Con la gara di Assen appena rimandata, abbiamo colto l’occasione di scambiare due chiacchiere con Gregorio Lavilla, ex pilota del KRT e attuale direttore esecutivo del Dipartimento Sport ed Organizzazione del WorldSBK di Dorna sulla sua conclusa carriera agonistica e sull'attuale panorama Superbike.
Hai sicuramente ottenuto molto durante la tua carriera agonistica. Di tutti i vari campionati in cui hai corso, considerando anche i molti tipi di moto che hai guidato, qual è stata la tua esperienza preferita e perché?
Beh, è difficile, ma direi che l'esperienza più impegnativa è stata nel 1998. Guidavo una Ducati privata in una squadra molto piccola, ma nonostante questo abbiamo ottenuto alcuni podi e prime file davanti a team e piloti molto più grandi, inclusi quelli ufficiali. È stata davvero un'esperienza fantastica sia per me che per la squadra.
La Ninja ZX-7RR è stata una moto certamente iconica, ma con la sua cilindrata di 750 cc spesso doveva fare gli straordinari contro moto con motori molto più grandi: quali erano i suoi punti di forza della ZX-7RR?
Sicuramente un suo pregio era il telaio, garantiva un'ottima manegevolezza e soprattutto in piste tortuose dava consistenti vantaggi. Certo avere meno cilindrata e quindi meno potenza ci costringeva a dover lottare sempre con il coltello tra i denti.
Hai corso per la KRT tra il 1999 e il 2001. Dicci quali sono state la tua pista preferita durante quegli anni di mondiale e soprattutto la tua corsa più memorabile disputata ina sella alla ZX-7RR?
Ho adorato, come moltissimi altri piloti, la pista di Phillip Island, inoltre a quel tempo, proprio su questo fantastico tracciato, si svolgavano la maggior parte dei test invernali. Per me il momento più difficile in quegli anni di gara è stato il mio ritorno dopo aver perso alcuni round a causa di un infortunio all'anca subito a Monza. Quindi essere in grado di tornare dopo un breve periodo di tempo ed essere subito in grado di ottenere buoni risultati a Brands Hatch per poi finire addirittura sul podio a Orchersleben è stata senza alcun dubbio un'esperienza molto appagante. Appagante anche perché a quel tempo il Kawasaki Racing Team era gestito da Harald Eckl e quindi non propriamente ufficiale.
Nel 2005 hai corso e vinto all'esordi il campionato British Superbike senza aver mai corso su molte piste prima di quel momento: quale è stato il segreto di quel successo, come sei riuscito a condurre una stagione così straordinaria?
Per rispondere al meglio si devono considerare due punti molto importanti. Nel 2003 ero al culmine della mia forma fisica ed anche della mia carriera fino a quel momento, ma a causa di alcune circostanze esterne ero rimasto senza una sella. Sono stato quindi assunto dalla Suzuki per partecipare al campionato WorldSBK dell'anno successivo; partecipazione poi disattesa da parte della squadra di Hamamatsu. Detto questo sono diventato un loro pilota collaudatore della MotoGP il che mi ha permesso di continuare a restare in piena forma. Per il 2005 il Team UK Airwaves ha deciso di sfruttare la mia esperienza in BSB. Così si sono ritrovati non solo un pilota con una buona esperienza di setting, ma anche molto desideroso di continuare a fare ciò che amava maggiormente. Correre! Ultimo ma non meno importante, la squadra per cui ho corse era molto professionale ed ottimamente equipaggiata.
Parlando del presente, tutti i marchi sono stati veramente competitivi nel round di apertura in Australia; quanto è dovuto al fatto che le regole sono state stabilizzate questo inverno dopo i molti cambiamenti apportati negli ultimi anni?
Abbiamo cambiato quando era necessario cambiare e ti posso assicurare che le modifiche di questo inverno sono state minime. Molto più rilevamente è stato il percorso che abbiamo concordato con FIM, le case produttrici ed i team per indirizzare uniformemente regole e siluppo e questo è stato il risultato. Capisco che a volte sia difficile accettare un cambiamento quando soprattutto sei avvantaggiato, ma alla fine penso che un campionato equilibrato e combattuto sia assolutamente più gratificante per tutti coloro coinvolti in questo sport, come "lavoranti" o semplici spettatori.
Quali sono state le sfide che Dorna ed i suoi partner hanno deciso di affrontare quando è diventato chiaro che Losail, Jerez e ora Assen non si sarebbero potute svolgere come previsto? Pensi che la Dorna offrirà supporto alle varie squadre in questi tempi difficili?
Stiamo tutti vivendo una situazione difficile nel mondo, quindi appena ci siamo resi conto che le nostre attività andavano sospese, abbiamo progettato un piano d'emergenza. Abbiamo quindi ipotizzato quello che potrebbe essere lo scenario peggiore per ridurre al minimo gli effetti collaterali non solo verso i team, ma verso ognuna delle migliaia di persone convolte nel nostro mondo. Sfortunatamente non c'è vincitore in questa situazione e la mia speranza ed il mio più grande desiderio ora come ora è di sapere tutti al sicuro ed in buona salute. Quando sarà possibile Dorna farà l'impossibile per poter tornare alla normalità il più presto possibile così da permettere alla grande famiglia della superbike di continuare a dare il grande spettacolo di cui è capace come abbiamo assistito già in Australia.
Supponendo che si debbano saltare alcune gare in più rispetto a quanto al momento ipotizzato, ci sarebbe la possibilità di svolgere l'intera stagione contando su di un minor numero di round? Ad esempio, sarebbe possibile effettuare più di tre gare durante un fine settimana se necessario?
Ovviamente tutto dipende da quando potremo iniziare nuovamente, ma anche perdessimo uleriori 1 o 2 round penso che, specialmente per quanto riguarda la SBK, non dovrebbe renderesi necessario aggiungere gare oltre la normale conclusione del cambionato vista la più che consistente quantità di punti in gioco per ogni week end. In ogni caso discuteremo di questo in seguito se sarà necessario. Come detto la cosa più importante è riprendere la stagione il più in fretta possibile, sia per la SBK in se, sia perchè, ben più importante, significherebbe essersi lasciati alle spalle questa brutta situazione.
Come tutti sappiamo l'evoluzione è inarrestabile e per di più le corse devono sempre guardare avanti: come pensi che evolverà il mondo del WorldSBK nei prossimi 5 anni? … o come ti piacerebbe vederlo evolvere?
Molto interessante questa domanda; da addetto ai lavori dico senza ombra di dubbio che "abbiamo già seminato il prato, vediamo come crescerà", questo per dire che i cambiamenti apportati si qui sono stati già molti. Ovviamente siamo ben pronti ad effettuare tutti gli aggiustamenti che si rendereanno necessari. Dopotutto, come si dice, se qualcosa è veramente necessaria succederà in ogni caso. Quindi non ci resta che goderci il momento e vedere dove ci porterà.