Giornata di trasferimento verso nord da Tataouine a Qayrawan, che inizia con una bella colazione in hotel, la preparazione del sacco come oramai sono abituato a fare in 40 secondi contati e l’avvio della moto. Devo dire che quando viaggi in paesi cosi particolari, e penso sia capitato quasi a tutti, a volte si fa sentire una vocina malefica che ti dice “e se la moto non parte che faccio?”
In tutti questi anni, un po’ di Km e qualche viaggio me lo sono lasciato alle spalle, e onestamente fino ad ora non mi è mai capitato, a parte una volta in Italia dove il sensore del cavalletto si era incantato e pensava che fosse sempre aperto, con conseguenza che non appena si inseriva una marcia, la moto si spegneva.
Ma qui niente pensieri pessimisti, c’è 77Roads col loro furgone, e se dovessi aver necessità sono sempre disponibili al soccorso, alla peggio il viaggio prosegue con la moto caricata dentro al furgone.
Parto di buon ora e mi dirigo verso nord seguendo le indicazioni del roadbook. Ci sono un 200km di autostrada da fare oggi, direzione El Jem, dove si trova il terzo anfiteatro romano come dimensioni dopo il Colosseo.
Le autostrade in Tunisia sono un’esperienza che secondo me merita di essere fatta almeno una volta nella vita. Inizio subito col dire che i caselli, nella parte sud, sono in costruzione, per cui si viaggia liberi senza pagare il pedaggio; cosa che sarebbe comunque particolarmente poco onerosa come vedremo fra poco (si tratta d 1-2€ per decine di km…). Principalmente queste autostrade sono poco utilizzate, mi dirigo verso Sfax, dove sceglierò di non entrare dato il caos caotico della città.
Percorro l’autostrada e, in ordine sparso, mi imbatto nelle seguenti gustose scenette:
- Un tizio in motorino senza targa e senza casco
- Un furgone senza targa
- Una monovolume la cui altezza è oltre il doppio (con i bagagli) della sua altezza da scarico
- Un cammello
- Dei cani a spasso
- Una ruspa
- Chioschi di venditori ambulanti nelle poche centinaia di metri dove l’autostrada finisce e ricomincia poco dopo, ma che è a tutti gli effetti ancora autostrada…
- Due posti di blocco (che non fermano mai i turisti in moto…)
Spezzo una lancia a favore di questa esperienza; in realtà il traffico è praticamente inesistente, ogni tanto si incontra qualcosa non ben definito lungo il percorso, e quindi si rimane colpiti ed increduli. Oltretutto le autostrade non hanno barriere protettive dal resto della campagna, per cui chiunque può entrare e fare qualche km, animali compresi.
Dopo questa esperienza arrivo ad El Jem e, aspettando gli altri, mi godo un sorso di thè sotto l’ombrellone di un chiosco. La cittadina è carina, nonostante sia piena di turisti riesce a mantenere la sua parvenza rustica originale. La visita all’anfiteatro costa sugli 8€, prezzo esoso per il luogo, ma ne vale veramente la pena, è tenuto molto bene, ed è possibile visitare anche i sotterranei, dove, lavorando di fantasia ed immaginandosi delle scene del film “Il gladiatore”, si può ricostruire mentalmente i luoghi dove stavano belve e gladiatori, prima di essere catapultati sulla scena.
Un’ora di visita è sufficiente e cerchiamo tutti insieme un posto dove pranzare. All’entrata del paese abbiamo intravisto dei ristoranti dove è possibile pranzare con agnello alla griglia, in un modo che a breve vi descrivo.
Il prezzo al ristorante si contratta prima di pranzare, non dopo. Ed essendo in tanti riusciamo a spuntare un ottimo prezzo per una serie di piatti con grigliata di carne, insalate, pane e focacce, pagando circa 8€ a persona.
Sappiamo, perché lo abbiamo visto prima, che il ristoratore sta grigliando agnello e fin qui nulla di strano. Il fatto è che questi poveri animali, sono tenuti ancora vivi praticamente davanti alla griglia, e vengono macellati sul momento in base alle necessità…
È una scena alquanto cruenta, il metodo della macellazione è tipico del posto e rispetta i loro dettami religiosi, una loro usanza, e come tale occorre rispettarla, anche se agli occhi di noi europei sono scene violente, con sangue ed interiora che fanno da contorno al tutto…
In ogni caso la qualità è ottima, passiamo un insolito pranzo (molto buono) lungo la strada ad ammirare la quotidianità del posto.
Verso le 14.00 riparto in direzione Qayrawan, la strada è molto più verdeggiante di quella fatta la mattina, poche centinaia di km fanno veramente la differenza. Arrivo in città verso metà pomeriggio e ne approfitto per fare un pieno di benzina. Adotto sempre questo metodo, preferisco partire la mattina col pieno già fatto la sera prima, e così facendo mi manlevo dalle difficoltà di rifornimento del giorno dopo, in cui è previsto tra l’altro, uno sciopero dei benzinai di 3 giorni.
Arrivo in hotel, giusto il tempo di cambiarmi e subito fuori a visitare la Medina, altro centro storico con negozi sia per turisti che per autoctoni, dove riesco a fare ancora dei buoni acquisti (inizio a prenderci la mano).
Riesco anche a sbirciare al volo l'interno della moschea, prima che una persona mi fa capire che è meglio non rimanere lì, soprattutto a fotografare
Incontro una coppia di italiani, che hanno fatto il deserto con un fuoristrada e roulotte decisamente attrezzati (!), e scopro che lui è il ciclista che ho incontrato nel Chott, ci salutiamo ancora e ci raccontiamo dei luoghi visitati.
All’arrivo in hotel, mi faccio tentare dall’hammam del posto, e per 8€ posso godermi un po’ di caldo e trattamento massaggi/scrub, coccolato e servito con thè verde direttamente all’interno della sauna. Una bella cena ed il letto si avvicinano anche stasera verso le 22.30 di sera.
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