Tunisia Extended Version – dal mare al deserto – Stage 4

Riccardo Fanni

Nel sud della Tunisia si guida tra tornanti disegnati da Tilke, altipiani, deserto e posti come le case degli abitanti scavati direttamente nella roccia.

La tappa di oggi è una delle mie preferite, si snoda da Douz a Tataouine, circa 250 km, poca strada ma dalle caratteristiche uniche. Deserto, altipiani, montagne e posti selvaggi. Nessuna possibilità di rifornimento carburante “ufficiale” per cui occorre partire col pieno e guidare accorti.

C’è da dire che la Tunisia è piena di distributori non ufficiali, che ai lati delle strade vendono benzina di non certa provenienza, con venditori improvvisati che dal serbatoio (furgoni e camion soprattutto) la portano a questi banchetti improvvisati. Non mi sono mai fermato a rifornirmi da loro, per cui non saprei dire se la vendevano ad un buon prezzo e soprattutto non ho idea della qualità. Immagino essere un carburante principalmente per i motorini, largamente diffusi, che gli autoctoni utilizzano anche per lunghe distanze.

Parto di buon’ora ed imbocco direttamente l’unica strada che da Douz conduce verso est. Dopo la città la strada diventa in terra battuta perché è tutta in rifacimento e prosegue cosi per circa 90km. Il fondo è “ondulato” a tratti, per cui conviene stare sopra una certa velocità per “galleggiare” sopra e non prendersi troppe vibrazioni. Ne approfitto per allentare l’idraulica delle sospensioni per viaggiare più comodo.

In mezzo al nulla, ad un certo punto scorgo un incrocio, con una casetta sulla destra e segni di una famiglia che vive sul posto. Mi fermo per curiosità e si avvicina il capofamiglia che con accoglienza fa cenno di seguirlo ed entrare a prendere un thè. Intanto arrivano anche gli altri. Questa gente vive in quel luogo, dove sembra non esserci nulla, a km di distanza dal più vicino paese, come fossero naufraghi nel deserto.

Sopra Douz, da dove arrivo, si vede il cielo nero carico di pioggia, sembra incredibile ma in questa stagione è un’eventualità che può capitare. Il sole lentamente sparisce, la temperatura fatica ad alzarsi e sono circa le 9.30/10.00 del mattino.

Tra un thè caldo e l’altro, dei biscotti ed una specie di pane fatto in casa da loro, arriva una bambina con un cagnolino ed un gattino in braccio. Non parla ovviamente, non riesco nemmeno a sapere come si chiama, è molto timida e poco espansiva ma curiosa, e si avvicina a noi.

Si siede sulle mie gambe e scattiamo una foto stile National Geografic che per me è una delle più belle foto che abbia mai fatto, mentre il cagnolino che ha in braccio la bimba guaisce e vorrebbe qualcosa da mangiare, ed il gatto ai suoi piedi, assaggia le briciole di pane sul pavimento.

È ora di ripartire purtroppo, vorrei fermarmi di più, non riesco a comunicare verbalmente con questa famiglia, ma la loro genuina e disinteressata accoglienza ed il paesaggio affascinante, mi rendono difficile abbandonare il luogo. Ma la strada chiama ed io ritorno in sella, saluto gli altri che ritroverò più tardi, e vado verso Tataouine, passando per gli altipiani del sud della Tunisia.

Gli altipiani sono sui 1000 metri all’incirca, si alternano salite e discese, passando tra un paese di contadini e l’altro. La strada sembra disegnata da Hermann Tilke, le curve si susseguono una dietro l’altra, con raggi differenti, zero traffico ed un asfalto molto grumoso. Non ha senso tirare, meglio godersi il panorama che si apre dietro ogni montagna.

Proseguo cosi per un paio d’ore, quando la fame inizia a farsi sentire. Difficile fare una previsione su cosa si possa trovare per pranzo in zona. Purtroppo il mare con le ottime mangiate di pesce è un ricordo lontano ormai, meglio affidarsi a gente del posto. Decido di riagganciarmi ad alcuni membri del gruppo e cercare insieme un posto per la sosta.

Nulla di più semplice. Un negozietto a lato della strada gestito da un ragazzo che offre street-food locale, delle specie di panini/piadine rotolo con dentro uova, carne, verdure ed altri ingredienti, a guardarlo sembra un piatto veloce ma allettante. In qualche modo allora cerco di farmi capire. Compro quindi per un totale di 2,3€ una piadina rotolo molto abbondante divisa in due, ed una bottiglia di Orangina. Sembra un miracolo averlo trovato lungo la strada, praticamente deserta, dove ogni tanto passa solo un trattore, qualche motorino, e decine di bambini a piedi.

Si avverte molto chiaramente che il consumismo, la frenesia e la velocità del “nostro” mondo industrializzato, qui è lontana anni luce. Lo avverti, dalle piccole cose, l’abbigliamento, il modo di comportarsi, di relazionarsi in modo genuino, oltre che chiaramente, dalle auto che per noi sarebbero d’epoca, dai trattori ridotti a telaio e ruote.

Nel pomeriggio il tempo è nuvoloso, passiamo per altri altipiani, passi di montagna, dove il paesaggio è sostanzialmente brullo, molto arido. È in questa zona che ci sono dei siti dove hanno girato delle scene del film Star Wars, infatti è pieno di cartelli che indicano i luoghi esatti.

Ovviamente avendo visto il film non posso esimermi dal visitarli, ma si comprende subito che sono luoghi fatti per i turisti, si trovano ovunque pullman bianchi con decine di giapponesi con le immancabili macchine fotografiche, pronti a sbarcare alla conquista dei posti resi celebri dal regista Lucas. Una visita è d’obbligo.

Poco dopo questa zona al di fuori delle mete tipiche turistiche, arrivo verso i luoghi dove abitano i cosiddetti “trogloditi”, ovvero persone che vivono in grotte scavate nella roccia più morbida, ed alcune di loro si affacciano sulla strada. Le trovi cosi, quasi per caso, ti fermi e vai a curiosare dentro. La gentilezza e l’ospitalità regna sovrana.

In realtà, a mio modesto parere, di troglodito c’è ben poco… non sono da intendere nel senso dispregiativo del termine che intendiamo noi. La struttura tipica comprende uno scavo nella roccia, che fa da centro della casa ben arredata con un suo stile, sulla quale si aprono le porte per accedere alle varie stanze, arredate con cura e munite di ogni comfort in linea con la vita contadina del posto.

Arrivando verso Tataouine, c’è la possibilità di fare una deviazione sul percorso, e fare un giro ad anello che porta verso le valli del Douiret, aggiungendo circa 50km di stradine strette di montagna miste a lunghi rettilinei inabitati. Secondo me questo è un altro angolo unico di questa zona, che passa tra paesini praticamente inabitati lungo alcune valli scavate da antichi fiumi. Lungo il percorso ci sono alcuni posti dove è possibile fare foto ad antichi insediamenti e recenti villaggi.

Giungo cosi a Tataouine nel tardo pomeriggio, ed approfitto del tempo a disposizione per fare un giro alla Medina. Vengo subito colpito da un corteo di ragazzi, una specie di carnevale, scopro che si festeggia spesso in quella zona, una sfilata dai suoni e colori molto invadenti.

Approfitto per fare altri acquisti ad ottimi prezzi, il turismo in questa zona della Tunisia passa con meno frequenza che nel nord, per cui i prezzi sono già buoni e non occorre trattare da cifre alte e folli. Inizio ad avere una certa dimestichezza con i suoni, colori e non sento il senso di meraviglia e stupore del primo giorno. Ma la Medina mantiene il suo fascino anche per il viaggiatore già rodato.

L’indomani mi attende un'altra tappa importante per il ritorno verso il nord ed il mare, per cui dopo una cena squisita mi fiondo a dormire senza che occorra molto tempo per addormentarmi.

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