Dal mondo auto iniziano ad arrivare sistemi di gestione della pressione dei pneumatici e il TPMS di Vredestein ne è un valido esempio
Sulle attuali automobili di fascia medio-alta, da diversi anni, hanno iniziato ad installare sistemi di controllo della pressione dei pneumatici. Così come per le quattro ruote, anche nel settore motociclistico la giusta quantità di aria nei pneumatici condiziona il comportamento della moto. Il manuale del bravo utente prevede che venga controllata la pressione con periodicità, ma non è sempre possibile. Vredestein , azienda olandese già presente nel settore auto da tempo, ha sfruttato il proprio know-how per creare un prodotto specifico per il settore moto, il TPMS.
A differenza dei numerosi aftermarket presenti sul mercato (costituiti solitamente da tappi da installare sulle valvole che riportano i valori su una centralina da installare sul manubrio della moto), il TPMS è costituito da due sensori integrati direttamente nelle valvole, come i prodotti di primo equipaggiamento delle principali case, che controllano pressione e temperatura dei pneumatici in maniera continua e precisa. I sensori trasmettono queste informazioni tramite Bluetooth all’app mobile, disponibile gratuitamente su dispositivi iOS e Android. Il prodotto, certificato ECE, è già preordinabile e sarà commercializzato a partire dal 20 dicembre da SST Italia ad un prezzo di 79,90 Euro.
Il controllo della pressione dei pneumatici è di importanza fondamentale: se poco gonfio, presenterà un'eccessiva usura del battistrada centrale e un calo dell'aderenza dovuto alla minore superficie di contatto con il suolo e una maggiore instabilità della moto a tutte le andature; se troppo gonfio, si consumerà rapidamente e spesso irregolarmente perchè la carcassa è oggetto di sollecitazioni troppo forti, che può innescare (nei peggiori casi) a perdite improvvise di aderenza.
lun Dic 14 , 2020
F.B Mondial, storico marchio italiano, trova nel design originale una delle sue caratteristiche principali e per questo ci tiene a sottolineare che la proprietà intellettuale del brevetto è sua e non del partner cinese, che ha depositato un brevetto uguale e che ha già iniziato le pratiche per restituirne la proprietà alla casa comasca.