiccano le luci DRL e le appendici aerodinamiche, che Aprilia ha deciso di integrare nella carenatura, a differenza di altri marchi, che hanno invece preferito le classiche "ali" a vista. All'anteriore fa sfoggio di sé un impianto Brembo con dischi da 320 mm. La forcella è una Kayaba da 41 mm, regolabile nell'estensione nel precarico ma non in compressione, come invece avviene per la RS 660.
L'inedito telaio a doppia trave è in alluminio pressofuso, con il motore ancorato sfruttando due punti, uno inferiore ed uno superiore, a differenza della RS 660 dove sono tre. La scelta è dettata dalla volontà di rendere la moto meno rigida, in quanto destinata ad un uso prettamente stradale. L'unità che equipaggia la Aprilia Tuono 660 è la stessa della sorella carenata, con la differenza di disporre di 95 cavalli invece di 100, sempre a 10500 giri, riduzione di potenza ottenuta esclusivamente per mezzo dell'elettronica.
Si tratta di un bicilindrico in linea di 659 cc, ottenuti con un alesaggio di 81 mm (lo stesso usato in MotoGP e per le RSV4/Tuono V4) per una corsa di 63.9 mm. La coppia sviluppata è di 67 Nm a 8500 giri. La fasatura degli scoppi è a 270°, come avviene per i propulsori Crossplane di Yamaha. Ai tecnici di Aprilia piace puntualizzare il fatto che questo motore sia stato ispirato da una bancata del V4-1100.
Il motore funge da elemento portante per il telaio ed il forcellone asimmetrico. Davanti a quest'ultimo, sul lato destro, trova posto il corto terminale di scarico, nella ormai classica posizione bassa, utile a centralizzare le masse e ad abbassare il più possibile il baricentro. La parte posteriore della moto è ancora una volta identica a quella della RS 660, di cui la Aprilia Tuono 660 è più corta di alcuni millimetri, grazie all'inclinazione di 23.9° del cannotto di sterzo, che concorre a dare, alla moto, l'interasse record di soli 1378 mm.
Al posteriore troviamo un disco singolo da 220 mm anch'esso di produzione Brembo ed un monoammortizzatore dotato di regolazione dell'estensione e del precarico, che è stato infulcrato sul forcellone senza l'ausilio di alcun leveraggio. Gli pneumatici in dotazione sono i Pirelli Rosso Corsa II nella classica misura 120/70-17 all'anteriore, con la altrettanto consueta, per le medie cilindrate, ruota posteriore 180/55-17.
Decisamente di livello la dotazione elettronica, che fa affidamento sul sul ride-by-wire e sul pacchetto APRC e che comprende traction control su 8 livelli, anti wheelie, cruise control, engine brake a 3 livelli, 5 mappe motore selezionabili ed ABS). I riding mode sono cinque, di cui tre destinati all'uso stradale (Commute, Dynamic ed Individual) e due a quello in circuito (di cui uno totalmente personalizzabile). Il tutto è gestito dai comandi posti sui blocchetti al manubrio e dal display TFT a colori.
Per i palati più esigenti è disponibile, come optional, lo stra-consigliato quickshift bidirezionale e la altrettanto appetitosa IMU a 6 assi, che attiva la funzionalità cornering del sistema ABS e le bending light. Materiali e le finiture della Aprilia Tuono 660 sono di buon livello, ancor più specie considerando il segmento di appartenenza. In questo caso l'occhio vuole la sua parte, ma anche la sostanza non ne viene penalizzata.
COME VA
La Aprilia Tuono 660 mette subito a proprio agio. Si sale in sella e ci si trova a casa, come se la moto la si avesse da anni. Azzeccate sia l'ergonomia dei comandi che la posizione, con quest'ultima meno caricata sui polsi di quanto il suo essere fighter suggerirebbe. Il risultato è un mezzo davvero poco stancante. Il "girovita" da vespa, alias l'essere molto stretta nella zona del serbatoio, consente anche a nanetti da giardino come chi scrive, alto, o meglio, basso, 1.73m, di toccare agevolmente a terra con tutti e due i piedi in modo totale.
Questo può rivelarsi utile, specie per chi non ha molta esperienza, ma con la media naked di Noale anche il problema peso è assolutamente secondario, dal momento che ci si ritrova tra le mani una moto davvero leggera (169 kg a secco). Iper-compatta ma decisamente abitabile, una volta che ci si ritrova ai comandi, la convinzione che sale alla mente è quella che ci si può andare a confrontare vis-a-vis con qualsiasi moto.
Ovviamente non è così fino in fondo ma, se da un lato la confidenza infusa è massima, a tutto beneficio del piacere e della resa di guida, dall'altro è vero che la nuova Aprilia Tuono 660 può essere un bruttissimo cliente per una infinità di competitor. Il suo terreno di caccia sono i percorsi misti. Più l'asfalto davanti a lei è sinuoso e più vi farà godere. Che vi fiondiate sull'asfalto con il coltello tra i denti, piuttosto che siate soliti assecondare percorso e moto con una guida di percorrenza, lei resta sostanzialmente impassibile, quasi a incitare ad alzare ulteriormente il ritmo perché "ce n'è ancora".
Precisa, stabile nonostante il passo quasi da pit-bike, ha nell'accordatura dei vari comparti un'arma in più. Il motore è regolare fin da regimi molto bassi, con una risposta, nella prima parte del contagiri, che potrebbe essere definita adeguata per una seiemmezzo bicilindrica. Il 2c frontemarcia di Aprilia punta però in alto e, quando la lancetta… ops, la fila di LED, passa i 5000 giri, la tonalità già roca dell'unità made in Noale cambia e con essa il tiro della moto, il tutto senza alcun effetto on-off.
Il bicilindrico veneto spinge fino ad oltre quota 10000 e la rapportatura finale corta rende ancora più brillante il motore, dotato di frizione antisaltellamento. Con le maxi-potenze di molte moto oggi presenti nei listini della maggior parte dei costruttori, 95 cavalli possono sembrare non tantissimi. La realtà è che, come dice qualcuno, a volte le mega-cavallerie servono a chi guida per compensare deficit al polso destro. Non per niente la scuola motoristica inglese è da sempre seguace della filosofia "meno cavalli ma anche meno peso".
Il segreto, e la cosa vale alla grande per la Tuono 660, è tarare la propria guida all'utilizzo del cambio con la giusta tempistica. In caso di uscita di curva con una marcia in più del dovuto, la moto porterà fuori comunque e nemmeno con troppa calma, ma se il rapporto è quello corretto, non importa se pianificato con largo anticipo oppure inserito all'ultimo grazie ad un quickshift davvero preciso e godibile, si potrà andare a mordere la coda anche a moto più "spesse".
Efficacia, leggerezza ed equilibrio potrebbero essere la sintesi della Aprilia Tuono 660. Le sospensioni lavorano bene e, nonostante si possano definire tendenti al rigido considerando il segmento di appartenenza della moto, copiano in modo più che soddisfacente anche le asperità di asfalti non propriamente perfetti, con l'anteriore sempre ad infondere grande sicurezza.
Il leggendario manubrio delle Tuono è presente anche qui ed ancora una volta incarna l'oggetto che dona il potere una volta che si è in sella, agevolando la facilità con cui la moto scende in piega, tiene la traiettoria e poi risale. Il tutto avviene in modo chirurgico, con una facilità quasi disarmante, perché la bicilindrica di Noale, di suo, è davvero poco dispendiosa a livello di energie fisiche e mentali.
Sta poi a chi è in sella, rendere più o meno intensa l'esperienza, ma la base di partenza è fondamentale, dal momento che si è soliti sottovalutare l'importanza dell'arrivare a casa, dopo un giro di magari 400 o 500 chilometri, ragionevolmente poco stanchi. Sulla Tuono 660 il rischio maggiore, dopo una giornata in sella è, è quello di essere assaliti dalla voglia rimettersi in strada, il tutto a beneficio anche della sicurezza.
Viaggia, la naked di Noale, ma frena anche bene. L'impianto Brembo è una garanzia e la bontà del telaio della casa veneta permette, nella guida d'attacco, di andare fin dentro la curva con i freni in mano, grazie a pompa, pinze e dischi che fanno il resto con la loro efficacia e modulabilità. Le mappe motore, così come le sospensioni, consentono un ventaglio di regolazioni parecchio ampio e danno la possibilità, con un minimo di pazienza, di cucirsi letteralmente le moto addosso.
Se il riding mode Commute vi consente di serpeggiare nel traffico urbano con disinvoltura, il Dynamic o l'Individual sono scelte obbligate appena si va in extraurbano. Il link comando-risposta del gas è particolarmente reattivo in Individual, al punto che, qualche volta, lo è addirittura un po' troppo. Assolutamente nulla di fastidioso e, probabilmente, dettato semplicemente da canoni personali. Per il resto la facilità di accesso ai setting e la proverbiale bontà dell'elettronica Aprilia fanno il resto.
IL GIUDIZIO DEL PASSEGGERO
Le moto da viaggio, con cui affrontare lunghi percorsi per giorni e giorni sono diverse ma, d'altra parte, nessuno, Aprilia in testa, ha mai detto che la Tuono 660 sia una tourer. Lo spazio in sella non è certamente quello di una chaise longue di casa, ma il giro della giornata come passeggero è ampiamente fattibile. Il comfort è il classica messo a disposizione da un mezzo sportiveggiante e, specie in questi casi, molto dell'affaticamento dipende dalla frequenza delle soste.
A CHI SI RIVOLGE?
Dal neopatentato (la moto può essere guidata da chi la patente A2) che "vede lungo" ed identifica nella Aprilia Tuono 660 non solo il mezzo con cui approcciarsi alle due ruote, ma ne riconosce anche le potenzialità di compagna nel medio-lungo periodo, al motociclista con esperienza e/o di ritorno, desideroso di un oggetto facile, ma performante e poco stancante nella conduzione, fino allo smanettone incallito che ama confrontarsi con mezzi di categoria superiore.
Il piacere dell'estetica è soddisfatto, con linee moderne e contenuti di livello, il divertimento in sella è assicurato per le doti dinamiche del mezzo e, ultimo ma non meno importante, il motore è davvero parco nei consumi, anche nel momento in cui lo si strapazza senza alcuna pietà. Questo è un aspetto che per molti non è fondamentale, dal momento che la moto è un bene voluttuario ma, in questo momento di caro-benzina, male sicuramente non fa.
CONCLUSIONI
Se si dovesse fare un paragone in ambito navale, la Aprilia Tuono 660 potrebbe essere definita una corazzata tascabile, dotata di tutte le armi che servono per essere davvero efficace in strada (ma non solo), anche al cospetto di moto con, sulla carta, un pedigree più arrogante. Dovendo spostare invece il tutto in ambito quattro ruote, la nuova naked media di Aprilia potrebbe essere accostata alla Lotus Elise, alias piccola, ma terribilmente efficace.
Che siate tra quelli con il colpo sempre in canna e pronti a cercare di seminare il panico tra le moto di cubatura maggiore, quanto piuttosto dei motociclisti alla ricerca di una naked con cui trotterellare con un filo di gas, apprezzando la rotondità dell'erogazione del motore, la Aprilia Tuono 660 fa per voi. La sua indole ed il DNA racing insito nel suo nome e nel suo costruttore, fanno però sì che sia più adatta agli amanti del genere fighter.
Sì, perché la difficoltà, con una moto così, che oltretutto maschera decisamente bene la velocità grazie alla protezione aerodinamica che offre, è quella di andare piano. Tutto dipenderà pertanto da voi e dalla vostra voglia di vedere in quanto poco tempo si riescono a dissolvere i punti della patente. Se la RS 660, alla sua uscita, ha creato una breccia tra il segmento entry e quello medio, quanto a cilindrata, lo stesso ha fatto la Tuono 660.
La cubatura del suo motore la porterebbe ad essere posta nel primo gruppo, ma dotazione, caratteristiche e performance le permettono di ambire ad un posto nella seconda. In ultimo, in questo concorre il prezzo, 10550 Euro, certamente superiore a quello delle varie 650-700 oggi sul mercato, ma allineato a quello delle 750-900 a cui ambisce, senza mezzi termini, a dare fastidio.
A bocce ferme si può dire che la seconda creazione della nuova piattaforma 660 di Aprilia sia interessante quanto se non di più della prima (la RS 660), specie in ottica di utilizzo reale e non può che far venire l'acquolina in bocca anche per quella Tuareg 660 che è stata svelata di recente. Prima del test ci si chiedeva quanto gli uomini di Noale, con questa moto, potessero essere andati vicino all'obiettivo prefissato. La risposta, pur se soggettiva, non può che essere che la Tuono 660 è un centro pieno.
INFO
Si ringraziano Aprilia ed il Gruppo Piaggio per aver messo a disposizione la Tuono 660 oggetto della prova ed i partner per l'equipaggiamento elencato di seguito.
Casco: Arai Profile-V by Ber Racing
Tuta: SPIDI Tronik Wind Pro
Guanti: SPIDI STR-5
Stivali: Stylmartin Stealth Evo White
Protezioni: Alpinestars Nucleon KR-1
Underwear: SIXS GLX, SIXS PNXL-BT, SIXS TS2L-BT e SIXS DBXL-BT
Luogo: Francia ed Italia
Tester: Gianluca Salina
Credit photo: Fabio Di Tella