Tutor spenti in autostrada: far west annunciato? A luglio i nuovi rilevatori

Gianluca Salina

Con lo spegnimento, in autostrada, di Tutor, il sistema automatico di rilevazione della velocità che Autostrade per l’Italia avrebbe copiato da Craft, più di una voce di preoccupazione si è levata, affermando che, in questo modo, la rete autostradale rischia di divenire una jungla. Il gestore si è affrettato a garantire che entro Luglio il Tutor sarà sostituito da un altro sistema, ma i problemi restano, perché la velocità non è la sola causa di incidenti, morti e feriti.

Se n'è andato il tanto discusso primo week-end con il Tutor spento in autostrada, situazione originata dalla sentenza del 10 Aprile scorso, con la quale la Corte d'Appello di Roma ha stabilito che il sistema automatico di rilevamento della velocità e delle conseguenti infrazioni in autostrada, non è legale. Autostrade per l'Italia, che ha sviluppato gli apparati, avrebbe copiato la realizzazione di una azienda toscana, la Craft di Greve in Chianti.

Il provvedimento, che ha sancito l'obbligo di spegnere i dispositivi e rimuoverli, è pertanto divenuto operativo. Fronte diviso, sull'argomento, tra chi condanna, oltre che il plagio, soprattutto il fatto che Autostrade per l'Italia non sarà chiamata a risarcire Craft, chi teme che le autostrade divengano un far west e chi invece sostiene che la velocità sia solo uno dei problemi che riguardano le autostrade e, più in generale le vie di comunicazione su gomma in Italia.

Sul punto di vista del primo schieramento non c'è nulla da aggiungere, o meglio, ce ne sarebbe a volontà, ma non è questa la sede opportuna. Interessanti invece gli spunti che arrivano dalle altre due posizioni. La considerazione nasce dal presupposto che è assai improbabile che le autostrade italiane possano diventare un far west, dato che, sostanzialmente, lo sono già, in barba al Tutor.

L'introduzione di questo sistema, così come quello di tutti gli apparati di rilevazione della velocità, è stata a lungo dipinta come la cura totale e definitiva ad incidenti e mortalità sulle strade. Nel concreto però, stando ai dati ISTAT disponibili, l'iniziale beneficio si è presto spento e la ragione è semplice: la velocità è solo una delle cause degli incidenti stradali, ma non l'unica.

Sempre i dati ISTAT dicono che il piede pesante non è nemmeno la principale fonte dei sinistri, ma solo la terza, dopo la guida distratta ed il mancato rispetto delle precedenze (quest'ultimo aspetto ovviamente non applicabile al discorso autostrade, bensì, in generale, alla rete viaria nazionale). Sì perché, all'ombra del Tricolore, sotto la lente di ingrandimento ci dovrebbe finire, in primis, come guidano gli Italiani.

Accade così che ci si trova a guidare in autostrada con gente che cambia corsia senza usare gli indicatori di direzione, senza guardare gli specchietti retrovisori, comportamenti che sono poi replicati nella viabilità urbana ed extraurbana, dove il Codice della Strada diventa una opinione, al pari delle già citate precedenze, del corretto utilizzo delle rotonde e di molto altro.

Questo "molto altro" riguarda ad esempio utenti della strada (comprendendo automobilisti, ma anche camionisti) che, argomento estremamente di attualità, utilizzano il cellulare quando sono al volante, leggono il giornale durante la marcia o si truccano mentre sono alla guida (sì, in quel caso lo specchietto retrovisore viene utilizzato).

Il problema in soldoni è, per utilizzare un termine oggi sulla bocca di tutti, strutturale. Da un lato non ci sono fondi per sistemare strade dissestate, dall'altra c'è una capacità di guida che, per usare un eufemismo, si potrebbe definire scarsa. In mezzo, i motociclisti, categoria che, insieme a pedoni e ciclisti, è la più esposta nel subire le conseguenze di comportamenti non consoni, al netto del fatto che non siano tutti santi nemmeno quelli a piedi o in sella a due ruote, ma anche questa è un'altra storia.

La soluzione trovata ha riguardato l'introduzione di un sistema automatico di rilevazione della velocità e delle infrazioni che ha una valenza esclusivamente repressiva e non educativa, oltre al non trascurabile fatto che aiuta a fare cassa, svincolando inoltre parzialmente e loro malgrado le Forze dell'Ordine dal controllo del territorio. Questo avviene anche a causa di budget sempre più risicati e di un parco mezzi sulle cui condizionii è purtroppo opportuno stendere un velo pietoso.

Si potrebbe obiettare che in altre nazioni la viabilità può contare su strade migliori, ma è pur vero che, ad esempio, non tutte le autobahn sono dei biliardi, eppure la gente ci viaggia, nei tratti senza limiti, a 200 all'ora ed anche più, con la percentuale di incidenti per km che è inferiore alla nostra. Dunque? Che siano gli italiani, il problema? Il dubbio viene, ma la soluzione al problema non si vede e, come detto, si continua a reprimere senza educare, unendo il solo parzialmente utile al dilettevole di fare cassa.

Per la cronaca, chi sognava già scorribande in giro per la rete autostradale nazionale a velocità da fotocellula sul rettilineo del Mugello, può rientrare tranquillamente nei ranghi. Autostrade per l'Italia ha infatti reso noto che, entro Luglio, provvederà ad installare un sistema sostitutivo del Tutor (si spera questa volta al riparo da beghe giudiziarie). 

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